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 Favria, tra storia e Tricolore: nella casa degli Alpini si custodisce un’identità che non teme il tempo

Lo spirito degli Alpini: storia, fratellanza e servizio senza tempo nella sede di Favria

 Favria, tra storia e Tricolore

 Favria, tra storia e Tricolore: nella casa degli Alpini si custodisce un’identità che non teme il tempo

Due bandiere tricolori sventolano all’ingresso, sempre visibili, sempre salde. Sono lì da anni, davanti alla sede del Gruppo Alpini di Favria, e non smettono di parlare. Parlano a chi passa, a chi entra, a chi si ferma anche solo un attimo. Raccontano una storia collettiva che affonda le radici in un passato fatto di sacrificio, silenzio e fratellanza. Ma soprattutto raccontano un presente che continua a battere forte, con la stessa intensità di un tempo.

La sede, un tempo caserma dei marconisti, oggi è molto più di un edificio: è il punto d’incontro di uomini uniti non da un vincolo formale, ma da uno spirito profondo e invisibile. Lo si respira nelle foto appese alle pareti, nei cimeli custoditi con cura, nei racconti che scorrono liberi durante le adunate. È qui che il passato diventa presente, che i nomi degli “andati avanti” vengono pronunciati con rispetto e calore, non come ricordo statico ma come parte viva della quotidianità del gruppo.

Dagli anni Sessanta a oggi, questa casa degli Alpini ha visto entrare giovani e vecchi, contadini e studenti, muratori e pensionati. Uomini che nella vita hanno percorso strade diverse, ma che qui si sono riconosciuti sotto uno stesso simbolo, dentro una stessa parola: Alpino. È un’identità che non si costruisce con le parole, ma con i gesti concreti, con le mani che sistemano la sede, con la presenza durante le feste del paese, nelle giornate di allerta, nelle iniziative benefiche, sempre pronti a dire “ci siamo”.

Chi entra in questa casa sa che non si tratta di un semplice luogo fisico. È un rifugio dell’anima, come lo definisce chi lo vive. Uno spazio dove si incrociano storie di uomini e valori, dove si progetta, si ricorda, si cresce. Qui si impara cosa significa servizio, si capisce che la solidarietà non è una parola vuota, ma una scelta di vita. È una scuola civile continua, che non finisce mai, nemmeno con il passare degli anni o il congedo dalla divisa.

Lo spirito alpino non ha bisogno di essere spiegato. Si percepisce nei silenzi durante l’alzabandiera, negli occhi che si velano quando si ricorda chi non c’è più, nei brindisi che non dimenticano mai il passato. È una cultura di vita che si tramanda, senza imposizione, ma con l’esempio. E anche se i tempi cambiano, anche se il mondo intorno corre, l’identità Alpina resiste, coerente, autentica, radicata.

Chi osserva quelle bandiere al vento, oggi come ieri, può forse capire qualcosa di più profondo: che ci sono luoghi e comunità che resistono al logorio del tempo, non per nostalgia ma per forza di coerenza. A Favria, il Gruppo Alpini è questo: memoria attiva, presenza civica, spirito di servizio. Un’istituzione silenziosa e instancabile, che agisce senza clamore ma con una dedizione che lascia il segno.

Come scrive Giorgio Cortese:
«Essere Alpini significa portare dentro uno spirito di fratellanza sincera, di amicizia profonda, di collaborazione instancabile. È un impegno che dura per sempre, una scelta di vita che va oltre il tempo e lo spazio».

Foto di: Giorgio Cortese

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