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01 Luglio 2025 - 09:59
C’è un momento dell’anno in cui Favria si riempie di memoria, devozione e senso di comunità. Un momento che sa di estate e di tradizione, in cui l’odore dolce e penetrante dei tigli in fiore annuncia l’arrivo della festa patronale. Non è solo un profumo: è una scia che accende i ricordi, che richiama volti, sorrisi, abbracci di vecchie feste. È un aroma che non distingue tra sacro e profano, che si fonde con le note allegre del vicino Luna Park, con i colori delle giostre, con le voci dei bambini e il brusio delle famiglie.
Ma poi, tra quelle stesse vie, passa la processione. E tutto si ferma. Si fa silenzio. La statua di San Pietro, portata a spalla tra due ali di folla, avanza lentamente sotto il sole cocente, mentre a scortarla ci sono loro: gli Alpini del Gruppo di Favria, Sezione di Torino. Con il cappello piumato e lo sguardo fiero, sono molto più che semplici accompagnatori: sono simboli viventi di valori antichi ma mai superati. Impegno, tenacia, coraggio, spirito di sacrificio, senso di appartenenza alla comunità e alla Patria: sono questi i pilastri che, da sempre, gli Alpini custodiscono e tramandano.
A Favria, il legame tra gli Alpini e la Fede è qualcosa di profondo, viscerale. Non si tratta solo di devozione religiosa: è un senso di continuità, di custodia della memoria collettiva. San Pietro non è solo il Patrono: è un riferimento morale, un punto fermo, una guida nei momenti in cui la società sembra smarrirsi.
Nel lento incedere della processione, ogni passo degli Alpini è un messaggio: si cammina insieme, si affrontano le salite in cordata, come si fa in montagna, come si fa nella vita. L’immagine è potente: il cammino spirituale si intreccia con quello civile. Aiutarsi l’un l’altro, non lasciare nessuno indietro, tendere la mano quando qualcuno è in difficoltà. È questa l’essenza dell’essere Alpino, ed è questo il significato profondo della loro presenza in processione.
In un’epoca in cui le comunità si sfaldano e i legami si allentano, la presenza degli Alpini è un monito e un esempio. È la prova che si può ancora credere in qualcosa di più grande, che i valori non sono parole vuote, ma gesti concreti: una divisa indossata con onore, una bandiera portata con rispetto, un compaesano aiutato senza clamore.
E così, mentre l’estate inizia a farsi sentire con tutta la sua forza, a Favria c’è un’aria diversa. Il profumo dei tigli si confonde con quello degli zuccheri filati, ma in mezzo alla festa resta intatto il senso della tradizione. Gli Alpini passano, silenziosi e solenni, con gli occhi puntati verso la statua di San Pietro, ma con il cuore rivolto alla loro comunità. E in quel passaggio c’è tutto: la fede, la storia, il futuro.
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