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Cascinette, minoranze all’attacco: interrogazioni in arrivo e fendenti alla Città Metropolitana

Nel secondo Consiglio comunale astensioni, distinguo politici e una mozione sull’area cani. Breccolotti accusa Torino di esautorare i Comuni: “Propaganda ecologista senza soldi né soluzioni”

A Cascinette volano gli stracci: la campagna elettorale si fa dura

Menadito e Breccolotti

Il secondo Consiglio comunale di Cascinette d’Ivrea, riunitosi martedì 23 luglio, si è consumato tra distinguo politici, astensioni ragionate e qualche inatteso allineamento. Ma soprattutto ha messo in scena una minoranza che — pur divisa al suo interno — ha deciso di non restare a guardare, annunciando a più riprese un’intensa attività di sorveglianza sull’operato della maggioranza guidata dal sindaco Marco Menaldino.

In apertura, il consigliere di “Cascinette Tricolore” Andrea Breccolotti ha scelto l’astensione sulla variazione di bilancio, preannunciando una raffica di interrogazioni che saranno presentate nei prossimi consigli. Un avvertimento, più che una semplice presa di posizione: la gestione delle finanze comunali, secondo la minoranza, dovrà essere analizzata voce per voce, spesa per spesa. Un segnale di nervosismo nei confronti della linea tenuta dalla giunta, che fino ad ora ha evitato il confronto serrato sui conti pubblici.

Sorpresa invece sul punto riguardante il nuovo regolamento per l’area di sgambamento cani. Qui, mentre i consiglieri di “Cascinette Futura” Antonio Ferrari e Maria Rita Esposito si sono astenuti, è stato proprio Breccolottia votare a favore insieme alla maggioranza. Ma non senza condizioni: il suo sì è stato accompagnato dall’annuncio di una mozione per chiedere l’introduzione di sistemi di videosorveglianza e illuminazione adeguata. “Non possiamo pensare che a garantire la sicurezza siano solo i carabinieri: il Comune deve dotarsi di strumenti autonomi per evitare di scaricare tutto sulle forze dell’ordine”, ha detto in aula, criticando il testo approvato, che secondo lui non prevede sufficienti misure di prevenzione.

Ma è sul punto politico più delicato — la convenzione tra la Città Metropolitana di Torino e i comuni del comprensorio eporediese per l’istituzione della Comunità Consultiva delle Aree Protette — che si è consumato il confronto più acceso. La bozza di convenzione, che riguarda in particolare la gestione del nascente Parco Naturale dei 5 Laghi di Ivrea, è stata presa di mira da Breccolotti con toni durissimi. Dopo aver preso la parola, il consigliere ha srotolato il testo articolo per articolo, contestandone la natura esclusivamente “consultiva” e denunciando un’impostazione verticistica che, ancora una volta, “esautora i Comuni e lascia tutto il potere a Torino”.

Ma non si è fermato qui. Nel suo intervento, ha parlato apertamente di “propaganda ecologista” e “follia amministrativa”, accusando la Città Metropolitana di aver scritto un testo che “predica coscienza ambientale ma ignora totalmente le esigenze dell’economia locale”. Secondo Breccolotti, infatti, la convenzione non prevede “nessun investimento concreto, nessuna misura di sostegno alle attività economiche già provate dalla burocrazia e dai vincoli ambientali”. Il riferimento al comma “c”, che richiama l’uso efficiente delle risorse umane e strumentali disponibili, è stato liquidato come “una foglia di fico che anticipa un ente privo di mezzi”.

municipio

Una posizione ruvida, che ha spinto anche Antonio Ferrari a intervenire per giustificare l’astensione del suo gruppo, “Cascinette Futura”. “Anche se questa convenzione è stata sostenuta in Regione da partiti a cui facciamo riferimento, qui sul territorio non possiamo accettare un passaggio a scatola chiusa”, ha dichiarato, tracciando una linea di demarcazione tra il piano regionale e quello comunale. Dunque, anche se le motivazioni differiscono, l’astensione è stata condivisa da tutta la minoranza, che nel merito — pur con sfumature — sembra convergere nel giudizio critico sulla governance del nascente Parco.

Approvata invece senza scosse la Commissione Edilizia Comunale, votata all’unanimità, con Giorgio Salamano(nome indicato dalla minoranza) che entra a far parte dell’organismo insieme agli architetti Elena Ruffino e Alessandro Gastaldo Brac, ai geometri Gianni Lissolo e Marco Minotti, al geologo Giuseppe Quaglino e all’ingegnere Aldo Boffa Tarlatta. Una pagina senza frizioni, che ha segnato una rara convergenza tra maggioranza e opposizione.

Infine, la minoranza ha ottenuto due nomine all’interno della Commissione consultiva per l’agricoltura: Antonio Ferrari come membro effettivo e Andrea Breccolotti come supplente.

Ma la quiete è durata poco. Sulla seconda variazione di bilancio all’ordine del giorno, la minoranza ha nuovamente optato per l’astensione e ha annunciato la presentazione di ulteriori interrogazioni per ottenere chiarimenti puntuali su cifre, destinazioni e coperture.

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