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Incrocio della morte a San Giorgio Canavese: l’appello dei cittadini

Traffico intenso, semafori inefficaci, incidenti in aumento: all’incrocio tra le provinciali di Ozegna, Caluso e Ciconio serve una rotatoria

Incrocio della morte a San Giorgio Canavese: l’appello dei cittadini ignorato da troppo tempo

Incrocio della morte a San Giorgio Canavese: l’appello dei cittadini ignorato da troppo tempo

All’incrocio ovest di San Giorgio, tra la SP 56 e la SP 53, si continua a sfiorare la tragedia. Chi vi transita lo sa: quel crocevia, dove convergono i flussi provenienti da Ozegna, Caluso e Ciconio, è un punto nero della viabilità canavesana. Un nodo pericoloso che nessuno sembra voler sciogliere. Una “porta d’ingresso” al paese che, anziché accogliere, mette a rischio.

Lo denuncia con forza Giorgio Givogre, cittadino e automobilista, che si è rivolto al nostro giornale con un appello accorato.“L’ingresso ovest di San Giorgio è un pericolo costante - ci dice - Dopo la chiusura al traffico di via Per Ozegna, la situazione è peggiorata. Chi arriva da Ozegna e vuole svoltare a sinistra è costretto a un gioco d’azzardo. Il semaforo non gestisce correttamente la manovra e i mezzi, anche pesanti, sfrecciano in entrambe le direzioni. È solo questione di tempo prima che si debba piangere un’altra vittima.”

Parole pesanti, rese ancora più urgenti da un incidente avvenuto qualche tempo fa. Nessuna vittima, fortunatamente, ma l’ennesima conferma che quell’incrocio è fuori controllo.

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“Una rotonda – insiste Givogre – avrebbe verosimilmente evitato lo scontro. La Regione e gli enti competenti devono intervenire ora, prima di trovarsi a contare morti anziché solo feriti.”

Ed è difficile dargli torto. Basta guardarsi intorno: la statale in questione è già dotata di rotatorie in tutti i punti nevralgici del circondario. C’è una rotonda a Ozegna, una a Ponte Tre Bocche, un’altra a San Giusto, una ancora al casello autostradale, poi quella per Montalenghe, quella per Barone, e infine quella di Caluso. Tutte presenti. Tutte funzionali. Tutte costruite per alleggerire il traffico e prevenire incidenti. Ma a San Giorgio no.

Proprio lì, dove servirebbe di più, nulla. Nessuna rotonda, nessun intervento. Solo un semaforo che non regge il carico veicolare, e incroci pericolosi che diventano trappole. Eppure San Giorgio non è un paese fuori dal mondo. È un crocevia strategico per i pendolari, per i mezzi commerciali, per chi si sposta quotidianamente tra il Canavese e l’autostrada. Lasciarlo senza una soluzione viaria adeguata è un atto di negligenza istituzionale.

E c’è un dettaglio che rende questa immobilità ancora più inaccettabile: l’ex sindaco di Ozegna, Sergio Bartoli, oggi siede in Consiglio regionale, eletto tra le file della maggioranza. Uno che quella zona la conosce bene, che ha amministrato proprio uno dei comuni coinvolti, che ha visto il traffico, il rischio, gli incidenti. E che ora potrebbe – dovrebbe – essere la voce del territorio, chiedere con forza l'intervento della Regione. 

S'aggiunge Mauro Fava, anche lui siede in consiglio regionale, anche lui conosce bene il Canavese.

I cittadini non vogliono polemiche sterili, ma soluzioni concrete. E una rotatoria non è fantascienza. È già realtà in tutti i comuni vicini. Allora perché San Giorgio resta indietro? Perché nessuno muove un dito? Quante segnalazioni, quante lettere, quanti incidenti serviranno ancora prima che qualcuno si decida a intervenire?

La proposta è chiara, ragionevole, condivisa: realizzare una rotatoria all’incrocio ovest tra SP 56 e SP 53. Un intervento che non solo ridurrebbe drasticamente il rischio di sinistri, ma migliorerebbe anche la fluidità del traffico, facilitando l’accesso al paese e tutelando la sicurezza di tutti.

Ora tocca alla politica, agli enti, alla Città Metropolitana, alla Regione. Le scuse sono finite. Il tempo pure. E ogni giorno che passa senza una decisione è un giorno in più in cui quell’incrocio resta una roulette russa.

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