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30 Luglio 2025 - 09:49
Torino riconosce l’identità alias: più diritti per le persone transgender e non binarie
A Torino, le persone transgender e non binarie potranno finalmente usare il nome che rispecchia la loro identità anche nei rapporti con il Comune, senza dover aspettare la modifica ufficiale dei documenti. La giunta comunale guidata da Stefano Lo Russo ha approvato nuove linee guida che introducono ufficialmente l’identità alias, una misura proposta dall’assessore ai diritti Jacopo Rosatelli. L’obiettivo è semplice e potente: permettere a chi è in un percorso di affermazione di genere di essere chiamato con il proprio nome di elezione negli ambienti di lavoro e nei servizi pubblici, come le biblioteche civiche. Un gesto concreto che tocca la vita quotidiana di molte persone e che riconosce il diritto di essere rispettati per quello che si è.
La novità riguarda in particolare i dipendenti comunali, che potranno richiedere di usare il nome scelto sul posto di lavoro, e gli utenti delle biblioteche, che avranno la possibilità di ottenere una tessera alias attraverso una procedura dedicata. Non si tratta solo di una formalità amministrativa: è una questione di dignità. Sentirsi riconosciuti, veder rispettata la propria identità, poter vivere e lavorare senza dover ogni volta spiegare o giustificare chi si è.
“Si tratta di un’iniziativa concreta – ha dichiarato Jacopo Rosatelli – che conferma l’impegno della città di Torino nel promuovere inclusione, pari opportunità e rispetto delle identità di genere”.
Il provvedimento arriva in attuazione di una mozione votata dal Consiglio comunale il 15 maggio 2023, che chiedeva l’istituzione di un registro per il riconoscimento del nome e del genere di elezione. Ma Torino aveva già dato segnali in questa direzione: le tessere alias per il trasporto pubblico, realizzate in collaborazione con GTT e con l’assessora alla mobilità Chiara Foglietta, sono un precedente importante. Anche il Politecnico di Torino e l’Università degli Studihanno da tempo attivato le cosiddette “carriere alias”, che consentono agli studenti in transizione di essere riconosciuti con il nome e il genere scelto durante il percorso universitario.
Per realizzare queste nuove linee guida, Rosatelli ha lavorato in stretto contatto con la vicesindaca Michela Favaro, che ha la delega al personale, e con l’assessora alla cultura Rosanna Purchia, che ha seguito l’applicazione del provvedimento nell’ambito delle biblioteche. Un lavoro di squadra che ha portato a un risultato concreto, con regole chiare e applicabili. “Torino – ha aggiunto Rosatelli – continua a costruire una società aperta, rispettosa e consapevole, dove le identità non siano mai un ostacolo, ma una ricchezza da riconoscere e valorizzare”.
L’iniziativa dell’amministrazione torinese si inserisce in un contesto più ampio, dove alcune scuole, ospedali e aziende pubbliche – come l’Asl TO5 e la stessa GTT – hanno già adottato strumenti simili. Ma ora è il Comune stesso, come ente pubblico, a farsi carico di una responsabilità diretta nel garantire il rispetto delle persone transgender. Un atto politico, oltre che amministrativo, che riconosce il diritto all’identità come parte fondamentale del vivere civile.
L’introduzione dell’identità alias a Torino può diventare un modello per altre città italiane. Dimostra che anche a livello locale è possibile agire concretamente per i diritti civili. E lancia un messaggio chiaro: nessuno dovrebbe essere costretto a nascondere o mettere in pausa la propria identità in attesa di un documento aggiornato. Ognuno ha il diritto di essere chiamato per quello che è.
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