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Il Monte Gregorio rinasce dopo 14 anni: a Brosso riapre lo storico bar della valle

Cinzia Bertolino e Marco Vercellino riportano in vita il bar simbolo di Brosso. Prodotti locali, accoglienza autentica e una sfida che racconta la voglia di rinascita dei piccoli paesi di montagna.

Il Monte Gregorio rinasce dopo 14 anni: a Brosso riapre lo storico bar della valle

Cinzia Bertolino

C’è qualcosa di profondamente commovente quando un’insegna si riaccende tra le montagne, quando una porta si spalanca di nuovo dopo anni di silenzio e abbandono. Succede a Brosso, piccolo paese della Valchiusella, dove il Bar Monte Gregorio ha riaperto i battenti il 14 giugno, dopo ben quattordici anni di chiusura. Un tempo era il centro della vita sociale del paese, il luogo dove i ragazzi si davano appuntamento, dove si brindava, si rideva, si discuteva. E ora, finalmente, tutto questo può tornare a vivere.

Il merito è di due volti già noti del mondo della ristorazione locale: Cinzia Bertolino e Marco Vercellino, che hanno accettato la sfida e si sono aggiudicati la concessione del locale. Sei anni di gestione, un canone di 4.800 euro annui più Iva e una passione che non si misura con i numeri.

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Loro, che da tempo gestiscono con successo il Pontile 3.0 ad Alice Superiore, hanno deciso di scommettere su un luogo che non è solo un bar, ma un pezzo di storia, un’anima collettiva da salvare. Chi li conosce sa che non è una scelta dettata dal caso, ma dalla volontà di restituire qualcosa di importante a una comunità che non ha mai smesso di sperare.

Tutto era cominciato con un primo bando comunale andato deserto. Troppe condizioni, troppi vincoli. Ma il Comune non ha mollato. Ha riprovato, ha corretto il tiro, ha ascoltato. E alla fine la fumata è stata bianca. Una festa, quella della riapertura, preceduta da un aperitivo offerto alla cittadinanza. Un gesto semplice, ma carico di significato: un brindisi alla rinascita, alla fiducia, alla bellezza della montagna che resiste e riparte.

Il locale, ristrutturato con un investimento pubblico di 221mila euro, è tornato a splendere. Non c’è ristorante – per rispetto verso chi già opera nel paese – ma una proposta attenta e autentica: piatti freddi, taglieri con prodotti a chilometro zero, gelati artigianali e una selezione di vini piemontesi, con particolare attenzione alle etichette del Canavese. Dietro il bancone, a dare volto e voce all’accoglienza, ci sono un maître di esperienza internazionale e la sua compagna. Gente che sa cos’è il mestiere dell’ospitalità, che conosce il valore di uno sguardo gentile e di un caffè servito bene.

Il bar Monte Gregorio non è soltanto un’attività commerciale. È un presidio. È un modo per dire che la montagna non è finita, che i piccoli paesi hanno ancora qualcosa da raccontare. È un luogo che torna a pulsare, che offre un punto di incontro a residenti e turisti, che richiama le associazioni del territorio e dà loro uno spazio. È la dimostrazione che quando le istituzioni credono in un progetto e quando ci sono imprenditori con visione e cuore, qualcosa di grande può davvero accadere.

E mentre il Comune guarda già avanti, con il progetto di ristrutturazione del primo piano dell’edificio per farne un affittacamere, a Brosso si gode il presente. Si gusta un bicchiere di vino seduti al sole, si rivedono amici che non si incontravano da anni, si raccontano storie. Perché certe riaperture non sono solo economiche: sono emotive. Sono carezze all’anima di una valle intera.

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