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Ivrea in Azione
21 Luglio 2025 - 08:09
Ivrea vista dall'alto
L’ennesima variazione di bilancio. Un esercizio sempre più frequente nella vita amministrativa della città. Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di Ivrea è stato approvato un assestamento da oltre 3 milioni e 600mila euro. Non un semplice atto tecnico, ma un passaggio politico importante, che avrebbe potuto (e dovuto) rappresentare un momento chiave per ridefinire le priorità e dare una direzione più netta all’azione dell’amministrazione.
Le aspettative non mancano. Non solo tra gli amministratori, ma soprattutto tra i cittadini che attendono da tempo risposte concrete su due grandi temi: sicurezza e rilancio economico. Eppure, nonostante la chiara volontà di “accontentare tutti” — con stanziamenti distribuiti tra le varie richieste degli assessori — alcuni nodi restano irrisolti.
Tra questi, la destinazione degli 80.000 euro per gli educatori di strada. Uno stanziamento che lascia aperti più interrogativi che certezze. Come verranno utilizzati quei fondi? Quali saranno gli obiettivi, le modalità operative, i risultati attesi? Ho chiesto un approfondimento, perché la sicurezza urbana non può essere affrontata in modo approssimativo, né con soluzioni vaghe o scollegate dal contesto reale.
Una vera pianificazione in materia avrebbe dovuto tener conto delle richieste esplicite arrivate dai commercianti, che hanno raccolto oltre 2.000 firme per sollecitare le istituzioni ad agire con decisione. Le aree più problematiche, lo sanno tutti, sono sempre le stesse: zona stazione, ospedale, Corso Vercelli, Corso Massimo d’Azeglio. Quartieri dove continuano a verificarsi episodi di violenza e microcriminalità, e dove la percezione di insicurezza è ormai radicata.
Sarà interessante — e doveroso — valutare nel tempo quali iniziative concrete intenderà promuovere la vice sindaca di Laboratorio Civico, con il supporto degli educatori di strada. Perché i cittadini non chiedono slogan, ma risultati. Non annunci, ma azioni.
Accanto al tema sicurezza, un altro punto merita attenzione: Via Arduino. La strada, al centro di alcuni progetti di rilancio, potrebbe beneficiare presto di agevolazioni economiche e contributi a fondo perduto per incentivare nuove aperture commerciali. Un’iniziativa lodevole, che però non dovrebbe restare confinata a una singola via. Ivrea ha bisogno di una strategia più ampia, che investa l’intero centro cittadino.
In questo senso, potrebbe tornare utile uno strumento spesso ignorato: il prestito d’onore. Utilizzato con successo in altri comuni, rappresenta un meccanismo concreto per favorire l’insediamento di piccole attività, negozi di prossimità, laboratori artigiani. Un progetto serio di riqualificazione urbana non può prescindere da leve economiche accessibili e da un’analisi approfondita della realtà commerciale della città.
Diversificare l’offerta. Incentivare le nuove aperture. Sostenere chi ha il coraggio di investire. È da qui che passa il futuro di Ivrea.
Con un bando pubblico trasparente e mirato, il prestito d’onore potrebbe diventare un vero motore per lo sviluppo economico, contrastando lo svuotamento progressivo del centro e l’impoverimento dell’identità urbana. In una Ivrea che guarda sempre più al turismo, ai servizi, alla qualità della vita, ogni iniziativa dovrebbe essere pensata per rendere la città più vivibile per chi ci abita e più attrattiva per chi desidera investire o visitarla.
Pensare una Ivrea a misura d’uomo significa immaginare una comunità accogliente per le famiglie, per i giovani, per gli anziani. Una città dove valga la pena restare, mettere radici, crescere, invecchiare. Ma per farlo, servono scelte politiche coraggiose, una visione organica e la capacità di coinvolgere davvero tutti gli attori sociali ed economici.
Ogni decisione presa oggi costruisce (o compromette) il futuro di domani. E quel futuro, se vogliamo renderlo degno dei nostri figli, dovrà essere più giusto, più dinamico, più umano.
Servono strumenti concreti, una progettualità vera e un’amministrazione capace di rimettere al centro i bisogni reali dei cittadini. Serve più impegno, più coraggio e soprattutto più perseveranza. Perché le belle parole non bastano: servono scelte, fatti, risultati.
Costruiamo ponti con i cittadini. Non fortini da cui governare. Ciao!!
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