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29 Luglio 2025 - 17:54
Vietato sorridere davanti alla morte: Vernazza dichiara guerra ai selfie spericolati
A Vernazza non si scherza più. Dopo anni di convivenza pacifica tra mare cristallino, focacce unte e turisti pronti a sfidare la morte per un selfie a effetto, è arrivato il momento delle maniere forti. Il sindaco Marco Fanelli, evidentemente stanco di vedere esseri umani trasformarsi in cavallette armate di smartphone, ha firmato un’ordinanza epocale: vietato scattarsi selfie in condizioni pericolose. Sì, avete letto bene. Non si potrà più immortalare il proprio sorriso mentre un’onda alta tre metri ti azzanna alle spalle o mentre ci si sporge oltre il ciglio di un sentiero a picco sul nulla.
La misura, che rischia di diventare patrimonio UNESCO per l’originalità, nasce da un episodio che definire grottesco è dire poco. Una turista di 22 anni, originaria del Trentino, ha pensato bene di scattarsi una foto dal molo dei traghetti con il mare in tempesta. Il mare, evidentemente stufo dei social, ha risposto con un’onda che l’ha scaraventata in acqua. Solo il pronto intervento di un cameriere del ristorante Belforte – sì, un cameriere, mica un bagnino – e di alcuni ragazzi del posto ha impedito che la ragazza finisse nel feed dell’aldilà. L’hanno tirata fuori, rianimata con massaggio cardiaco e riconsegnata al mondo reale, tra gli applausi e, speriamo, senza la voglia di ritentare.
“Abbiamo adottato diverse misure di sicurezza”, ha spiegato il sindaco Fanelli, probabilmente con lo sguardo di chi sa che, tra una corda e un cartello, i turisti sceglieranno sempre la morte scenografica. “Purtroppo, cartelli, bandiere rosse e corde vengono ignorati”, ha aggiunto. Tradotto: possiamo mettere anche un cartello al neon con scritto “TI UCCIDI SE TI AVVICINI”, ma se c’è un bel panorama, l’istinto di ottenere il selfie perfetto vince su tutto. Quindi ecco la trovata: multe per chi si fotografa in situazioni pericolose. Come? Non è chiaro. Ci sarà un vigile addetto ai reel? Un algoritmo che individua i sorrisi a rischio? O semplicemente, si multano le gambe spezzate?
Il provvedimento, che ha già guadagnato il plauso dei genitori ansiosi e dei camerieri con vocazione paramedica, potrebbe estendersi a Monterosso, Riomaggiore e agli altri gioielli delle Cinque Terre, dove l’autolesionismo turistico è in costante crescita. L’obiettivo? Fermare il turismo “estremo” da social network, quello che spinge orde di persone a farsi fotografare su rocce viscide, con alle spalle l’Apocalisse in arrivo, purché ci siano filtri Instagram a correggere la luce. A questo punto mancano solo gli elmetti obbligatori, i droni dissuasori e la polizia balneare con i cani anti-selfie.
Intanto, a Vernazza, qualcuno propone una medaglia per i ragazzi che hanno salvato la turista. “Sono degli eroi”, ha detto Fanelli, e per una volta, nessuno osa contraddirlo. La ragazza è stata dimessa dall’ospedale, la macchina fotografica è sopravvissuta (forse), e il comune ha trovato un modo per far parlare di sé nel mondo: diventare il primo borgo italiano dove fotografarsi è un reato, ma solo se il rischio è fotogenico.
Insomma, benvenuti a Vernazza. Dove le onde sono belle, ma meglio non giocarci. Dove i selfie sono artistici, ma anche un po’ criminali. E dove i ristoranti, oltre al menù, offrono corsi accelerati di salvataggio.
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