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07 Luglio 2025 - 10:49
Nella foto la consigliera Vogliano e la sindaca
La scuola chiude. La minoranza ricorre al TAR. La sindaca non commenta. E il paese si divide. A Cossano Canavese, poco meno di 500 anime adagiate tra le colline del Canavese orientale, l’annuncio è arrivato con una comunicazione formale via PEC: la consigliera comunale di minoranza Simona Vogliano ha notificato al sindaco Aurelia Siletto l’intenzione di impugnare davanti al Tribunale Amministrativo Regionale la delibera con cui la giunta ha decretato la chiusura del plesso scolastico comunale a partire dall’anno scolastico 2026/2027.
Un atto clamoroso, destinato a lasciare il segno. Perché non si tratta soltanto di una battaglia legale, ma di una frattura politica profonda, che si consuma nel cuore di una piccola comunità dove ogni scelta pesa, ogni silenzio è assordante, ogni decisione istituzionale è anche, inevitabilmente, personale.
Nella lunga lettera inviata al sindaco, Vogliano affonda il colpo: “È una scelta unilaterale, priva di un reale confronto pubblico, imposta da una giunta chiusa su sé stessa e guidata – in questa partita – dalla vice-sindaca Fiorenza Nelli e da alcuni consiglieri che si sono mossi in asse con il sindaco di Caravino. Noi non resteremo spettatori.”
E qui arriva la precisazione, netta e politica: “È bene chiarire – scrive ancora Vogliano – che questa iniziativa non è rivolta contro la sindaca Siletto. Al contrario, siamo consapevoli che abbia espresso perplessità e tentato fino all’ultimo di salvare il plesso. Il nostro dissenso si rivolge a chi, come la vice-sindaca Nelli e i consiglieri di maggioranza che l’hanno sostenuta, ha agito senza trasparenza e senza confronto, stringendo un patto con Caravino che penalizza Cossano.”
La consigliera sottolinea che l’unica riunione convocata era “informale”, e che in quella sede fu chiesto “con chiarezza” di aprire un consiglio comunale aperto, per coinvolgere famiglie, cittadini e insegnanti. Nulla di tutto ciò è avvenuto. “Le proposte presentate sono state ignorate. Il confronto è stato scientemente evitato. La decisione è stata presa sopra le teste della gente. È un insulto alla partecipazione democratica.”
E non è tutto. La consigliera ha anche anticipato che, oltre al ricorso, verrà richiesta la sospensiva immediata degli effetti della delibera. Tradotto: se il TAR accoglierà la richiesta, l’intero procedimento potrebbe congelarsi, almeno temporaneamente.
La sindaca Aurelia Siletto, ufficialmente, non rilascia dichiarazioni. Ma il silenzio pesa, eccome. E chi conosce le dinamiche interne sa che, su questo punto, la maggioranza non è mai stata compatta. La stessa sindaca – secondo indiscrezioni sempre più insistenti – avrebbe cercato fino all’ultimo di evitare la chiusura del plesso, senza riuscire però a imporre la sua linea. Una sindaca messa in minoranza nella sua stessa giunta? Gli indizi ci sono tutti.
E così, mentre il Comune si prepara a dismettere la scuola, l’opposizione passa al contrattacco. Sul tavolo, in discussione, non ci sono solo numeri, ma una visione di paese. Quella che secondo Vogliano è mancata totalmente: “La chiusura della scuola non è solo una scelta amministrativa, è un gesto politico grave, che colpisce famiglie, bambini, la vita stessa della comunità. Si spegne una luce, si spezza un legame, si abbandona un presidio. E lo si fa in silenzio, nella freddezza di una delibera.”
Il documento approvato il 3 luglio dalla giunta spiega le ragioni: denatalità, mancanza di iscritti, costi crescenti per mensa e trasporti, difficoltà di anticipazione fondi, e soprattutto la fine della convenzione con Caravino, Comune vicino da cui – almeno per quest’anno scolastico – provenivano otto bambini. Il plesso di Cossano è infatti parte dell’Istituto comprensivo di Azeglio, che – pur con parere non vincolante – aveva comunque invitato a fare ogni sforzo per tenere aperta la scuola. Invito rimasto inascoltato.
Nel testo si legge che le condizioni minime imposte da Città Metropolitana non saranno più garantite. E dunque la decisione: interrompere il servizio scolastico dal settembre 2026, garantendo solo per un ultimo anno, il 2025/2026, la continuità.
La giunta, dopo aver illustrato la situazione alle famiglie in un incontro informativo, ha deliberato in modo unanime la chiusura, annunciando che – in assenza del servizio scolastico – intende comunque garantire alle famiglie un sostegno, sia sotto forma di contributi economici sia tramite soluzioni logistiche alternative.
Ma il colpo di scena arriva proprio da Caravino. Il sindaco Adriano Siletti, con dichiarazioni precise, fa capire che il progetto alternativo è già pronto. Chiederanno, infatti una deroga per mantenere il plesso scolastico della primaria e dell’infanzia e per il 2026/2027 contano di avere 28 bambini alla primaria e 16 alla materna. Peraltro avrebbero già avviato lavori per la qualità dell’aria, la sicurezza, l’efficientamento energetico e annunciano che se dovessero servire classi aggiuntive le realizzeranno.
Tradotto: Caravino si stacca da Cossano e punta a un futuro autonomo. Con numeri superiori, spazi migliori, strutture più moderne. Una scelta legittima. Ma che – per la consigliera Vogliano – non può giustificare il disimpegno del suo Comune: “Invece di farsi mettere all’angolo da Caravino, si sarebbe dovuto lottare per salvare la scuola, magari cercando nuovi partner, esplorando altri accordi, coinvolgendo la popolazione. Invece si è scelto il silenzio e la rinuncia.”
Il ricorso al TAR, quindi, non è solo una battaglia amministrativa. È una sfida politica, che squarcia il velo su una giunta spaccata, su una comunità ferita, su un pezzo di montagna che rischia di perdere uno dei suoi ultimi presìdi sociali. Perché in questi territori, dove tutto è più distante e ogni servizio è una conquista, chiudere una scuola significa spesso cominciare a chiudere un paese.
E mentre la giunta si trincera dietro un documento e la sindaca resta in silenzio, la minoranza rilancia. E lo fa con un messaggio chiaro, destinato a finire nelle aule del TAR ma soprattutto tra la gente: “Non accetteremo che si faccia passare questa scelta come inevitabile. È stata una scelta politica. E come tale, la combatteremo.”
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