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Settimo infestata da vermi e topi, ma per la sindaca è tutto un cantiere da cartolina

Elena Piastra celebra su Facebook l’ennesima estate di lavori, ma i cittadini la smentiscono: buche, mense da incubo, sporcizia ovunque e topi nei parchi. La realtà è un boomerang che travolge la propaganda

Settimo infestata da vermi e topi, ma per la sindaca è tutto un cantiere da cartolina

Elena Piastra, sindaca di Settimo Torinese

C’è una città parallela che vive solo sui social. È la Settimo raccontata dalla sindaca Elena Piastra. Una città dove i cantieri fioriscono anche ad agosto, dove gli operai lavorano instancabili con quaranta gradi, dove scuole, tetti, bagni e biblioteche nascono come funghi grazie a finanziamenti che il Comune (cioè lei con il Pnrr) “è riuscito ad aggiudicarsi”. Una città in cui tutto si muove, tutto funziona, tutto si trasforma. In pratica, la Stoccolma del Nord Italia.

Peccato che i cittadini, quelli veri, non vivano affatto in quella Stoccolma immaginaria. Perché basta scorrere i commenti al post trionfale della sindaca del 23 agosto per trovarsi di colpo scaraventati in un’altra Settimo: dei vermi che entrano in casa, dei ratti grossi come gatti nei parchi, delle buche nelle strade, dei marciapiedi sconnessi, delle mense scolastiche che lasciano i bambini affamati. Altro che cartolina nordica: un film neorealista, con il disagio quotidiano che buca lo schermo molto più della propaganda.

Il post, di per sé, è la solita lista della spesa: scuole Gobetti, Vivaldi, asilo Papà Cervi, via Fantina. Si asfaltano strade, si sostituiscono termosifoni, si installano valvole, si rifanno tetti e aree gioco. Tutto raccontato con toni solenni, condito dal ringraziamento agli operai “che hanno lavorato anche ad agosto con un caldo proibitivo”. Roba che quasi commuove, se non fosse che i cittadini, nel frattempo, scrivono tutt’altro.

Già perché, sotto il post, le lamentele si sprecano. Non una, non due, ma decine. Vermi che invadono gli appartamenti, famiglie che chiedono disinfestazioni urgenti senza ricevere risposta, strade che da anni cadono a pezzi, strade dissestate e isole ecologiche invase dai topi, mense che servono cibo immangiabile.

Insomma la Settimo della sindaca è tutta cantieri e progetti; quella dei cittadini è sporcizia, degrado e disservizi.

Il bello, anzi il grottesco, arriva con le risposte di Elena Piastra. Sempre sorridente, sempre pronta a ribaltare le accuse con un tocco di ironia. Quando un cittadino scrive che “lei non piace”, la replica è fulminea: “Non le piace la Vivaldi o la Gobetti?”. Una battuta da social manager che arruola qualche applauso, ma che lascia sul campo la sensazione che i problemi veri non interessino.

E quando si parla di strade dissestate? Niente paura, c’è il calendario dei lavori. Tradotto: “arriveremo nel 2026”. Nel frattempo i cittadini inciampano, cadono, rischiano incidenti. Ma vuoi mettere la soddisfazione di sapere che tra due anni l’asfalto sarà nuovo fiammante? È la magia della burocrazia: si programma tutto, si pianifica tutto, e intanto si vive tra buche e mattonelle rialzate.

Non potevano mancare le mense scolastiche. Anche qui, un piccolo mondo parallelo: nei documenti ufficiali si parla di menù equilibrati, nutrienti, calibrati dall’Asl. Nella vita vera, i genitori raccontano che i bambini tornano a casa affamati e che il cibo servito “fa pena”. Una madre ironizza: “Abbiamo una mensa da chef stellati”, ma è sarcasmo amaro, perché tra piatti immangiabili e, in un caso, pure i vermi serviti come contorno, sembra davvero di guardare una puntata di Cucine da incubo.

Poi c’è la sporcizia. Alcuni cittadini denunciano una città sporca, abbandonata, trascurata. Altri replicano che la colpa è dei maleducati che buttano cartacce a terra. Una guerra tra poveri che non cancella un dato: spazzatrici che girano a vuoto, marciapiedi mai puliti, periferie dimenticate. Nel centro storico qualche passaggio c’è, ma nei quartieri basta farsi un giro per vedere che la Settimo immacolata dei post istituzionali non esiste.

E mentre i cittadini snocciolano problemi concreti, la sindaca resta imperturbabile. Ringrazia, puntualizza, corregge. Si concede perfino qualche battuta. Insomma, la solita “marchese del Grillo” in versione social: “Io so io, e voi non siete un cantiere”.

Il risultato è un boomerang comunicativo. Un post (e non è il primo) trasformato in un tribunale popolare. Dove la gente non applaude, ma contesta. Non ringrazia, ma accusa. Non condivide, ma rivendica una realtà fatta di vermi, topi, buche, sporcizia, mense indigeste, strade pericolose e quartieri dimenticati.

Insomma, la Settimo su Facebook è un posto bellissimo. La Settimo reale, quella che i cittadini vivono ogni giorno, un po’ meno. E forse, più che ringraziare gli operai per aver lavorato a ferragosto, bisognerebbe ascoltare chi, sotto quel post, racconta una città che ha bisogno di molto più di una foto in posa davanti a un cantiere.

Perché alla fine resta l’impressione che Elena Piastra non sia più la sindaca di una città, ma l’influencer di sé stessa: stories, sorrisi, tour nei cantieri, foto accanto ai tecnici, rispostine ironiche ai commenti. Solo che, a differenza di una volta, i like diminuiscono e le critiche aumentano. Da regina dei social a testimonial di una realtà che i cittadini non riconoscono, il passo è breve. E ogni post, invece di rafforzare il consenso, diventa un palcoscenico dove la sindaca-influencer scopre di esserlo sempre meno.

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