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10 Luglio 2025 - 09:46
Colosso e il Benin
C’è un’Africa che parla anche piemontese. È quella che si è raccontata ieri nella Sala Dorata del Comune di Ivrea, dove si è svolto l’incontro pubblico “Benin: esperienze e prospettive. Come il territorio può intervenire nella cooperazione internazionale”, promosso dal Comune di Ivrea nell’ambito delle attività di cooperazione decentrata. Un momento di confronto e condivisione che ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti delle istituzioni, delle ONG e della società civile impegnati in prima linea nei progetti in corso nel Paese dell’Africa occidentale.
Ad aprire i lavori sono stati Matteo Chiantore, sindaco di Ivrea, e Gabriella Colosso, assessora alle Politiche di integrazione con delega alla Cooperazione, che ha vissuto in prima persona, solo pochi mesi fa, un lungo soggiorno in Benin. Accanto a loro, sul tavolo dei relatori, si sono alternati gli interventi di Francesca Cargnello, sindaca di Borgiallo, Endro Bevolo, sindaco di Pavone Canavese, Ignazio Stefano Zanetta, vicepresidente di ANCI Piemonte, e Angelica Domestico, in rappresentanza della Regione Piemonte, Direzione Affari Internazionali.
L’incontro ha rappresentato un’occasione preziosa per fare il punto sulle attività già avviate e su quelle in programma nei prossimi mesi. Tra le testimonianze più significative, quelle di Daniela Guasco di Re.Te. Ong, Roberto Falzoi e Vincenzo Bergantino di Seniores International, Sylvain Mapigou N’Daba dell’associazione Musco, Andrea Micconiper CoP, Edoardo Daneo di Co.Co.Pa. e Elena Ciarlo di ANCI Piemonte. Un mosaico di voci e competenze diverse unite da un obiettivo comune: costruire, mattone dopo mattone, un futuro più dignitoso per le comunità beninesi, a partire dal gemellaggio sempre più concreto con il Comune di Natitingou.
Le immagini che raccontano questa avventura collettiva sono esposte da ieri e fino all’11 luglio nell’androne del Palazzo Comunale di Ivrea: una mostra fotografica che ripercorre i progetti realizzati, gli sguardi dei bambini, i sorrisi delle donne, le mani al lavoro nei campi e nei cantieri della speranza.
Nel settembre del 2024, fu proprio Gabriella Colosso a partire per una missione in Benin. Da allora, la cooperazione ha assunto una forma sempre più concreta e articolata. Colosso ha visitato orfanotrofi, scuole, cantieri formativi. Ha incontrato autorità locali e il sindaco di Natitingou, Tatè Oundeyama, per tracciare un ponte istituzionale tra Piemonte e Africa sub-sahariana. Un gemellaggio che non si limita a una dichiarazione d’intenti ma che ha già prodotto interventi tangibili: la ristrutturazione della Maison de la Coopération et du Développement Durable, oggi centro di formazione agraria, la costruzione di un pozzo e l’installazione di un impianto fotovoltaico, l’avvio di corsi con l’Università di Parakou.
Tra i protagonisti, i tecnici e i volontari di Seniores International, molti dei quali pensionati, che con le loro competenze da agronomi, architetti, bancari e industriali, mettono le mani nel futuro del Benin. Un capitale umano che sfida le distanze e le disuguaglianze, spesso senza clamore, ma con risultati concreti e duraturi.
Nel cuore del progetto, c’è anche la Scuola della Cooperazione, simbolo di rinascita per un territorio che ancora oggi lotta con gravi carenze infrastrutturali ed educative. La scuola, oggi rinnovata e dotata di strumenti didattici adeguati, rappresenta un presidio educativo per centinaia di studenti e studentesse, il cui futuro ora sembra meno incerto.
Ma il Benin non è solo bisogno. È anche orgoglio, cultura, identità. È la culla del vudù e di una civiltà antichissima. Ed è proprio sulla valorizzazione delle competenze locali che si fonda l’approccio della cooperazione piemontese: non donare, ma costruire insieme; non sostituirsi, ma affiancare. L’obiettivo dichiarato è quello di creare percorsi di autonomia e sostenibilità nel lungo periodo, favorendo l’empowerment delle comunità locali.
Durante il dibattito si è discusso anche di come consolidare questi percorsi e renderli strutturali, attraverso reti istituzionali, come quelle animate da ANCI Piemonte, e tramite un coinvolgimento sempre maggiore degli enti locali, anche i più piccoli. L’esperienza virtuosa di Borgiallo e Pavone Canavese, così come l’apporto strategico della Regione e della Cooperazione Decentrata, dimostrano che anche un piccolo Comune può lasciare un segno profondo sulla scena internazionale.
La mostra allestita nel Comune di Ivrea non è soltanto un reportage. È una finestra sul mondo. Invita a guardare oltre, a ricordare che la cooperazione non è beneficenza, ma giustizia. E che le esperienze maturate a migliaia di chilometri da qui parlano anche di noi: della nostra capacità di ascoltare, di imparare e di restituire umanità a un’Europa spesso chiusa in se stessa.
Perché se è vero che nessuno si salva da solo, allora è altrettanto vero che ogni ponte costruito con rispetto e determinazione è un passo verso un mondo migliore.
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