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14 Luglio 2025 - 14:28
Filippo Provenzano, Segretario CNA Torino
Lo sciopero indetto questa mattina dal personale della CNA Torino non ha colto di sorpresa l’associazione di categoria.
Anzi, il segretario e responsabile del personale Filippo Provenzano rilancia con toni netti: “Il dialogo con le parti sociali non si è mai interrotto. Confidiamo che verrà raggiunta un’intesa nell’interesse di tutti”. Il prossimo tavolo negoziale è già fissato: mercoledì 16 luglio. Segno, sottolinea la CNA, che le trattative proseguono con continuità e spirito costruttivo.
Il contratto, scaduto da sei mesi, è al centro di una vertenza che ha visto oggi i lavoratori incrociare le braccia. Ma secondo Provenzano, i conti vanno fatti con precisione.
“Il contratto è scaduto il 31 dicembre 2024 - dice - e il confronto è partito già a inizio 2025. Anzi, a maggio 2024 avevamo proposto di aprire prima il tavolo di trattativa, ma l’invito non è stato raccolto. Se lo fosse stato, probabilmente oggi non ci troveremmo in questa situazione”.
Il responsabile della CNA ricorda anche che un accordo era stato già raggiunto ad aprile 2025. Ma dopo l’assemblea dei lavoratori, tutto è saltato. “Quell’intesa aveva due polmoni retributivi”, spiega Provenzano.
“Un aumento del 7% sulla parte fissa tabellare, superiore all’indice IPCA, e un secondo polmone legato ai premi di produttività, come previsto dalla legge e dai contratti collettivi”. In totale, secondo i calcoli della CNA, gli aumenti sarebbero andati oltre il 10%.
Ma per alcuni, pare che un solo “polmone” non basti. E Provenzano lo dice con chiarezza: “Peccato che il secondo polmone, quello del premio di produttività, non sembri interessare a chi lamenta l’insufficienza degli incrementi fissi. Ma un polmone non basta per respirare”. Un’immagine evocativa per ribadire che ogni contratto moderno, oggi, vive su un equilibrio tra parte fissa e parte variabile.
Accanto alla retribuzione, la CNA Torino rivendica anche i benefici accessori garantiti ai dipendenti: sanità integrativa attraverso i fondi bilaterali del settore artigiano, un piano formativo da 40 ore annue su temi tecnici e organizzativi, e un’attenzione concreta alla conciliazione tra vita e lavoro. “Oltre il 20% del personale lavora in smartworking strutturale, mentre il 40% ha scelto il part-time volontario. Queste sono scelte che valorizzano l’equilibrio umano oltre a quello professionale”, afferma ancora il segretario.
Uno scenario complesso, in cui pesa anche il contesto economico. La CNA non nasconde le difficoltà vissute dalle imprese: aumento dei costi energetici, effetti dei dazi internazionali, e una crisi strutturale del settore che ha portato Torino a detenere – dati alla mano – il primato italiano per il ricorso agli ammortizzatori sociali. Il tutto, mentre il mercato dei servizi si trasforma a ritmo serrato, trascinato dall’intelligenza artificiale e dai cambiamenti tecnologici.
“Siamo consapevoli che serva uno sforzo per migliorare le retribuzioni in Italia, specie dopo la fiammata inflattiva legata alla guerra in Ucraina. Ma la risposta deve essere strutturale, non estemporanea: un mix ragionato tra parte fissa e parte variabile, come avviene in tutti i contratti di lavoro”, ribadisce Provenzano.
L’obiettivo della CNA resta chiaro: chiudere positivamente la trattativa in tempi brevi. Con pragmatismo e responsabilità, confidando nella tenuta dell’accordo già abbozzato ad aprile e nell’interesse comune a dare stabilità e riconoscimento al lavoro dei dipendenti. “Abbiamo messo sul tavolo misure concrete, sia economiche che organizzative. Serve ora uno sforzo comune per finalizzare l’intesa. Il tempo delle contrapposizioni sterili deve lasciare il posto alla corresponsabilità”.
Appuntamento al 16 luglio, allora. Con l’auspicio che il tavolo non si trasformi nell’ennesimo ring sindacale, ma in uno spazio di convergenza. Dove, magari, entrambi i polmoni possano finalmente respirare insieme.
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