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Cronaca

Mirafiori invasa dai cinghiali: dieci bestie in strada, residenti nel panico

Un branco di dieci esemplari in strada Castello di Mirafiori alimenta il panico. I cittadini chiedono interventi urgenti. Il consigliere Nucera: “Soluzioni sì, ma senza abbattimenti”

Mirafiori invasa dai cinghiali: dieci bestie in strada, residenti nel panico

Cinghiali a Mirafiori

È successo di nuovo. Ma stavolta è peggio. Stavolta non si parla di un singolo esemplare che vaga solitario nella notte, bensì di un vero e proprio branco. Dieci, forse dodici cinghiali in fila lungo strada Castello di Mirafiori, all’altezza del civico 111. Un’immagine che ha fatto il giro dei telefoni e che sta diventando, nel quartiere, qualcosa di più di un’eccezione: un’abitudine inquietante. L’avvistamento risale a mercoledì 10 luglio, ma le segnalazioni sono continue da giorni. A lanciare l’allarme è stata una residente, che ha chiesto l’intervento delle autorità, preoccupata non solo per la sua sicurezza ma per quella di tutti: “È pericoloso camminare la sera, le auto rischiano incidenti. Non è più solo questione di stupore o curiosità, ma di paura”. Una paura che monta e che si somma a un senso crescente di abbandono.

Non è la prima volta. Anzi, la presenza dei cinghiali in questa zona di Torino è ormai una costante. Basta percorrere i sentieri lungo il Sangone o inoltrarsi nel boschetto di Nichelino per imbattersi nei segni del loro passaggio. Gli animali arrivano anche dalla zona della Bela Rosin, scivolano lungo i vialetti degli Orti Urbani, spuntano da dietro le recinzioni, curiosano tra le cassette della frutta. Solo pochi giorni prima dell'ultima “sfilata”, erano stati ripresi mentre facevano razzia sotto un albero di prugne. Scene che, se un tempo potevano suscitare tenerezza e sorrisi — qualche video virale e battute sui social — ora accendono l’ansia. “Non è normale vivere con la costante preoccupazione di trovarsi davanti un cinghiale, magari con i cuccioli, magari impaurito. Potrebbe reagire. E se succede quando passano dei bambini?” si chiede una mamma, residente nella zona da più di vent’anni.

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Le preoccupazioni, però, non si fermano alle emozioni. I cinghiali, oltre ad attraversare le strade, devastano le coltivazioni degli orti urbani. Distruggono filari di pomodori, calpestano le insalate, scavano alla ricerca di radici. Ma soprattutto si muovono sempre più vicino alle abitazioni, anche in orari critici come il tardo pomeriggio o la prima serata, quando le strade sono ancora trafficate. Il rischio di incidenti è alto, specialmente per chi percorre via Castello di Mirafiori a velocità sostenuta, magari senza immaginare di trovare un cinghiale che sbuca improvvisamente dalla vegetazione. “Un branco come quello che abbiamo visto può provocare una strage. Non si parla solo di danni materiali, ma di vite” afferma un automobilista che ha evitato l’impatto solo per pochi centimetri.

I cittadini ora chiedono a gran voce interventi. Non bastano più le rassicurazioni o le promesse generiche. Servono fatti. “Vogliamo sapere chi ci protegge. Dove sono i controlli? Che piani ha il Comune?” scrivono sui gruppi di quartiere. Molti propongono sistemi di dissuasione, recinzioni rinforzate, maggiore illuminazione e una sorveglianza serale costante. Qualcuno chiede anche che si attivino piani straordinari di cattura con la collaborazione del Corpo Forestale. Ma su un punto la comunità appare divisa: gli abbattimenti. E a prendere posizione è anche la politica locale. Alessandro Nucera, consigliere della Circoscrizione 2, prova a trovare un equilibrio: “È fondamentale trovare soluzioni concrete per evitare che i cinghiali si avvicinino troppo alle abitazioni, ma senza ricorrere agli abbattimenti. Dobbiamo tutelare le persone e rispettare gli animali”. Una posizione che apre però molte domande: come? Con quali strumenti? Chi pagherà le spese per un piano di contenimento etico ed efficace? E soprattutto: quanto tempo occorrerà, mentre la gente continua ad avere paura anche solo a portare fuori il cane?

Gli avvistamenti si moltiplicano da mesi, eppure le istituzioni sembrano rincorrere gli eventi. Ogni volta si promette una strategia, un tavolo, una discussione. Intanto i cinghiali pascolano tra le case, trasformando un quartiere popoloso come Mirafiori Sud in una periferia selvaggia. Non è la natura che rientra in città, ma una città che appare sempre meno governata, lasciata all’improvvisazione. Insomma, a Mirafiori non si vive più tranquilli. E non è più questione di natura o di animali. È questione di sicurezza pubblica, di rispetto per chi abita il territorio, di capacità — o incapacità — amministrativa. Il tempo delle foto e dei video è finito. Ora servono decisioni. E servono subito.

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