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24 Luglio 2025 - 22:48
Carrefour lascia l’Italia e vende 1.188 negozi a NewPrinces per 1 euro
Carrefour dice addio all’Italia. E lo fa cedendo 1.188 punti vendita al gruppo italiano NewPrinces, controllato dalla famiglia Mastrolia. A cambiare padrone saranno 41 ipermercati, 315 supermercati, 820 minimarket e 12 cash & carry, l’intera rete del colosso francese della grande distribuzione operante nella Penisola. Ma a sorprendere non è solo la dimensione dell’operazione, quanto i dettagli dell’accordo: enterprise value da un miliardo, sì, ma equity value simbolico di un solo euro.
La multinazionale italiana con sede a Reggio Emilia – già nota come Newlat Food e oggi rinominata NewPrinces Group – continua così la sua ascesa nel firmamento dell’industria alimentare europea. Dopo aver rilevato Newlat a seguito del crac Parmalat e aver acquisito l’inglese Princes Group dalla giapponese Mitsubishi, mette ora le mani su un pezzo importante del retail italiano, incassando l’uscita definitiva di Carrefour dal nostro Paese.
E il rilancio è già scritto nero su bianco. Il marchio GS, simbolo storico della GDO italiana dimenticato sotto la gestione francese, sarà riportato in vita con una nuova strategia commerciale e valoriale. I negozi saranno modernizzati, i canali di distribuzione innovati e l’integrazione logistica tra produzione e vendita sarà il cuore del nuovo progetto. La flotta logistica di NewPrinces, che già conta oltre 600 mezzi refrigerati, sarà integrata con quella di Carrefour per rafforzare le consegne a domicilio e i canali HoReCa.
L’operazione verrà finalizzata entro la fine del terzo trimestre 2025, ma i numeri proiettano già il gruppo in una nuova dimensione: fatturato 2025 atteso a 6,9 miliardi, con l’obiettivo di superare i 7 miliardi nel 2027. E se il dato economico è rilevante, quello sociale lo è forse ancor di più: la nuova entità si posizionerà come secondo gruppo alimentare italiano per fatturato e primo per occupazione diretta, con 13.000 lavoratori in Italia, oltre 18.000 nel mondo e ulteriori 11.000 persone impiegate tramite fornitori esterni.

Non mancano però le ombre. I sindacati restano in allerta, temendo che la riorganizzazione possa avere ricadute occupazionali, soprattutto in alcune aree dove la rete Carrefour è più fragile. Anche perché, come ha ammesso la stessa Carrefour, il contesto economico italiano è stato nel 2024 “particolarmente difficile e competitivo”, con ricavi in calo, utile operativo corrente in flessione e un free cash flow negativo.
A garanzia del rilancio, il contratto di vendita prevede un imponente piano di investimenti da 437,5 milioni di euro: Carrefour contribuirà con 237,5 milioni come sostegno una tantum alla transizione industriale, mentre NewPrinces investirà 200 milioni nei prossimi anni per l’ammodernamento della rete, l’integrazione delle piattaforme e lo sviluppo di nuovi canali distributivi.
A confermare l’ambizione dell’operazione è lo stesso presidente Angelo Mastrolia, che ha dichiarato: “Questa acquisizione rappresenta una tappa fondamentale nella traiettoria di crescita del nostro gruppo. Compiamo un passo decisivo verso l’integrazione verticale tra produzione e distribuzione, rafforzando la nostra capacità di generare valore lungo l’intera filiera”. Un’operazione che, secondo Mastrolia, è anche “un investimento strategico per l’Italia”.
Il progetto industriale sarà al centro di un incontro già programmato con il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, che nei prossimi giorni riceverà Mastrolia per discutere lo sviluppo del piano e le sue ripercussioni sul piano occupazionale e territoriale. A seguire, anche i sindacati saranno convocati per aprire un tavolo istituzionale di confronto.
Con questa operazione, NewPrinces – che oggi controlla un portafoglio di oltre 30 marchi tra cui Delverde, Pezzullo, Mukki, Tapporosso, Polenghi, 3Glocken, Napolina e Centrale del Latte di Torino – si candida a diventare il più grande player agroalimentare italiano a capitale familiare, portando a compimento una strategia di crescita costruita su integrazione verticale, controllo della filiera, internazionalizzazione e recupero di marchi storici.
E mentre Carrefour si ritira dall’Italia, ridimensionando la sua presenza europea per concentrarsi su Francia, Spagna e Brasile, la sfida passa ora interamente nelle mani italiane. Con tutte le incognite, ma anche le opportunità, di un rilancio che potrebbe ridisegnare il panorama della grande distribuzione nel nostro Paese.
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