Cerca

Attualità

Fine vita, il Piemonte si gira dall’altra parte, i cittadini no. Già raccolte oltre 30.000 firme

La proposta di legge dell’Associazione Luca Coscioni raccoglie consensi trasversali. Dopo il no alla legge “Liberi Subito”, presidio davanti al Consiglio regionale. “È il momento del coraggio”

Fine vita, il Piemonte si gira dall’altra parte, i cittadini no. Già raccolte oltre 30.000 firme

Fine vita, il Piemonte si gira dall’altra parte, i cittadini no. Già raccolte oltre 30.000 firme

Mentre il Consiglio regionale del Piemonte continua a ignorare una delle più forti richieste civili degli ultimi anni, i cittadini firmano. E firmano in massa. Solo nel primo fine settimana di raccolta, sono oltre mille le firme raccolte a Torino ai tavoli della Cellula torinese dell’Associazione Luca Coscioni per la proposta di legge sul fine vita. Una cifra che si somma alle oltre 30.000 firme online raccolte a livello nazionale: più della metà del quorum necessario per portare la legge in Parlamento. In sette giorni la mobilitazione è esplosa. E il messaggio è chiaro: il diritto a scegliere come morire non può più essere rinviato.

Accanto ai cittadini, si sono schierati nomi di peso. Gli economisti Elsa Fornero e Carlo Cottarelli hanno firmato la proposta durante un dibattito pubblico alla Festa dell’Unità di Settimo Torinese, offrendo un sostegno autorevole a un’iniziativa che nasce dal basso ma punta dritta al cuore delle istituzioni.

Tra i primi firmatari anche rappresentanti eletti. L’onorevole Chiara Gribaudo (Partito Democratico) ha sottoscritto la proposta, insieme al sindaco di Moncalieri Paolo Montagna, primo tra i sindaci piemontesi a rompere il silenzio, seguito dai colleghi di Ivrea, Collegno, Grugliasco, Pinerolo, Settimo Torinese, Druento e San Raffaele Cimena. Hanno firmato anche le consigliere regionali di Alleanza Verdi Sinistra Ravinale Cera e Marro, i consiglieri regionali Daniele Valle, Nadia Conticelli, Laura Pompeo del PD, la consigliera metropolitana di Forza Italia Clara Marta, e i presidenti del Consiglio comunale di Torino e Collegno.

A una settimana dalla raccolta firme, lo scorso 1° luglio, la Cellula torinese ha organizzato un presidio davanti al Consiglio regionale del Piemonte, proprio davanti all’istituzione che nei mesi precedenti ha affossato la proposta regionale “Liberi Subito”, sostenendo che la materia dovesse essere trattata a livello nazionale. Una motivazione che suona oggi come un alibi, visto che la proposta nazionale esiste ed è concretamente sottoscrivibile.

dd

“Abbiamo voluto dare una seconda opportunità al Consiglio regionale, che ha voltato le spalle a oltre 11.000 piemontesi che avevano firmato Liberi Subito” — hanno dichiarato Davide Di Mauro e Lidia Sessa, portavoce della Cellula torinese dell’Associazione Coscioni. “Invitiamo tutti i rappresentanti istituzionali, al di là degli schieramenti, a firmare pubblicamente la proposta e a restituire credibilità a un’istituzione che ha dimostrato paura del confronto. Questo è il momento del coraggio. Non è una proposta ideologica, ma una risposta concreta a un bisogno personale, umano e civile. Alcuni esponenti del centrodestra ci hanno confidato in privato che condividono il contenuto. È il momento di esporsi”.

Nel corso della stessa giornata, una delegazione dell’Associazione è stata ricevuta dal Presidente del Consiglio regionale Davide Nicco, al quale ha esposto nel dettaglio le ragioni della proposta, rilanciando l’appello a tutti i consiglieri regionali, in particolare a quelli della maggioranza, che nella scorsa legislatura avevano seppellito il testo regionale con un cavillo tecnico. Serve una legge nazionale, avevano detto. Bene: ora c’è.

E i cittadini non stanno a guardare. In Piemonte e nel resto d’Italia, la campagna di raccolta firme prosegue. Il popolo firma. Le istituzioni, per ora, si nascondono.

QUI il link per firmare la proposta di legge

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori