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13 Luglio 2025 - 13:16
Cesare Cremonini incanta Torino: 35.000 fan per l'ultimo concerto al Grande Torino
Trentacinquemila. A contarli tutti, uno a uno, faceva quasi paura. Trentacinquemila anime strette l’una all’altra, strette a Cesare Cremonini, strette a un’idea di concerto che oggi, troppo spesso, rischia di perdersi in effetti speciali senz’anima. Non qui. Non a Torino, non nel suo vecchio stadio, il Comunale, che ha ospitato una delle ultime tappe del tour estivo di Cesare, in chiusura il 18 luglio a Roma.
Un concerto vero, di quelli con la V maiuscola. Nessuna sbavatura, nessuna nota fuori posto, nessun tempo morto. Tre ore di musica, di show, di sensualità, di passione. Di emozione. Tre ore in cui Cremonini ha dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, che non è solo l’ex ragazzo dei Lùnapop, ma un artista maturo, pieno, capace di reggere uno stadio come pochi altri in Italia.
E lo ha fatto alla sua maniera: con un pianoforte ricoperto di brillanti, con i suoi abiti che sembrano rubati a un musical, con la voce che accarezza e affonda, che racconta e incanta. Lo ha fatto partendo da 50 Special e arrivando a Alaska, passando per Marmellata #25, Un giorno migliore, San Luca, Figlio di un re, Mondo, fino al duetto virtuale con Elisa in Nonostante tutto.
Un momento del concerto
Ha suonato il piano, la chitarra, perfino la fisarmonica. Ha ballato, si è inginocchiato, ha parlato, ha riso. Ha detto: "Tiriamolo giù questo stadio, Torino!", con una carica addosso da far tremare le gradinate. E poi ancora: "È vero, gli stadi non sono adatti alla musica, ma questa notte rimarrà speciale. Quando si inizia un concerto non si sa mai cosa accadrà, stasera è accaduto tutto ciò che di bello poteva accadere".
Un addio? Forse sì. Perché, se tutto andrà come sembra, l’estate 2025 segnerà l’inizio di una nuova stagione musicale torinese, all’Allianz Stadium, dove già Max Pezzali (13 giugno) e Eros Ramazzotti (27 giugno) hanno piazzato la loro bandierina. Il Comunale, il Grande Torino, si prepara a lasciare il testimone.
E allora Cesare, ieri sera, ha chiuso come si chiudono le grandi storie: in bellezza. Con trentacinquemila cuori gonfi di gioia e occhi lucidi. E con quell’inchino finale, piano e solenne, che è il suo marchio, il suo grazie, il suo addio. Per ora. Forse per sempre.
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