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20 Agosto 2025 - 11:29
Ferragosto di incivili: i balmetti trasformati in griglie e discariche
Ferragosto, si sa, è tempo di tavolate all’aperto, di grigliate e di convivialità. Ma a Borgofranco d’Ivrea, tra il 15 e il 17 agosto, la festa si è trasformata in sfregio. Nei balmetti — le cantine naturali scavate nella roccia, uniche nel loro genere e simbolo identitario della comunità — qualcuno ha deciso di improvvisare barbecue, utilizzando persino i tavoli in pietra come base di cottura. Alla fine restano soltanto segni di unto, fumo, angoli deturpati. Una ferita non solo al paesaggio, ma anche a un patrimonio che gli abitanti considerano parte viva della loro storia.
A dare voce all’indignazione collettiva è stato il sindaco Fausto Francisca, che ha scelto Facebook come cassa di risonanza. Le sue parole sono durissime: “Festeggiare insieme ai balmetti si può. Ma fare barbecue in zone private, in angoli suggestivi, utilizzando tavoli in pietra come base di cottura o anfratti è delittuoso”. Non una semplice goliardata, dunque, ma un gesto che, in giornate di caldo e siccità, rischia di trasformarsi in pericolo concreto di incendio. “Gli incendi possono diffondersi facilmente”, ha ricordato Francisca, rimarcando quanto sia sottile il confine tra fruizione e abuso.
I balmetti, del resto, non sono solo una curiosità geologica. Sono il frutto di un fenomeno naturale che genera correnti d’aria capaci di mantenere temperature stabili tutto l’anno: un microclima prezioso che da secoli permette la conservazione del vino e di prodotti tipici. Per la Pro Loco e per le associazioni che li animano, sono il cuore di un progetto di valorizzazione culturale e turistica. Ecco perché la rabbia esplosa a Ferragosto non è uno sfogo isolato, ma il riflesso di anni di cura messi a rischio da poche ore di inciviltà.
Come se non bastasse, nello stesso weekend sono arrivate segnalazioni di nuovi atti vandalici in via del Buonumore. Auto rigate, moto imbrattate di vernice, parcheggi selvaggi. Un crescendo che alimenta la frustrazione della comunità locale e che il sindaco definisce “non più tollerabile”. Il quadro, a guardarlo bene, è quello di un paese che si sente aggredito nei suoi spazi più significativi, nei suoi simboli, perfino nella sua quotidianità.
Le forze dell’ordine hanno aperto indagini, tanto sugli episodi nei balmetti quanto sui danneggiamenti ai veicoli. Dal Municipio, intanto, arriva un messaggio inequivocabile: la stagione della pazienza è finita. “Abbiamo segnalato la situazione alle Forze dell’Ordine che stanno facendo le indagini… L’Amministrazione Comunale agirà di conseguenza”, ha avvertito Francisca. Non è escluso, quindi, un rafforzamento dei controlli, sanzioni più severe, o persino forme di presidio nei momenti più delicati.
Ma, al netto delle misure repressive, resta il nodo culturale. Perché la polemica accende una domanda più grande: come conciliare la promozione dei balmetti con la loro tutela? Come evitare che diventino teatro di scorribande anziché luoghi di socialità rispettosa? Cartelli più chiari, campagne di sensibilizzazione, volontari a presidio: tutte ipotesi che circolano. Eppure, l’essenza della risposta sta in un patto di convivenza civile.
“C’è chi vuole promuovere e valorizzare i balmetti, chi vuole goderli e farli condividere, e c’è chi invece non rispetta né l’ambiente suggestivo né il lavoro e la cura di anni”, ha scritto Francisca, ricordando che non è questione di vietare la festa, ma di scegliere la responsabilità.
Insomma, il Ferragosto borgofranchese lascia dietro di sé un’eredità amara: non solo braci spente e macchie d’unto, ma la consapevolezza che un luogo fragile e unico come i balmetti vive appeso all’equilibrio tra chi li ama e li custodisce, e chi li consuma senza rispetto.
I balmetti di Borgofranco d’Ivrea sono un vero e proprio tesoro naturale e culturale.
Si tratta di un complesso di cantine naturali ricavate nelle cavità ai piedi della montagna. Sono nate grazie a un fenomeno geologico molto particolare: dalle fenditure della roccia scendono correnti d’aria sotterranee chiamate in dialetto “ore” o “aure”. Questi flussi mantengono all’interno dei balmetti una temperatura stabile tutto l’anno, intorno ai 10-12 gradi, indipendentemente dalle stagioni.
Per questa loro caratteristica, i balmetti sono stati utilizzati per secoli come luoghi di conservazione del vino, dei formaggi, dei salumi e dei prodotti agricoli. Ogni famiglia di Borgofranco aveva (e molti hanno ancora oggi) il proprio balmetto, che diventava non solo una cantina, ma anche un luogo di ritrovo.
Oggi sono considerati un patrimonio identitario e storico della comunità, tanto che la Pro Loco e le associazioni locali organizzano visite, eventi e degustazioni proprio lì, trasformandoli in un polo di valorizzazione turistica e culturale. Sono un unicum in Piemonte e vengono spesso paragonati a un piccolo “borgo nel borgo”, fatto di porticine in pietra, locali freschi e suggestivi, testimonianza di un sapere antico tramandato di generazione in generazione.
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