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28 Giugno 2025 - 09:34
Il dottor Francis Dongmo con la sindaca
È uno dei borghi più belli d’Italia, incastonato nella natura dell’Alta Val Chisone, meta ambita da escursionisti, famiglie e visitatori alla ricerca di autenticità, tranquillità e paesaggi mozzafiato. Ma Usseaux, per restare accogliente e vivo, ha bisogno non solo di sentieri e mulattiere, ma anche di servizi essenziali. Di cure, di attenzioni, di medici.
E oggi, finalmente, arriva una buona notizia. Dopo quindici anni, riapre l’ambulatorio medico comunale. Non è solo una riattivazione logistica: è un gesto concreto che restituisce dignità a chi qui abita tutto l’anno, a chi torna nei fine settimana, a chi affitta seconde case, e anche a chi – turista – si sente accolto non solo dal paesaggio, ma da una comunità che funziona.
L’apertura era fissata per giovedì 26 giugno. Da quel giorno, ogni giovedì dalle 10 alle 11, al piano terra del palazzo comunale sarà presente il dottor Francis Dongmo, medico di medicina generale già operativo a Pragelato, Roure e Fenestrelle, che ha accettato di ampliare il proprio raggio d’azione per garantire una presenza fondamentale anche a Usseaux.
Una conquista possibile grazie alla volontà del Comune, all’impegno dell’ASL TO3 e alla sensibilità di un medico che ha fatto una scelta di campo: curare la montagna restando in montagna.
Il dottor Dongmo, originario del Camerun, vive oggi a Pragelato. È arrivato in Italia nel 2010, ha iniziato come guardia medica a Pianezza e da tre anni è diventato il riferimento sanitario della valle. Nel 2023 ha chiesto di prolungare il proprio incarico e ha aumentato il numero massimo di pazienti assistibili, da 1000 a 1350. Una scelta che racconta meglio di mille parole la sua dedizione.
«Il nostro è un bellissimo Comune di montagna con pochi residenti e molti turisti, ma senza i servizi essenziali rivolti principalmente ai residenti e ai proprietari di seconde case anche il turismo può essere a rischio», spiega la sindaca Cristina Cappelletti, che con determinazione ha voluto questa riapertura. «È necessario che le nostre borgate continuino a essere abitate, vive e vissute. Il turismo non rende accogliente un posto, non se ne prende cura. Prendersi cura di un luogo è renderlo abitabile per chi ci vive tutto l’anno, dotandolo di servizi essenziali».
Non è solo una questione sanitaria: è una questione di equilibrio territoriale, di giustizia sociale, di futuro. Lo ribadisce anche Roberto Colombero, presidente dell’Uncem Piemonte: «La sindaca ha ragione. Abbiamo bisogno di nuovi servizi, e Uncem plaude al lavoro fatto per l’arrivo del nuovo medico. È molto prezioso».
La presenza del dottor Dongmo a Usseaux – anche se per un’ora alla settimana – è simbolicamente potentissima. Significa riattivare un presidio, ma soprattutto rompere l’idea che nei piccoli comuni ci si debba accontentare di soluzioni di fortuna. E significa valorizzare il turismo di qualità, quello che cerca territori vivi, abitati, organizzati. Dove si può passeggiare al mattino e prenotare una visita medica il pomeriggio.
Dongmo riceve anche a Pragelato (martedì 12.30-14.30 in via La Tocque) e a Roure (giovedì 18.00-19.00 a Castel del Bosco), in un equilibrio delicato ma prezioso tra paesi che condividono la stessa geografia e gli stessi bisogni. Ed è lì, tra i monti e i tetti di pietra, che sta costruendo la sua storia italiana. Una storia di cura, presenza e prossimità.
L’ambulatorio, chiuso da oltre quindici anni, era rimasto lì, in attesa. Adesso riapre. E a varcarne la soglia sarà un medico che ha scelto di stare, nonostante le difficoltà, nonostante i numeri.
Perché anche la montagna, per restare in piedi, ha bisogno di cure. E prendersi cura di chi ci vive – residenti o villeggianti – è il primo passo per proteggerla davvero.
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