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08 Agosto 2025 - 22:26
È morto Jim Lovell: chi era l’astronauta di “Houston, abbiamo un problema”
È morto a 97 anni Jim Lovell, il leggendario comandante dell’Apollo 13 e volto simbolo di una delle pagine più drammatiche e al tempo stesso eroiche dell’esplorazione spaziale. Nato a Cleveland il 25 marzo 1928, si è spento ieri a Lake Forest, nell’Illinois. Lovell ha volato in quattro missioni della NASA – Gemini 7, Gemini 12, Apollo 8 e Apollo 13 – ma il suo nome è legato soprattutto a quella del 1970, quando un’esplosione al serbatoio dell’ossigeno costrinse a rinunciare all’allunaggio e a un rocambolesco rientro sulla Terra. È in quella occasione che pronunciò (o almeno contribuì a rendere immortale) il celebre messaggio: «Houston, abbiamo un problema».
La NASA, in un post su X, ha scritto: «Siamo addolorati per la scomparsa di Jim Lovell, comandante dell'Apollo 13 e veterano di quattro voli spaziali. La vita e il lavoro di Lovell hanno ispirato milioni di persone. Il suo coraggio sotto pressione ha contribuito a tracciare la nostra strada verso la Luna e oltre».
Jim Lovell
Anche Sean Duffy, amministratore ad interim dell’agenzia, ha reso omaggio: «Le nostre condoglianze alla famiglia del capitano Jim Lovell. Il suo carattere e il suo coraggio incrollabile hanno trasformato una potenziale tragedia in un successo da cui abbiamo imparato moltissimo. Da Gemini ad Apollo, ha forgiato un percorso storico che ci porta alle future missioni Artemis». Duffy ha ricordato come, da pilota dell’Apollo 8, Lovell fu tra i primi a orbitare intorno alla Luna e, da comandante dell’Apollo 13, mantenne la calma che permise di salvare l’equipaggio.
La famiglia, in un comunicato, ha voluto sottolineare il lato umano: «Per tutti noi era papà, nonno, il leader della nostra famiglia. Ci mancherà il suo ottimismo, il senso dell’umorismo e la capacità di farci sentire capaci dell’impossibile».
La carriera di Lovell iniziò nella Marina militare, dove fu pilota collaudatore. Entrato alla NASA nel 1962, ricoprì anche ruoli di riserva in missioni cruciali come Apollo 11. Dopo aver lasciato il programma spaziale nel 1973, proseguì con incarichi manageriali e imprenditoriali, restando sempre una figura di riferimento nel mondo aerospaziale. Sposato con Marilyn, aveva quattro figli.
Un uomo che, con il sorriso e la determinazione, ha scritto la storia dello spazio.
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