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18 Agosto 2025 - 11:41
Matteo Chiantore
Ad agosto il Comune di Ivrea ha compiuto un passo in avanti nella vicenda della piscina comunale. Con un decreto firmato dal sindaco Matteo Chiantore è stata assegnata la responsabilità dell’intero procedimento amministrativo all’area Servizi alla persona e innovazione, diretta dal dirigente Gilberto Guerriero, che assumerà il ruolo di responsabile unico del procedimento.
La strada scelta dall’amministrazione è quella del partenariato pubblico-privato, modalità che dovrebbe consentire di velocizzare l’iter. Per ora, sul tavolo degli uffici municipali c’è un’unica proposta della società In Sport, con sede a Vimercate, già attiva nella gestione di numerosi impianti sportivi tra Lombardia e Piemonte, compresi Biella e Crescentino.
L’azienda ha presentato un piano finanziato tramite leasing, in collaborazione con la società milanese In Target, specializzata nella costruzione e gestione di strutture sportive.
Entro l’inizio di settembre è previsto un confronto tecnico preliminare tra Comune e proponenti, durante il quale si analizzerà il progetto nei dettagli. Solo in caso di esito positivo si passerà alla pubblicazione di un bando di gara, che resterà aperto anche ad altri soggetti interessati. La proposta di In Sport, in quanto ideatore, manterrebbe comunque un diritto di prelazione, qualora un concorrente presentasse un’offerta migliore. L’obiettivo dichiarato è di arrivare all’aggiudicazione entro ottobre, per poter avviare i lavori già in inverno.
Intanto, la piscina di via Campo Sportivo è chiusa dallo scorso 9 giugno. La durata dello stop dipenderà dal tipo di intervento scelto. Nel progetto In Sport sono previsti lavori per oltre 3 milioni di euro (più Iva), con circa la metà dei fondi coperta direttamente dal Comune. La variazione di bilancio approvata a luglio ha già stanziato 1,5 milioni. In questo scenario, la gestione della struttura verrebbe affidata al privato per i prossimi vent’anni, con un canone annuale ancora da definire. In tal caso, la chiusura si protrarrà tra i nove e i dodici mesi.
Ma resta anche un’alternativa: qualora il progetto non fosse considerato soddisfacente o sostenibile, l’amministrazione potrebbe optare per interventi ridotti, limitati all’ammodernamento delle vasche, degli spogliatoi e degli impianti di riscaldamento. In questo caso, la riapertura sarebbe possibile già entro la fine del 2025, pur con una piscina solo parzialmente rinnovata.
La necessità di intervenire è legata anche ai costi proibitivi dell’attuale gestione. L’impianto, costruito negli anni Settanta, è fortemente energivoro: un solo grado in più nell’acqua comporta un aggravio di circa 10 mila euro l’anno. Ad oggi, la struttura pesa sulle casse comunali per oltre 450 mila euro, a fronte di entrate che si fermano poco sopra i 210 mila. Le presenze annue sono stimate in 100 mila, con una media di 400 ingressi giornalieri durante l’inverno.
Per non lasciare a secco le associazioni sportive, il Comune sta cercando soluzioni tampone: corsie in affitto nelle strutture private della zona, da La Serra ad Aqua Gymn, fino a Caluso, Rivarolo, Biella e Crescentino. Una toppa che costerà circa 50 mila euro di soldi pubblici.
Il futuro dell’impianto, insomma, è ancora legato a doppio filo alle scelte politiche ed economiche che verranno prese nelle prossime settimane: tra la grande operazione di finanza e costruzione proposta da In Sport e la soluzione “di minima” targata Comune. Quel che è certo è che Ivrea non può permettersi di restare a lungo senza piscina.
Matteo Chiantore è con Emma Biondello
Tre mesi fa Emma Biondello ha deciso di raccogliere le preoccupazioni di centinaia di eporediesi e trasformarle in una petizione online per difendere la piscina comunale. L’iniziativa, partita quasi in sordina, ha superato in poco tempo le 1.900 firme, segno che la vicenda non è solo un tema tecnico-amministrativo, ma tocca da vicino la quotidianità di tantissime persone.
La petizione chiedeva con forza che il progetto di ristrutturazione non cancellasse le attività consolidate, dai corsi di nuoto libero al sincronizzato, passando per sub e canoa, e soprattutto che non venissero penalizzate le persone con disabilità, per le quali la piscina è da anni uno strumento insostituibile di riabilitazione e socialità. Una delle richieste centrali riguardava la gestione: i cittadini sottolineavano la necessità di preservare un modello realmente pubblico e inclusivo, capace di garantire tariffe e accessi sostenibili.
Nelle motivazioni, Emma e i firmatari denunciavano la chiusura annunciata all’ultimo momento e l’assenza di soluzioni alternative. Una decisione che aveva messo in difficoltà associazioni e utenti, colpendo in particolare chi utilizza l’impianto come parte di un percorso terapeutico. Per questo il documento sollecitava non solo maggiore trasparenza e comunicazione, ma anche una pianificazione dei lavori “a fasi”, così da evitare la serrata totale per un anno intero.
La pressione dei cittadini ha dato buoni frutti. A maggio Emma Biondello ha infatti incontrato il sindaco Matteo Chiantore, ottenendo alcune rassicurazioni. L’amministrazione ha confermato che la piscina sarà rinnovata ma non chiuderà in modo definitivo; la durata dei lavori, stimata inizialmente in due anni, dovrebbe ridursi a 8-10 mesi dall’avvio del cantiere. In più, durante lo stop, il Comune si è impegnato a supportare le associazioni, coprendo parte dei costi per l’utilizzo di corsie in impianti alternativi, da La Serra ad Aqua Gymn, fino a Caluso, Rivarolo, Biella e Crescentino.
Altro punto, ili più rilevante: la promessa di coinvolgere attivamente le associazioni sportive e sociali nella definizione dei dettagli del progetto, con un’attenzione particolare ai corsi per disabili e anziani. Alla riapertura, la gestione sarà affidata a un privato, ma con l’impegno a costruire un dialogo costante con il tessuto associativo locale.
La petizione, insomma, non è rimasta lettera morta. Ha costretto l’amministrazione a chiarire i suoi piani, ha aperto un confronto pubblico e ha portato a una prima revisione dei tempi e delle modalità di intervento. Il futuro della piscina resta incerto, ma una cosa è già evidente: a Ivrea i cittadini hanno dimostrato di non voler essere semplici spettatori, bensì protagonisti delle scelte che riguardano la loro città.
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