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07 Luglio 2025 - 23:04
Si muore a Gaza, ogni giorno. Si muore tra le macerie, senza acqua, senza luce, senza cure. Si muore sotto le bombe, nel silenzio dei governi occidentali e nella complicità delle multinazionali. Ma c’è chi non accetta questa normalità dell’orrore. Chi rifiuta di voltarsi dall’altra parte. Chi crede che anche in un angolo del Piemonte, anche davanti a un supermercato, si possa fare qualcosa. Si debba fare qualcosa.
È con questo spirito che il Comitato di Ivrea per la Palestina è tornato sabato pomeriggio davanti al Carrefour di Burolo per un nuovo presidio di boicottaggio attivo contro Israele, nel solco della campagna internazionale BDS – Boycott, Divestment and Sanctions. Lanciata nel 2005 dalla società civile palestinese, BDS è un movimento globale nonviolento che chiede a governi, aziende e cittadini di boicottare, disinvestire e sanzionare Israele finché non rispetterà i diritti umani e il diritto internazionale. Proprio come accadde con l’apartheid sudafricano, si chiede oggi al mondo di isolare economicamente e politicamente uno Stato che viola sistematicamente i diritti fondamentali del popolo palestinese.
Il bersaglio, nel caso di Ivrea, è chiaro: le grandi catene della distribuzione che mantengono rapporti con aziende israeliane complici dell’occupazione dei territori palestinesi. “Finché non si tagliano quei legami, siamo complici”, dicono i manifestanti. Volantini, dialoghi, presìdi. Ma anche sguardi, strette di mano, nuove adesioni. Perché ogni sabato di boicottaggio è anche una piccola scuola politica all’aperto.
Ma la mobilitazione non si ferma. Giovedì 11 luglio, alle 18, il Comitato tornerà di nuovo davanti al Carrefour. Con striscioni, bandiere palestinesi e parole chiare. E subito dopo, alle 19, ci si sposterà ai Giardini delle Donne della Resistenza per un picnic popolare con musica, canti, convivialità e memoria. Un modo per trasformare la rabbia in incontro, la denuncia in speranza.
“Viviamo un periodo sempre più duro, nella macropolitica come nella vita quotidiana”, scrive Federico, uno degli organizzatori. “Serve anche questo: creare legami, incontrarsi, lottare insieme. Ricordare che la Palestina è anche qui, nelle nostre scelte di consumo, nella nostra capacità di indignarci e di agire”.
La scelta del luogo non è casuale. I Giardini della Resistenza richiamano la memoria delle donne partigiane, di chi lottò per la libertà di tutti. E oggi quella memoria si intreccia con la voce di Gaza, con la resistenza di un popolo sotto assedio, che chiede al mondo solo una cosa: non dimenticateci.
Il movimento BDS, da anni, è la risposta concreta a quella richiesta. Boicottare Israele non è odio. È giustizia. È solidarietà. È affermare che nessuno Stato può bombardare ospedali, scuole e campi profughi senza pagarne le conseguenze. Che ogni euro speso in certi scaffali può fare la differenza. E che la libertà dei palestinesi riguarda tutti noi.
Il Carrefour di Burolo non è solo un supermercato. È un punto di snodo tra il locale e il globale. È lì che si decide se restare indifferenti o no. Se consumare in silenzio o agire. E tra un carrello e una bandiera, tra una fetta di anguria e un canto di lotta, Ivrea – ancora una volta – ha scelto da che parte stare.
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