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A Settimo nemmeno i morti hanno pace. E Piastra fa finta di niente

Tra lose divelte, ascensori guasti, loculi abbandonati e bagni indegni, Fratelli d’Italia incalza la Giunta. Ma da Piastra nessuna risposta concreta

A Settimo nemmeno i morti hanno pace. E Piastra fa finta di niente

Elena Piastra

A Settimo Torinese ormai nemmeno i morti possono riposare in pace. E questa non è una battuta da bar, ma la sintesi amara di una situazione che, da mesi – anzi, da anni – continua a peggiorare sotto gli occhi complici dell’Amministrazione comunale guidata dalla "visionaria" Elena Piastra. Ora a parlare non è più solo la rabbia dei cittadini, non più solo i post esasperati su Facebook, né soltanto la stampa “rompiscatole” che racconta da tempo lo scempio: anche le Opposizioni, finalmente, hanno deciso di alzare la voce in consiglio comunale.

Lo ha fatto il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia (Vincenzo Andrea Maiolino, Francesco D’Ambrosio e Giorgio Carlo Zigiotto). Ha presentato un’interpellanza dura e precisa. Una fotografia impietosa delle condizioni in cui versa il cimitero cittadino: lose staccate e pericolanti, infiltrazioni d’acqua con muschio e muffa, servizi igienici in condizioni igieniche da terzo mondo, rampe per disabili disastrate e, dulcis in fundo, l’ascensore fuori uso da tempo immemore, come fosse un optional anziché un diritto per chi è anziano, fragile o in carrozzina.

Non mancano nemmeno i dettagli grotteschi, degni di un film dell’orrore municipale: loculi aperti, lapidi abbandonate a terra, nessun addetto alla vigilanza in zona.

Potenzialmente pericoloso per i visitatori, soprattutto per i più piccoli”, scrivono i consiglieri. E hanno perfettamente ragione. Se qualcuno si facesse male, di chi sarebbe la responsabilità? Dell’ennesimo “ufficio tecnico che si occuperà appena possibile”? Della “calendarizzazione degli interventi”, come piace dire alla sindaca? Faremo, stiamo lavorando, stiamo progettando....

I consiglieri comunali di Fratelli d'Italia non si fermano al lamento: pongono domande precise. Quando sarà riparato l’ascensore? Quando verranno sistemate le pavimentazioni più pericolose? Che fine hanno fatto le soluzioni promesse per le infiltrazioni d’acqua? Ogni quanto vengono puliti i bagni, e con quale qualità? Chi controlla il soggetto gestore, e perché – alla luce delle evidenti carenze – non si è ancora messo mano al sistema di manutenzione del cimitero?

A leggerla, l’interpellanza è un atto d’accusa in piena regola. Eppure, chi dovrebbe sentirsi chiamato in causa sembra sordo. Da Nino Daniel, ancora saldamente alla guida della Patrimonio – la società partecipata incaricata anche della manutenzione – nessuna autocritica. Nessuna spiegazione. Nessun mea culpa. Solo un imbarazzante silenzio istituzionale, come se il degrado fosse una scocciatura passeggera. Dai vertici comunali, il solito atteggiamento: va tutto bene, basta aspettare. Peccato che i cittadini non abbiano più voglia né tempo di aspettare. Né tantomeno i defunti, che meritano un luogo dignitoso e asciutto dove riposare. E non un camposanto trasformato in una giungla di incuria.

Lo scorso anno avevamo raccontato, con ironia amara, la storia del vedovo Primo Padoan, che chiedeva solo che il loculo della suocera non fosse più sommerso dall’umidità. Da allora nulla è cambiato. Anzi, il degrado ha fatto passi avanti. Cemento gettato alla rinfusa, canaline dell’acqua piovana che non si congiungono, lavori fatti alla buona, come se si stesse rattoppando un cratere dopo un bombardamento. Il tutto sotto gli occhi di un’Amministrazione che si dice attenta e responsabile, ma che davanti ai disastri concreti scompare, svicola, rinvia.

le colate

“Ci stanno prendendo per il sedere”, dice qualcuno nei vialetti del camposanto. E non c’è da dargli torto. A Settimo, ormai, anche l’eterno riposo è diventato un privilegio riservato a pochi. Chi vuole una tomba asciutta, pulita e accessibile, si accomodi… altrove. A Torino? A San Mauro? Dove almeno le piogge non entrano nei loculi come se fossero vasche da bagno.

Nel frattempo, Elena Piastra continua a collezionare presenze da palcoscenico. Festival, convegni, rassegne culturali. Tagli di nastri, sorrisi e foto social. La sindaca è ovunque, tranne dove dovrebbe essere. Perché metterci la faccia lì, dove la gente piange e protesta, non porta like e neppure "visibilità". Più utile farsi immortalare altrove, che sporcarsi le scarpe nella ghiaia umida del cimitero.

E allora sì, questa interpellanza è importante. È un segnale politico, ma anche umano. Una richiesta di rispetto, dignità e verità. Ma più importante ancora sarà capire se qualcuno, in questa maggioranza, ha intenzione di "fare". O se anche stavolta finirà tutto sotto un’altra colata di cemento, con lavori fatti "ad minkiam" come scriveva quel tale su Facebook.

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