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30 Luglio 2025 - 09:26
A Settimo Torinese neanche ad agosto si parcheggia gratis. Ma tranquilli: è “per il commercio”
Ad agosto l’Italia si ferma. Le città rallentano, le auto spariscono, le saracinesche si abbassano. Ovunque, tranne a Settimo Torinese, dove il Comune ha deciso che nemmeno a Ferragosto la sosta a pagamento deve fermarsi. Neanche per un giorno. Neanche per un'ora.
È la fine di una tradizione, l’ennesima. Addio ai parcheggi gratuiti sotto il sole cocente, addio al gesto minimo di civiltà che ogni anno – almeno per una settimana – permetteva a chi restava in città di tirare il fiato. E se ti aspettavi una “sosta gentile”, come chiesto a gran voce da cittadini, commercianti e opposizioni? Puoi scordartela. Non solo non è mai stata presa in considerazione, ma ora ti becchi pure il ticket sotto l’ombrellone.
La chiamano “scelta strategica”. Elena Piastra, sindaca e autoproclamata custode dell’ortodossia amministrativa, ha spiegato che no, non era previsto nella gara d’appalto. Che sospendere il pagamento costa – precisamente 3.100 euro per una settimana, 6.400 per due – e quindi non è giusto che “i settimesi paghino per sospendere i parcheggi in un periodo in cui in città ci sono pochi residenti e tanti hanno l’abbonamento annuale”.
Tradotto: siccome molti sono in ferie e altri hanno già pagato, chi resta (magari per lavorare, per curare un parente, o semplicemente perché non può permettersi di partire) dovrà pagare ancora. E senza fiatare. È la sosta fiscale, altro che sosta gentile.
Ma la vera beffa arriva quando Piastra gioca la carta del “bene comune”. Dice che i soldi risparmiati non andranno alla società Abaco (che gestisce la sosta dal 2019), ma saranno “destinati al commercio locale”. Applausi registrati. Peccato che i commercianti – quelli veri, che restano aperti anche a luglio e agosto – si ritrovino ora a dover spiegare ai clienti perché devono pagare il parcheggio anche il 15 agosto in una via deserta, mentre i colleghi delle altre città offrono soste gratuite e aria condizionata.
Doveva essere l’anno della svolta. Doveva essere l’estate della sosta gentile (introdotta a Ivrea con un esborso del Comune di 100 mila euro), chiesta da più fronti, avanzata come proposta costruttiva anche da esponenti della minoranza e da cittadini. Era il tentativo di costruire una città più accogliente, meno ossessionata dalla monetizzazione di ogni marciapiede. Ma niente da fare. La sosta gentile è stata ignorata, seppellita, quasi insultata in consiglio comunale, additata come eresia.
E ora arriva anche la lezione di economia civica: “Non è corretto che tutti paghino per agevolare pochi”. Salvo poi chiedere a tutti di pagare, anche ad agosto, anche a Ferragosto, anche se le strade sono vuote. La logica fa le valigie, ma la tariffa resta.
Il Comune difende la scelta con la solita formula magica: “Lo facciamo per i negozi”. Ma quali? Quelli chiusi? Quelli che lottano con le unghie per sopravvivere in una città che parcheggia a pagamento anche davanti alle serrande abbassate? Quelli che, a ogni estate, vedono i clienti scegliere altri centri più comodi, dove almeno ad agosto non ti fanno sentire in colpa per aver lasciato l’auto dieci minuti in sosta?
Nel frattempo, Torino, Milano, Bologna, Genova – città non proprio famose per la loro generosità – continuano a sospendere i parcheggi blu almeno nella settimana di Ferragosto. Ma Settimo no. Settimo è avanti. Settimo è l’avanguardia della burocrazia applicata alla vita quotidiana. Lì dove ogni agevolazione è un favore e ogni richiesta diventa una minaccia al bilancio.
Così la giunta archivia la “consuetudine” della sosta gratuita e annuncia un nuovo modello: pagare sempre, ovunque, per principio. Con il tono di chi fa una riforma strutturale, ma in realtà sta solo stringendo ancora un po’ il cappio attorno ai cittadini.
E non è finita. Perché questo piccolo laboratorio dell’austerità urbana potrebbe fare scuola. “Credo che la consuetudine di non far pagare le settimane centrali di agosto sia da verificare”, ha detto la sindaca. Tradotto: magari vi toglieremo anche il Natale, se il piano economico lo impone.
Insomma, Settimo Torinese ha scelto. Ha scelto di essere il Comune dove anche il caldo non basta a sciogliere l’arroganza amministrativa. Dove la gentilezza viene respinta come un’eresia e ogni richiesta popolare si scontra con una parete di numeri e formule. Dove il Ferragosto non è una festa, ma un’occasione in più per spillarti qualche euro. In nome del commercio, della strategia, della coerenza. Tutto, fuorché della città.
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