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"I bambini di Gaza": la speranza tra le onde

Nicoletta Bortolotti prosegue il tour per presentare il suo romanzo, da cui è tratto il film omonimo, e riparla del progetto “Surfing for Peace”: una storia vera di amicizia e resistenza, per continuare a immaginare la pace anche dove tutto sembra perduto.

"I bambini di Gaza": la speranza tra le onde

"I bambini di Gaza": la speranza tra le onde

In un’Italia scossa dalle immagini quotidiane provenienti dalla Striscia di Gaza, la scrittrice italo-svizzera Nicoletta Bortolotti sta attraversando il Paese per presentare la ristampa del suo romanzo “I Bambini di Gaza- Sulle onde della libertà”, edito con Mondadori. Un libro ispirato a una storia vera, diventato anche un film dal titolo omonimo, diretto da Loris Lai, già candidato al David di Donatello e vincitore del Premio Flaiano.

Un’opera che, a distanza di dieci anni dalla sua prima pubblicazione, si carica oggi di nuova urgenza. Non solo per il momento storico che stiamo vivendo, ma perché racconta la forza disarmante della fratellanza tra due bambini, in un contesto dove tutto sembra congiurare contro di essa.

I bambini di Gaza è ambientato nel 2003, durante la seconda intifada. Protagonisti sono Mahmud, palestinese, e Samir, israeliano. Due bambini che si incontrano sulla spiaggia, tra macerie e “muri invisibili”, in una Gaza City devastata da guerra, povertà e paura.

Eppure, in mezzo alla distruzione, scoprono un luogo inatteso di libertà: il mare. Il surf diventa il loro linguaggio comune, una tavola l’unico strumento per sentirsi ancora vivi, ancora bambini.

“Mia madre mi ha proibito di parlare con gli ebrei. Mio padre mi ha proibito di parlare con gli arabi. E allora perché stiamo parlando?”, si domandano i due protagonisti.

Nicoletta Bortolotti ha di recente presentato il volume in Valle di Susa (TO), raccontando così come la storia sia nata da un episodio reale che lei stessa ha scoperto quasi per caso:

“Stavo lavorando all’editing di un altro libro, quando lessi un trafiletto su Dorian ‘Doc’ Paskowitz, medico e surfista ebreo americano che nel 2007 riuscì a far arrivare tavole da surf nella Striscia di Gaza - ha raccontato l’autrice  - appena l’ho letta, ho capito che era una storia che doveva essere raccontata”.

Paskowitz, figura quasi leggendaria negli Stati Uniti, abbandonò la carriera medica per vivere con la sua numerosa famiglia in un camper, in cerca dell’“onda perfetta”.

Ma la sua missione più importante arrivò anni dopo, quando diede vita al progetto Surfing for Peace, tentando, e riuscendo, a rompere simbolicamente l’assedio di Gaza portando tavole da surf ai ragazzi palestinesi. “Don’t make war, go surf” era il suo motto.

Nicoletta Bortolotti durante la presentazione del suo volume 

Il romanzo della Bortolotti ha ispirato anche il film I bambini di Gaza, uscito nelle sale a marzo 2024. Una pellicola intensa e poetica, accolta con entusiasmo dalla critica e dal pubblico.

Tra i tanti riconoscimenti, era arrivato anche un messaggio ufficiale di Papa Francesco, che aveva lodato il progetto affermando: “Questo film con le voci piene di speranza dei bambini palestinesi e israeliani sarà un grande contributo alla formazione della fraternità, dell’amicizia sociale e della pace.”

Parole che l’autrice accoglie con emozione: “Interpellano il senso stesso dell’arte e della narrazione in tempi di guerra”, afferma. Perché raccontare oggi una storia simile, in mezzo a un conflitto sempre più lacerante, non è stata una decisione facile.

“Dopo il 7 ottobre 2023 eravamo tutti sconvolti - commenta la Bortolotti - Ci siamo chiesti se fosse giusto far uscire il film. Ma poi ci siamo detti che forse proprio in quel momento, una storia immaginaria poteva diventare una piccola goccia di pace nel Mediterraneo”.

Nicoletta Bortolotti non si definisce né storica né politica: “ Sono una scrittrice - afferma -  e come tale il mio compito è quello di narrare, dare voce alla “piccola storia” delle persone, dentro la “grande Storia” con la S maiuscola. I bambini di Gaza è nato così: per raccontare la vita quotidiana dei più fragili, in un luogo dimenticato. Quello che sta accadendo oggi ci sconvolge, ma la verità è che la crisi umanitaria era già lì, dieci anni fa, sotto gli occhi di un mondo che allora non voleva vedere. Oggi l’orrore è esploso. Ma il dolore, a Gaza, c’è da moltissimo tempo”.

In un tempo segnato dall’odio, I bambini di Gaza ci ricorda il potere salvifico dell’immaginazione. Citando Gianni Rodari, la Bortolotti conclude: “L’immaginare di oggi aiuta ad abitare la realtà di domani”. E forse è proprio questa la vera sfida: continuare a immaginare la pace, anche quando tutto sembra negarla.

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