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Cronaca
20 Luglio 2025 - 12:51
Via Trione è chiusa da due settimane. Non chiusa per qualche lavoretto di routine. Chiusa per un cedimento. Di quelli seri. Eppure, per giorni, il silenzio. Nessuno si è visto. Nessuno ha spiegato. Nessuno ha messo un cartello chiaro. Nemmeno uno straccio di deviazione. Roba da matti, l’ha scritto nero su bianco Davide Pieruccini, consigliere comunale di opposizione, che ha alzato la voce sui social, come ormai tocca fare a chi in Consiglio è fuori dai giochi ma non dal territorio.
«Credo sia un record per una strada del centro cittadino», ha detto Pieruccini. E come dargli torto? Via Trione non è una stradina sperduta. È una via con ingressi residenziali, commerciali, industriali. Ci sono passi carrabili. Pagati. E soprattutto c’è una viabilità impazzita, senza logica né segnaletica: «È ancora senso unico? È diventato doppio senso solo per i residenti? Chi entra da via Torino sa che potrebbe trovarsi qualcuno contromano?».
Le domande se le pongono i cittadini. Chi dovrebbe rispondere – Comune, polizia locale, Smat – tace. Almeno fino al post ufficiale del Comune che arriva solo dopo il polverone social.
Cedimento della fogna a 5 metri di profondità
Dal Comune fanno sapere che c’è stato un cedimento stradale causato da un’erosione della fognatura. La Smat ha delimitato l’area e il danno si trova a circa cinque metri sotto terra. Tradotto: un intervento da operazione chirurgica, in una zona urbanizzata. Serve una ditta specializzata, con attrezzature e tutte le misure di sicurezza.
Il sopralluogo? Il 9 luglio, una settimana dopo la chiusura della via. Presenti amministratori, polizia locale, Smat e la ditta incaricata. Ma solo il 16 luglio – cioè due settimane dopo l’inizio del disagio – viene ufficializzato il divieto di sosta, il blocco totale anche ai pedoni e il tratto esatto di chiusura: dall’ingresso della Tenneco (esclusa) fino al ponte ferroviario.
Zero cartelli, zero chiarezza, ma tante domande
Nel frattempo la città si arrangia. Residenti che entrano e escono a loro rischio e pericolo, furgoni che si infilano dove possono, nessuna indicazione chiara, nessuna modifica alla cartellonistica. E qui arriva la raffica di domande – tutte legittime – di Pieruccini: «In caso di incidente, di chi sarà la responsabilità? Come si può non aver pensato a una revisione dei cartelli, nemmeno temporanea?».
Perché una cosa è certa: il disagio non lo vive chi lavora negli uffici del Comune. Lo vivono i cittadini. Quelli che pagano per usare un passo carrabile che oggi è bloccato da un cantiere improvvisato, nato dal nulla e gestito nel silenzio.
Fine lavori? Speriamo entro fine luglio…
La promessa è che i lavori termineranno entro fine mese. Ma una cosa è certa: nel frattempo, la politica si muove solo quando la protesta monta, e i cantieri partono solo quando la voce si alza. Finché nessuno denuncia, tutto resta com’è.
E Cuorgnè, intanto, si abitua all’assurdo: una strada del centro chiusa per settimane senza che nessuno si prenda la briga di avvisare. Senza un cartello. Senza un piano. Solo con un post. E con l’amara conferma che – ancora una volta – l’emergenza vera non è sotto l’asfalto, ma nei piani alti del palazzo.
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