AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
17 Luglio 2025 - 17:37
Presso il ristorante Grillo
La Nuova Statale 26 ha finalmente aperto i battenti mercoledì 16 luglio, tra squilli di tromba, foto di gruppo, pacche sulle spalle e dichiarazioni da campagna elettorale permanente. Un evento epocale – dicono – che inaugura una nuova era per il traffico tra Chivasso e Ivrea, come se bastasse un nuovo tratto d’asfalto per sistemare anni di sciatteria e immobilismo. E ovviamente, nel tripudio generale, c’è chi ha già tirato fuori parole come ecosostenibilità, mobilità dolce, pista ciclopedonale. Non sia mai che manchi il green washing all’inaugurazione.
Grande assente? La concretezza. Ma abbondano le autorità locali, i comuni limitrofi in gita istituzionale e i soliti discorsi con "oggi è un giorno importante per il territorio". Dimenticando però che, per chi arriva da Ivrea in direzione Chivasso, ora raggiungere il supermercato Planetarium è diventato un piccolo rally quotidiano: vietato svoltare direttamente, bisogna allungare fino alla seconda rotonda. Una modifica pensata per la sicurezza, spiegano. Certo. Come no. Forse anche per aumentare i consumi di carburante, sostenere il PIL o favorire qualche officina meccanica.
In Consiglio Comunale, intanto, si torna a parlare di Via Martiri, una via che somiglia più a una cicatrice mal rimarginata che a un'arteria urbana. Un’opera d’arte involontaria, fatta di cemento chiaro e scuro, crepe, salti di quota e un marciapiede da parkour urbano, degno delle peggiori trasmissioni survival. Sotto quel selciato, chissà, magari si nasconde davvero un tesoro: una Champions League per la Juve o almeno una spiegazione logica del perché nessuno riesca mai a sistemare le cose come si deve.
Il marciapiede in Corso Torino
Le condizioni dell'asfalto in Corso Torino
Le condizioni del marciapiede e strada presso i Viali di Caluso di fronte ai due Licei Ubertini e Martinetti
L'asfalto è sempre più precario
Il continuo della strada in Via Montello
Ma attenzione: Via Martiri è solo la punta dell’iceberg. Le condizioni di Via Armando Diaz e Via Vittorio Venetogridano pietà. A sollevare la questione ci pensa la lista civica Caluso per un futuro in comune, per bocca di Giuseppe Ferrero, che segnala due balconi pericolanti. Ma d’estate si sa, tutto si rallenta: fa caldo, ci sono le ferie, c’è il mare (per chi può). I balconi? Magari cadranno. Ma non disturbiamo la quiete balneare per due pezzi di cemento penzolanti, suvvia.
Nel frattempo, in Via Armando Diaz, il contatore del gas si è trasformato in un incrocio tra un deposito di batteri e un'opera di land art post-apocalittica. Un esperimento spontaneo di bioarchitettura urbana: altro che smart city, qui siamo alla city batterica. Forse attireremo l’attenzione dell’OMS, o almeno di qualche studente fuori corso di microbiologia.
Ogni via a Caluso ha il suo cantiere invisibile, il suo scavo a metà, la sua pozza che attende solo la prossima pioggia per diventare uno stagno a uso zanzare. Le buche? Ormai sono come le stagioni: tornano, puntuali. E a ogni rattoppo, ecco un nuovo strato di cemento a durabilità limitata, come certe promesse elettorali. Il fresco non è ancora arrivato e già immaginiamo le nuove crepe, le nuove infiltrazioni, l’ennesimo colpo di scena nella telenovela dell’asfalto variabile.
E qui viene il bello: si spera che la Statale 26 diventi esempio e ispirazione. Magari partendo da Corso Torino, dove l’ingresso in paese è un invito a ricalibrare le sospensioni dell’auto. Dopo la "scioltezza" dell’asfalto nuovo, è un ritorno alle origini: il battesimo di buche, gobbe e macchie d’asfalto che sembrano dipinte da un espressionista ubriaco.
Il Comune, intanto, si affida al classico mantra: "serve tempo". Ma quanto ancora? Intanto, mentre Maria Rosa Cena taglia nastri e riceve complimenti per la Statale, e mentre l’idea iniziale di Mauro Chianale viene tirata fuori come una reliquia, Caluso affonda – nel cemento, nei calcinacci, nell’inerzia.
E mentre gli automobilisti si adattano, i pedoni giocano al gioco della sopravvivenza: marciapiedi rotti, tetti instabili, balconi che minacciano dall’alto. Chi sa, magari presto arriveranno i tour guidati: "Scopri anche tu il fascino decadente di Caluso! Balconi pericolanti e buche millenarie ti aspettano!".
In fondo, questo è un paese dove la buca è più resistente del rattoppo. Dove i balconi restano appesi... ai bilanci. E dove, anche con una statale nuova fiammante, il vecchio vizio di non sistemare il resto resta saldamente al suo posto.
La nuova parte della Statale 26 Chivasso- Ivrea
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.