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“Chivasso brucia 7.930 euro in quindici minuti di fuochi. Intanto i bambini restano senza mensa e i senzatetto senza letto”

Il socialista Marco Riva Cambrino attacca l’Amministrazione: soldi per i botti, ma silenzio sui diritti, sui poveri, sui giovani e sul futuro della città

“Chivasso brucia 7.930 euro in quindici minuti di fuochi. Intanto i bambini restano senza mensa e i senzatetto senza letto”

Marco Riva Cambrino

Parla senza giri di parole Marco Riva Cambrino, socialista, e lo fa con un comunicato e con un tono che è insieme denuncia e amara constatazione. L’occasione è la festa patronale del Beato Angelo Carletti, organizzata quest’anno direttamente dal Comune e non dalla Pro Loco "L'Agricola". Questo significa che la responsabilità delle scelte – dai contratti fino all’ultimo euro speso – ricade interamente sull’Amministrazione.

E proprio qui sta il nodo: “7.930 euro investiti in quindici minuti di fuochi d’artificio”.

Uno spettacolo breve, intenso e già dimenticato. “Un lampo nel cielo, un boato, qualche applauso”.

Poi il buio, non solo quello della notte, ma quello delle “priorità smarrite”.

Riva Cambrino punta il dito su ciò che resta nell’ombra. “Mentre i fuochi colorano il cielo, a terra c’è chi si vede togliere la mensa scolastica perché i genitori non riescono a pagare. C’è chi, senza un tetto, si trova escluso dal dormitorio pubblico, costretto a dormire su una panchina o sotto un portico...".

È qui che la sua voce si fa dura: “che senso ha chiamarla festa se qualcuno resta indietro?”.

Se il Comune stanzia risorse per l’effimero ma taglia sulla dignità delle persone? Non è soltanto un problema sociale, ma un tema morale. Una città che “applaude per quindici minuti e poi si volta dall’altra parte”, lasciando i più fragili nel silenzio.

Il socialista allarga il discorso. Non è solo questione di soldi, ma di visione. Nel 2025 ci sono alternative moderne, sostenibili, capaci di coniugare spettacolo e innovazione: “droni, laser, videomapping”. Scelte che molte città hanno già adottato, riducendo l’impatto ambientale. A Chivasso, invece, si resta fermi ai botti e al fumo, nonostante in Giunta sieda una forza politica che porta nel nome le parole “Sinistra Ecologista”. Un paradosso che Riva Cambrino non risparmia di sottolineare: proclamarsi verdi e intanto accettare i fuochi è una “contraddizione troppo evidente per passare inosservata”.

Poi il tema del commercio. La festa patronale viene celebrata come occasione di rilancio economico. Ma la realtà, denuncia il socialista, è ben diversa. “Mentre si racconta di sostenere i negozi locali, si emanano ordinanze restrittive che penalizzano i bar e i locali notturni”. Mentre si promette vitalità al centro, si progettano nuove piastre commerciali che rischiano di soffocare le botteghe storiche. Mentre altrove, in Europa, la movida viene regolata e trasformata in risorsa con figure innovative come il “Sindaco della Notte”, qui si sceglie la via opposta: reprimere, limitare, spegnere. Anche in questo caso, nessuna strategia di lungo periodo, nessuna governance partecipata. Solo “ordinanze e divieti”.

chivasso

Alla base, insiste Riva Cambrino, c’è “un vuoto di progetto politico”. Nessuna visione per i giovani, nessuna politica per i lavoratori, nessuna attenzione vera alle famiglie in difficoltà. Un’Amministrazione che procede per annunci, senza radici né prospettiva. “Il socialismo non può accettare che ci sia festa se un bambino non mangia a scuola, se un uomo dorme in strada, se un commerciante abbassa la serranda senza speranza”. È questo il cuore del suo discorso: l’idea che la comunità si misura non dalla spettacolarità dei fuochi, ma dalla capacità di non lasciare indietro nessuno.

E così, la sera della festa patronale, “il cielo si illuminerà per quindici minuti”. La città alzerà lo sguardo, applaudirà, sorriderà forse. Ma subito dopo, “quando il fumo scenderà sulle vie di Chivasso, resterà l’odore acre delle contraddizioni politiche e morali”. Quelle che i fuochi non possono nascondere, e che Riva Cambrino mette a nudo con parole dure, senza sconti. Perché dietro ogni lampo, dietro ogni scia luminosa, c’è “un buio che non si vuole guardare”.

Il comunicato

Chivasso: i fuochi d’artificio e il silenzio sui diritti

Settemila novecentotrenta euro per quindici minuti di fuochi d’artificio. Questa è la scelta dell’Amministrazione comunale di Chivasso per la festa patronale del Beato Angelo Carletti.

Quest’anno non è stata la Proloco L’Agricola a organizzare la festa, ma direttamente il Comune. Questo significa che ogni decisione, ogni euro speso, è piena responsabilità dell’Amministrazione. Non ci sono alibi né scarichi di competenza.

Un lampo nel cielo, un boato, qualche applauso. Poi il buio, di nuovo. Non solo quello della notte, ma quello che avvolge le priorità di una politica che sembra aver perso il contatto con la realtà sociale della città.

Perché mentre si stanziano fondi per i fuochi, si sospende la mensa scolastica ai figli delle famiglie indebitate. Perché mentre si accende il cielo di colori, si spegne il dormitorio pubblico lasciando le persone senza dimora a dormire per strada. Questa non è festa: è la fotografia di un Comune che sceglie l’effimero e abbandona i bisogni fondamentali.

E non è solo una questione sociale. È anche ambientale e culturale. Nel 2025 c’è ancora chi crede che i fuochi d’artificio siano l’unica forma di spettacolo possibile, ignorando alternative moderne, sostenibili e inclusive: spettacoli di droni, laser, videomapping. Eppure, in Giunta siede una forza politica che si chiama "Sinistra Ecologista": difficile immaginare una contraddizione più plateale di un partito che si proclama verde e avalla scelte inquinanti e antiquate.

Poi c’è il capitolo commercio. La festa patronale viene raccontata come sostegno al tessuto economico locale. Ma allo stesso tempo si emanano ordinanze restrittive notturne che penalizzano bar e locali, si progettano nuove piastre commerciali in centro che rischiano di soffocare le piccole botteghe, e si ignora del tutto la possibilità di una governance partecipata della vita notturna. In altre città europee esiste il “Sindaco della Notte”, figura che trasforma la movida in occasione di sviluppo, sicurezza e cultura. Qui, invece, la notte è vista solo come un problema da reprimere.

La verità è che questa Amministrazione non ha una visione. Non ha un progetto per i giovani, per i lavoratori, per le famiglie in difficoltà. Ha solo la logica degli annunci e delle ordinanze.

Il socialismo, quello vero, parte dall’idea che non ci possa essere festa se qualcuno resta indietro. Non ci può essere comunità se un bambino non mangia a scuola, se un uomo dorme su una panchina, se un commerciante abbassa la serranda senza futuro.

E allora sì, i fuochi ci saranno, e per quindici minuti il cielo si colorerà. Ma subito dopo, quando il fumo scenderà sulla città, resterà l’odore acre delle contraddizioni politiche e morali di chi governa Chivasso.

Marco Riva Cambrino – Socialista

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