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Per chi suona la campana?

Daniele o Arrigo? Nomine, cordate e vecchi merletti nella diocesi di Ivrea

Dopo il caso Meinardi, monsignor Salera punta tutto su don Smiderle. Tra incarichi cumulati, cordate clericali, creature di Miglio e vedove di Bettazzi, la partita del potere ecclesiastico si gioca tra segreti (poco segreti) e dimissioni annunciate

Daniele o Arrigo? Nomine, cordate e vecchi merletti nella diocesi di Ivrea

Sono sempre di più le voci secondo le quali il vescovo di Ivrea, monsignor Daniele Salera, sarebbe orientato, dopo lo smacco subito con la nomina e le subitanee dimissioni di don Luca Meinardi, a scegliere come suo vicario generale il prevosto di Chivasso, don Davide Smiderle, il quale, oltre a reggere quattro parrocchie (Duomo, Boschetto, Castelorosso e Mandria) è pure rettore del seminario e in più «vicario episcopale per il patrimonio diocesano», venendo ad assommare in tal modo un numero di incarichi pastorali che non ha eguali.

Troverebbe in tal modo conferma la convinzione di alcuni secondo la quale la cordata migliore (e a lui più affine) per realizzare il programma pastorale del vescovo sia quella capitanata dagli stessi Meinardi e Smiderle e composta dai parroci di San Giusto (don Marco Marchiando), Verolengo (don Valerio D'Amico), Caluso (don Loris Cena), Sacro Cuore di Ivrea (don Davide Rossetto) e dal viceparroco di San Giorgio (don Massimiliano Marco): tutti quanti legati strettamente al cardinale Arrigo Miglio di cui sono creature.

Inutile dire che l'attivismo di monsignor Salera rende la figura del vicario generale, se non vir inutilis et umbra superioris, abbastanza secondaria.

Intanto sembra che verranno prossimamente accolte le dimissioni dei due parroci - decani della diocesi: il pievano di Pont Canavese, don Aldo Vallero e il prevosto di Montanaro, don Aldo Borgia, i quali, pur recalcitranti, dovranno lasciare l'ufficio che detengono da mezzo secolo o quasi. Non mancano i nomi di chi ambirebbe a prendere il loro posto, ma pare che non siano di gradimento del vescovo.

In occasione dell'annuale pellegrinaggio diocesano ad Oropa saranno sciolte le riserve sui loro nomi e su altri incarichi. Il riserbo è assoluto, ma in ambiente ecclesiastico il segreto è sempre relativo.

A distanza di due anni dal ritorno al Padre di monsignor Luigi Bettazzi, al quale il nostro direttore ha elevato un ispirato peana, i suoi attempati eredi (e le sue mistiche vedove) non possono essere troppo allegri.

Dopo l'episcopato di monsignor Arrigo Miglio che, con formali ossequi e riconoscimenti, li aveva ridimensionati e tenuti a bada, è venuto monsignor Edoardo Cerrato, non certo a loro favorevole e nei confronti del quale ingaggiarono da subito una lotta sorda e tenace.

Speravano che il successore avrebbe rinnovato i fasti del mitico «vescovo rosso», ma per adesso, a parte qualche parola di circostanza, una restaurazione sembra impossibile.

Per ricordarlo sarà celebrata una Messa da parte dell'ex vescovo di Pinerolo, il canavesano monsignor Piergiorgio Debernardi, il quale, per risolvere la drammatica carenza di preti della sua diocesi, pensò bene di appaltarla al Cammino Neocatecumenale di Kiko Arguello, facendovi insediare il loro seminario.

Oggi Pinerolo ha meno di 15 preti diocesani quasi tutti anziani.

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen

Tutti gli articoli di Fra' Martino qui

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