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Cronaca
19 Agosto 2025 - 15:40
Chiodi e viti sull’asfalto a Castellamonte: cittadini eroi per un giorno
Un tappeto di chiodi e viti sparsi sull’asfalto. Una scena che a prima vista sembra tratta da un film comico, con automobilisti e ciclisti costretti a fare lo slalom, ma che in realtà poteva trasformarsi in un disastro. Martedì 19 agosto 2025, poco dopo le 11, a Castellamonte in via Barengo, all’altezza dell’incrocio con via Vietta, la distrazione di un autista si è trasformata in un rischio collettivo: dal cassone di un mezzo da cantiere sono piovuti chiodi, viti e piccoli attrezzi, disseminati lungo la carreggiata. L’uomo al volante – definito dai presenti “più frettoloso che attento” – non si è fermato a recuperare il carico, lasciando dietro di sé una trappola per automobilisti, motociclisti e ciclisti.
Se da una parte l’episodio racconta la leggerezza di chi lavora in strada senza curarsi delle conseguenze, dall’altra mette in luce la prontezza e il senso civico dei cittadini. È bastato uno sguardo, qualche secondo di esitazione, e poi la decisione di agire: alcuni passanti hanno iniziato a segnalare il pericolo, a fermare le auto in arrivo, a gestire il traffico per evitare incidenti. Poi, armati di scope, palette e molta pazienza, hanno ripulito la strada, accatastando il materiale pericoloso sul marciapiede in attesa che i servizi comunali lo portassero via.
Il gesto, immortalato in un post di Enzo Sapia, castellamontese e membro dell’associazione Terra Mia, è diventato racconto corale di cittadinanza attiva. “Si sono armati di scopa e paletta e hanno provveduto a liberare la direttiva stradale, depositando il pericoloso materiale sul marciapiede”, ha scritto, raccogliendo centinaia di consensi e apprezzamenti. Una piccola azione, certo, ma dal grande valore simbolico: perché bastano pochi chiodi a far saltare una gomma, provocare una sbandata, causare un tamponamento o peggio ancora una caduta. E quel che conta, in casi come questo, è la velocità della risposta, la scelta di non voltarsi dall’altra parte.
La legge è chiara: chi trasporta materiali ha l’obbligo di assicurare i carichi e impedire che si disperdano lungo la strada. Non è solo una questione di multe o sanzioni, ma di responsabilità elementare. Quella che martedì mattina, ironia della sorte, non ha avuto chi guidava il mezzo, ma hanno dimostrato i cittadini a piedi. È toccato a loro colmare un vuoto di dovere, dimostrare che la fretta di uno non può valere più della sicurezza di tutti.
Resta da chiarire se l’autista si sia accorto della perdita del carico o se davvero abbia scelto deliberatamente di tirare dritto. In ogni caso, la scena consegna due immagini contrastanti: da un lato la superficialità di un lavoratore che non mette in sicurezza ciò che trasporta, dall’altro una comunità che si organizza, segnala, pulisce, mette in salvo chi passa. Senza clamore, senza sirene, solo con scope, gesti rapidi e un senso di appartenenza che oggi, troppo spesso, si dà per perso.
Castellamonte, in questa mattina d’agosto, ha offerto una lezione civica senza cattedra né lavagna. Una lezione che parla di responsabilità condivisa, di attenzione agli altri, di quel prendersi cura dello spazio comune che è la vera misura di una comunità. Perché, in fondo, la sicurezza non è mai solo un fatto di regole scritte: è un fatto di coscienza, di scelte quotidiane, di mani che decidono di raccogliere chiodi invece di lasciare che li raccolga la ruota di qualcuno.
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