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Regionali, scintille al centro: Calenda e Renzi di nuovo ai ferri corti

Dalla Toscana alla Campania il centrosinistra si divide, mentre il centrodestra lancia segnali ad Azione. Tridico verso la candidatura in Calabria, tensioni anche in Veneto e Toscana

Regionali, scintille al centro: Calenda e Renzi di nuovo ai ferri corti

Renzi e Calenda

Il cosiddetto campo largo mostra, ancora una volta, le sue crepe proprio al centro. Le Regionali diventano il terreno di scontro tra Carlo Calenda e Matteo Renzi, i due ex compagni del defunto Terzo Polo, che continuano a marcare differenze non solo di strategia ma anche di visione politica.

In Toscana, Azione prende le distanze dall’alleanza accusando il Partito Democratico di aver imbastito con il Movimento 5 Stelle un’intesa infarcita di “desiderata ideologici”. Un attacco diretto che riapre il fronte polemico tra i due leader riformisti. Dall’altra parte Renzi invita alla calma e al realismo: “Se crediamo davvero nel bipolarismo, è evidente che bisogna allearsi anche con compagni di strada lontani dalle nostre idee”. Parole che suonano come un richiamo alla responsabilità, ma che difficilmente basteranno a spegnere le scintille.

calenda renzi

Dietro lo scontro si cela un quadro più complesso: la Toscana, dove Eugenio Giani ha convocato per la prossima settimana la prima riunione di coalizione in vista del voto del 12 e 13 ottobre, è solo il primo banco di prova. In Campania, invece, si muove il centrodestra che non nasconde il proprio corteggiamento verso Azione, approfittando delle fratture interne al centrosinistra e mettendo sul tavolo nomi come Giosy Romano ed Edmondo Cirielli. Non manca persino la suggestione di Mara Carfagna, che, pur non escludendo un impegno diretto, lancia un avvertimento ai centristi: “Non riesco a immaginare che sindaci e consiglieri dell’area moderata possano sostenere la scelta populista ed estremista del Pd di puntare su Roberto Fico”.

Intanto, lo sguardo si sposta anche su altre regioni. In Calabria il tavolo regionale del centrosinistra si riunirà sabato: tutto lascia pensare che sarà ufficializzata la candidatura di Pasquale Tridico, europarlamentare M5s ed ex presidente dell’Inps, attorno al quale si è costruita una solida convergenza. Restano, però, i dubbi di Italia Viva, che Renzi sembra intenzionato a dissipare invitando i suoi a non abbandonare il campo: “Non regaliamo il centrosinistra alla sinistra radicale e il Paese alla trimurti Meloni-Salvini-Lollobrigida”.

Il botta e risposta tra i due ex alleati continua a distanza. Calenda ricorda che “il Terzo Polo ha fatto campagna per il rigassificatore di Piombino e contro il reddito di cittadinanza” e accusa Renzi di voler annacquare le battaglie identitarie: “Siamo in Parlamento perché gli elettori hanno votato quel programma, non quello della Taverna. Ad Azione tanto basta”. Secco il controcanto di Italia Viva, che rilancia l’idea di “stare tutti insieme” e costruire “una casa comune del centrosinistra”.

Mentre il centrosinistra si divide, anche il centrodestra deve fare i conti con tensioni interne. In Toscana, il candidato Alessandro Tomasi (FdI) è alle prese con le perplessità di Forza Italia sulla sua lista civica. Nel Veneto, il nodo riguarda invece la possibilità di una lista personale di Luca Zaia, che non entusiasma né Fratelli d’Italia né gli azzurri e che riaccende lo scontro tra Meloni e Salvini sulla leadership della regione.

E mentre la premier, in questi giorni in vacanza in Puglia, rinvia il vertice con gli alleati, restano aperti tutti i dossier regionali. Sullo sfondo, però, il filo rosso che lega Toscana, Calabria e Campania è sempre lo stesso: il centro politico italiano è di nuovo in bilico tra ambizioni di autonomia, tentazioni di alleanze e la paura di restare irrilevante.

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