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02 Luglio 2025 - 16:43
Area Cani
È passato un anno da quando l’Amministrazione comunale di Banchette tagliava il nastro della nuovissima area di sgambamento per cani. Un piccolo spazio recintato costato 27.000 euro delle casse pubbliche, presentato come la soluzione definitiva al problema delle deiezioni canine sparse lungo le vie del paese. Doveva essere un punto di ritrovo per i proprietari, un'oasi per gli amici a quattro zampe, una mossa “smart” per incentivare la civiltà urbana. Doveva, appunto.
A dodici mesi di distanza, il bilancio è desolante. L’area è vuota. Fantasma. I cani continuano a passeggiare per il paese come prima – solo che adesso, con una beffa in più: c’è uno spazio dedicato e recintato, ma nessuno lo usa. E le deiezioni? Sempre lì, sui marciapiedi, tra le aiuole, davanti ai negozi, sotto casa.
A denunciare la situazione, nuda e cruda, è il gruppo Uniti con Voi per Banchette: Maurizio Cieol, Salvatore Pennisi, Alberto Russo e Emanuele Splendore, che già un anno fa, in Consiglio comunale, avevano messo in guardia l’Amministrazione sull’inefficacia del progetto, chiedendo quanto meno alcuni accorgimenti di buon senso.
Uno su tutti: una fontanella per l’acqua, promessa e mai installata. “Il Sindaco si era impegnato pubblicamente a realizzarla. Ma siamo ancora qui ad aspettare”, ribadiscono oggi i consiglieri. L’assenza d’acqua rende l’area ancora meno appetibile, soprattutto nelle giornate calde, peggiorando una situazione già fallimentare.
Non è tutto. Era stata sollevata anche la questione sicurezza. Per scoraggiare atti vandalici e garantire un uso corretto dello spazio pubblico, il gruppo di minoranza aveva chiesto di dotare l’area di una telecamera di sorveglianza. Anche in questo caso, si era parlato di disponibilità, di impegno, di promesse. Anche in questo caso, tutto dimenticato.
Ma il vero punto dolente è l’approccio: nessuno si è mai preso la briga di ascoltare i cittadini. Non un sondaggio, non un confronto con i proprietari di cani. Nessuno si è chiesto se fosse davvero quella la soluzione più efficace. Forse sarebbe bastato posizionare cestini per la raccolta delle deiezioni canine lungo i percorsi abituali, accompagnati da cartelli chiari e controlli puntuali. Forse si poteva investire in educazione civica e campagne informative, anziché costruire un recinto costoso e incompreso.
“Un cane non sporca a comando”, ricordano i consiglieri. “Un padrone preferisce spesso camminare per il paese con il proprio animale, piuttosto che chiuderlo in un’area recintata. Ma questo l’Amministrazione non l’ha considerato”.
Alla fine resta un recinto vuoto, dimenticato. Resta la città come prima, se non peggio. Restano 27.000 euro spesi per un progetto che, più che risolvere un problema, sembra averne creato un altro: quello del fallimento politico e dell’incapacità di ascolto.
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