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Punto Rosso
15 Luglio 2025 - 08:03
Il sindaco Matteo Chiantore
Il Punto rosso di questa settimana lo dedico alla forma, privilegio sempre i contenuti, ma la forma può anche essere sostanza, dunque diamogli un po’ di spazio e credito.
Ho lavorato per più di 15 anni nella Direzione Documentazione dell’Olivetti: era la divisione dove si scrivevano, editavano, traducevano e stampavano tutti i manuali utente e per l’assistenza tecnica, nonché tutto il materiale promozionale, dei prodotti Olivetti, tutti. Ho iniziato nel gruppo Editing, imparando un mestiere sul campo, come si poteva fare ancora negli anni 80 in Olivetti.
Pur essendo passati molti anni, cambiato secolo, la cosiddetta deformazione professionale rimane. “Un testo deve essere preciso, ben scritto, senza errori e la forma non deve essere da meno”, ci insegnavano.
Ho scorso il pdf del primo numero della nuova rivista della Città di Ivrea, “Fuori dal comune”. Non è una rivista digitale vera e propria, ma un semplice pdf da far scorrere, disponibile anche su carta “nei principali punti di aggregazione”.
Plaudo all’iniziativa di riprendere queste pubblicazioni.
Il titolo scelto è suggestivo per la doppia lettura possibile: una cosa straordinaria, fuori dal comune appunto, ma esprime anche “vogliamo uscire fuori dalle stanze del palazzo municipale verso la città”. Molto efficace. Peccato che il titolo sia stato inserito in copertina in piccolo (come piccolino è lo stemma di Ivrea) sotto la grande “identità visiva” IVREAè – insomma il city branding (chiedo scusa per l’anglicismo, ma così la chiamano).
A partire dall’editoriale però il city branding viene subito ciccato, leggiamo infatti: «Nasce “Ivrea È - Fuori dal Comune”».
Però IVREAè non è un testo che si può scrivere come ci pare. È un’identità visiva, appunto, un’immagine. Vanno seguite le regole date dalla Comunicazione del Comune stesso, a partire dal font e dall’uso di maiuscole e minuscole(la “è” deve essere sempre minuscola ci insegnano nelle slide di presentazione).
Scaricare il font scelto è un gioco da ragazzi a costo zero, immaginiamoci quanto sia facile per chi fa communication.
Eppure, l’approssimazione che pervade ormai ogni settore ha colpito ancora. Piccolezze? Certo, ma allora non si dedichino risorse pubbliche a costruire un’immagine grafica, city branding e quant’altro.
Passiamo alla seconda pagina. Totalmente occupata da inserti pubblicitari! (come pure la quarta di copertina). Inserti di cui è farcita tutta la rivista (ben 32, inclusa l’agenzia che ha realizzato la rivista) come un qualunque programma di festa patronale o sagra del lampascione. Non si può vedere!
Un conto sono le inserzioni istituzionali, di partecipate, fondazioni, consorzi, società di servizio, come SCS, SMAT, Banca Popolare Etica, Fondazione di Comunità del Canavese, ecc. che nell’inserzione danno anche informazione; altra cosa sono le pubblicità commerciali che francamente non ti aspetti nella rivista ufficiale del Comune (e mi chiedo anche come siano state selezionate).
Emblematica la pagina “Il Castello dalle rosse torri riapre le sue porte”. Sotto il brevissimo testo dell’articolo campeggia una pubblicità, che occupa uno spazio maggiore, che ci informa che possiamo fare l’elettrocardiogramma e altri esami in privato, con buona pace della sanità pubblica che va a rotoli perché depotenziata da politiche scellerate a destra e a manca e non riesce più a soddisfare le richieste dell’utenza che – se può permetterselo – si rivolge al privato.
Ma peggio è andata all’articolo “Un nuovo volto per Ivrea industriale: la nuova identità visiva del sito UNESCO” che si è beccata una pubblicità di un’agenzia di onoranze funebri. Beh, almeno capiamo che in Comune non sono superstiziosi, questa è buona cosa.
Ma la più spassosa è l’inserzione sotto il riquadro dell’assessora Colosso (nella seconda occorrenza a pagina 16, è l’unica ad averne due) che fra le altre deleghe ha quella alla tutela degli animali: una macelleria.
Intendiamoci, non ho nulla contro la pubblicità né gli inserzionisti, l’obiezione è sulla scelta del Comune di fare della rivista della Città una pubblicazione, di fatto, commerciale.
Andiamo avanti, nel colophon (quel riquadro che riporta tutte le informazioni sulla pubblicazione) si legge “Fuori dal Comune” anno 1 - numero 2 - luglio 2025. Numero 2? Ci siamo persi un numero? Eppure, il Sindaco scrive “siamo felici di presentarvi il primo numero”. Vabbè, anche queste son pinzellacchere.
Il direttore responsabile è Alberto Manzo, giornalista, della squadra di Inspire Communication, la società torinese che ha curato l’edizione e la stampa della rivista.
A proposito, vorrei suggerire all’Inspire Communication di inserire i link ovunque sia indicato un indirizzo Internet (es. ivreasansavino.it e kalata.it) così da facilitare la visita a quei siti, proprio come hanno fatto con i loro indirizzi, gli unici cliccabili nel pdf.
Non sono nazionalista, protezionista, e quindi meno che mai campanilista (tutt’altro!), ma mannaggia, la rivista del Comune non poteva essere curata da una società grafica dell’Eporediese?
E non poteva essere stampata in una delle ultime (sic) tipografie del territorio?
Non avrebbe avuto tutt’altro sapore?
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