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Cronaca

Baby vandali al parco giochi: falò, vetri rotti e mozziconi tra gli scivoli dei bambini

Mentre i piccoli dovrebbero giocare, i ragazzini trasformano San Bernardo in una discarica a cielo aperto. Pavimento bruciato, bottiglie spaccate e zero rispetto per il bene pubblico

Baby vandali al parco giochi: falò, vetri rotti e mozziconi tra gli scivoli dei bambini

Baby vandali al parco giochi: falò, vetri rotti e mozziconi tra gli scivoli dei bambini

Altro che parco giochi: a San Bernardo di Ivrea i più piccoli devono farsi largo tra mozziconi di sigaretta, cartacce, lattine, bottiglie di vetro rotte e addirittura falò improvvisati sul tappeto che dovrebbe proteggere dalle cadute.

E i responsabili? Non sono alieni calati dal cielo, ma i “baby vandali” che passano le giornate a sporcarsi le mani — non con i compiti delle vacanze, ma con accendini e bottiglie di birra.

A denunciare lo stato pietoso dell’area giochi è una cittadina. Lo ha fatto con un post su Facebook che non lascia spazio a interpretazioni.

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“Questa estate la situazione del parco giochi di San Bernardo, specialmente nella parte dedicata ai piu piccoli, rispecchia sempre più il degrado che sta subendo la nostra società.. sempre più cartacce, bottiglie di vetro rotti, lattine, mozziconi di sigarettr e ora pure i falò sul pavimento di gomma..”.

E per evitare equivoci ha aggiunto un chiarimento che è tutto un programma: “EDIT necessario per gli analfabeti funzionali, io non sto criticando chi regolarmente pulisce e taglia l’erba, ma chi in questo periodo estivo lo sta usando come una discarica a cielo aperto! E l’intento del post è una speranza, vana, in cui provo a far vergognare chi si comporta così o i genitori di sti ragazzini minorenni lasciati a pascolare come dei selvaggi!”.

Insomma, l’immagine è chiara: ragazzini che si sentono grandi solo quando trasformano un parco giochi in un campeggio abusivo, improvvisando falò sul pavimento in gomma, spaccando bottiglie e seminando mozziconi come fossero coriandoli. Altro che “Generazione Greta Thunberg”: chiamiamola generazione “discarica”.

E allora la domanda sorge spontanea: ma i genitori di questi adolescenti che scambiano un parco per un letamaio, li hanno mai portati a raccogliere un rifiuto, a capire cosa significhi avere rispetto per uno spazio pubblico? Oppure è più comodo lasciarli a “pascolare come selvaggi”, tanto qualcuno poi passerà a pulire?

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