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Cronaca

Giostre, mazzette e certificati fantasma: il Luna Park degli orrori in mano al comandante Asioli

Per gli inquirenti, era un mercato nero della sicurezza: soldi in cambio di autorizzazioni fasulle. Arrestato il comandante della polizia municipale di La Cassa. Le giostre? Certificate a colpi di prepagate

Corruzione e giostre: il comandante dei vigili urbani di La Cassa ai domiciliari

Claudio Asioli

C’erano i colori, le luci, le musiche allegre. C’erano le famiglie e i bambini col palloncino in mano. Ma sotto i tendoni del Luna Park, dietro le ruote panoramiche e i calcinculo, si muoveva un meccanismo torbido, fatto di mazzette, documenti fasulli e rischi enormi. Un luna park delle omissioni, dove la sicurezza era solo una parola scritta sulle carte. Carte spesso false.

claudio asioli

Claudio Asioli, comandante della Polizia Municipale di La Cassa, è finito agli arresti domiciliari. L’accusa è pesante: corruzione e falso ideologico, per aver rilasciato autorizzazioni a spettacoli viaggianti – le giostre delle fiere di paese – senza i necessari controlli, senza i pareri tecnici obbligatori, senza collaudi. In cambio? Denaro. E neanche tanto. Secondo i carabinieri, bastavano 150 euro per una giostra piccola, fino a 300 per quelle più grandi, versati su carte prepagate. Un tariffario della compiacenza.

A pagare erano i giostrai. A incassare, secondo l’accusa, era lui, Asioli. Ma non da solo. Con lui, altri tre indagati: due intermediari e un ingegnere che firmava la documentazione tecnica. Per quest’ultimo è scattata anche la sospensione dalla professione per sei mesi. E mentre i bambini salivano in giostra, ignari, dietro le quinte si organizzavano commissioni fantasma, sedute in cui i membri obbligatori – vigili del fuoco in primis – non c’erano. Le attrazioni non venivano nemmeno montate. Ma ricevevano comunque il via libera, la benedizione del Comune. Carta canta. E intanto, si giocava con la vita delle persone.

Le indagini – coordinate dal pubblico ministero Davide Pretti della Procura di Torino – partono da lontano: dal 2015. Anno in cui un grave incidente a Legnano ha fatto esplodere il caso. Una giostra si rompe, qualcuno si fa male, e dagli accertamenti emerge che quell’attrazione aveva ricevuto il codice identificativo a Borgo d’Ale, comune dove – guarda caso – si replicava lo stesso sistema: autorizzazioni sospette, pareri elusi, controlli aggirati.

È stato proprio Pier Mauro Andorno, allora sindaco di Borgo d’Ale, a segnalare tutto ai carabinieri. E da lì si apre il vaso di Pandora: prima Vercelli, poi La Cassa, 1.700 anime alle porte di Torino, finiscono nel mirino. I carabinieri della compagnia di Vercelli seguono i soldi, i contatti, le intercettazioni. E trovano tutto: pagamenti, carte prepagate, appuntamenti sospetti. Perfino verbali stilati con date alterate e componenti mancanti. Le giostre, dicono le carte, erano a norma. Ma era tutto finto.

Asioli, all’epoca dei fatti, era anche capogruppo di opposizione a Givoletto. Nel 2019 riceve un avviso di garanzia e si dimette da consigliere comunale. Ma resta al suo posto nella Polizia Locale. E solo ora, dopo sei anni, scatta l’arresto. Le accuse? Non più solo sospetti. Ora ci sono prove, dicono gli inquirenti.

Il quadro è desolante. Le commissioni comunali di vigilanza, che dovrebbero garantire la sicurezza in eventi pubblici, risultavano essere finzioni burocratiche: sedute convocate ad arte, verbali compilati senza presenze effettive, nessuna verifica tecnica, nessun sopralluogo, nessun collaudo reale. Le giostre? Mai montate, ma già dichiarate sicure.

In fondo, bastava pagare. Pagare poco, per ottenere molto: il lasciapassare per lavorare. Ma in un contesto come questo, la parola sicurezza perde ogni senso. I vigili del fuoco, che per legge devono essere coinvolti, spesso non sapevano nulla. Le loro firme? Assenti. Come le attrazioni, come i controlli.

E mentre l’inchiesta si allarga e le perquisizioni si moltiplicano – anche nel Municipio di La Cassa – il pensiero corre ai bambini. Quelli che salgono sulle giostre ridendo. Senza sapere che la loro incolumità, in certi casi, è stata messa all’asta al ribasso.

Insomma, un Luna Park dove giravano solo le ruote. Tutto il resto era fermo: la legge, la coscienza, la responsabilità. Al centro, un uomo in divisa. Con le carte in mano. E un prezzo per ogni giostra.

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