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Il pilone di Nole rinasce tra storia, arte e devozione popolare

A Nole rivive il pilone votivo restaurato dall'associazione 'L Nòst Pais: ricerca d'archivio, reinterpretazioni artistiche e memoria popolare

Il pilone recentemente restaurato

Il pilone recentemente restaurato a Nole canavese

A Nole torna a rivivere l’antica tradizione dei piloni votivi grazie all’azione dell’associazione culturale ‘L Nòst Pais, da anni impegnata nella tutela della memoria storica e artistica del territorio. L’ultimo intervento riguarda un’edicola votiva restaurata con cura, frutto di un lavoro collettivo che unisce ricerca storica, arte e devozione popolare.

L’associazione si prepara infatti all’inaugurazione del pilone completamente messo a nuovo. La struttura, visibile lungo la strada che costeggia il lato nord del cimitero di Nole e conduce alla borgata La Piè di San Carlo, versava da tempo in condizioni di degrado e abbandono; le immagini dei santi raffigurati erano ormai completamente sbiadite dal tempo e dagli agenti atmosferici.

Grazie ad un’attività scolastica che Maria Carla Oddenino, professoressa ora in pensione e presidente dell’associazione, aveva svolto negli anni ’80 con i suoi studenti della scuola media di Nole, insieme al compianto professore Aniceto Bello e ad altri docenti, è stato possibile ottenere le informazioni necessarie per il restauro. Proprio grazie alle ricerche condotte e ai documenti da lei conservati, è stato possibile ricostruire i soggetti originari delle pitture, ormai non più visibili. Si tratta delle raffigurazioni di San Francesco, San Lorenzo, Santa Domenica e della Madonna di Lourdes con Bernadette, soggetti scelti in origine dalla famiglia Noveri, proprietaria del terreno, che aveva voluto la decorazione dell'edicola votiva.

Nel periodo dell'attività scolastica, inoltre, sul pilone era ancora leggibile l’iscrizione con la data 1928, anche se ricerche condotte dall’associazione hanno attestato che la sua costruzione risale almeno all’Ottocento: l’edicola votiva compare infatti nelle carte del catasto Rabbini del 1863, conservate presso l’Archivio di Stato di Torino.

I lavori sono iniziati nel gennaio del 2023. Si è proceduto con il restauro della struttura, arricchita da nuovi dettagli in marmo, una base in pietre e cemento e una catenella in metallo. La croce posta sulla sommità del tetto, che risultava mancante, è stata sostituita con una croce in ferro recuperata da un socio dell’associazione da un’antica lapide dismessa.

Per quanto riguarda le pitture, invece, era impossibile recuperare le immagini originali. Marco Paulon, artista nolese già autore dei dipinti e delle installazioni presenti sul percorso Corona Verde Stura di Nole e della pittoscultura “Sindonico”, conservata nella cappella del paese intitolata a San Grato, si è quindi dedicato alla riproduzione dei soggetti. Non si è trattato di un rifacimento, ma di una nuova interpretazione, frutto della libertà creativa dell’artista, che tuttavia ha rispettato i soggetti storicamente attestati.

Il pittore Marco Paulon durante il restauro

Dove invece si è espressa maggiormente la creatività dei membri dell’associazione è nella parte del basamento, dove restavano alcuni piccoli riquadri vuoti. Questi, probabilmente, ospitavano in origine una decorazione non più visibile, che è stata sostituita da nuove scene sacre: la Sacra Famiglia, Sant’Antonio Abate, Santo Stefano e San Giuseppe Cottolengo. Una curiosità: la rappresentazione della Sacra Famiglia presenta un’interpretazione in chiave “nolese”, con l’aggiunta dei manici da frusta tra le mani di San Giuseppe, oggetti tipici della produzione industriale del paese tra Ottocento e Novecento.

Non è la prima volta che l’associazione ‘L Nòst Pais si impegna nella tutela del patrimonio locale: nel corso degli anni, ha realizzato numerosi interventi di restauro su piloni votivi e beni artistici, affiancandoli ad attività di divulgazione e valorizzazione della cultura nolese. Ogni progetto è un modo per restituire al paese un frammento della sua storia e per mantenere vive tradizioni che rischierebbero altrimenti di scomparire.

A ogni restauro, inoltre, si accompagna una poesia in dialetto nolese composta da Gian Giacomo Ribotto, profondo conoscitore della storia del paese, che per l’occasione presenta anche una traduzione in italiano a cura di Carla Crosetto, altro socio dell’associazione. Anche in questo caso, i suoi versi faranno da cornice alla nuova opera e saranno leggibili da tutti sulle brochure che verranno distribuite durante l’inaugurazione.

L’inaugurazione del pilone avverrà il 6 settembre alle ore 16:30, in occasione dei festeggiamenti in onore di Don Antonio Marino, parroco del paese, che il 14 settembre si trasferirà nella nuova parrocchia di Settimo Torinese.

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