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25 Giugno 2025 - 22:08
Carla Poretta
CALUSO. Accesso sempre più difficile alle cure, tempi di attesa che si dilatano fino a diventare insostenibili, cittadini obbligati a rivolgersi al privato — se possono permetterselo — o addirittura a rinunciare a farsi curare. Il Servizio Sanitario Nazionale, e con esso quello piemontese, sta attraversando una crisi profonda. E no, non è più solo colpa del Covid. La pandemia ha semplicemente sollevato il velo su una fragilità strutturale che da anni compromette la salute pubblica.
I problemi sono tanti e intrecciati: mancano medici e infermieri, quelli rimasti lavorano a ritmi impossibili, con turni infiniti, spesso in condizioni al limite. I pazienti si esasperano, in alcuni casi arrivano ad aggredire verbalmente e fisicamente il personale. La burocrazia rallenta tutto, i fondi scarseggiano, le scelte politiche non aiutano. Il sistema è sotto pressione. Il sistema è al limite.
Ma c’è chi prova a reagire. Il Partito Democratico del Piemonte ha lanciato una campagna concreta: “La salute non aspetta. Non rinunciare a curarti”. Un’iniziativa che non si limita a denunciare le criticità, ma propone una soluzione già esistente, sebbene troppo poco conosciuta: il percorso di tutela. Previsto dal Decreto Legislativo n.124 del 29 aprile 1998, riaffermato dal Decreto Legge n. 73 del 7 giugno 2024 (convertito in Legge 107/2024) e regolamentato dalla Regione Piemonte con due circolari del 2024, permette — nei casi in cui il CUP non sia in grado di prenotare una visita o un esame nei tempi previsti — di ricevere la prestazione in una struttura privata accreditata o in intramoenia, senza alcun costo aggiuntivo rispetto al ticket.
La salute è una questione di tempo, spiegano i promotori. Più si aspetta, più il rischio aumenta. Aspettare mesi per un controllo può voler dire rinunciare alla prevenzione, aggravare patologie, mettere a repentaglio la vita stessa.
Pochi lo sanno, ma chi ha una prescrizione con priorità B, D o P, e non riesce a ottenere un appuntamento nei tempi stabiliti, può presentare una richiesta formale alla propria ASL e ottenere la prestazione in tempi rapidi. Non si tratta di un favore o di una scorciatoia, ma di un diritto riconosciuto dalla legge.
La presenza istituzionale del Partito Democratico calusiese per i cittadini
Le varie informazioni in merito
Per aiutare i cittadini a esercitare questo diritto, il Circolo PD del Calusiese, nell’ambito della seconda fase della campagna, ha deciso di offrire un servizio gratuito di supporto. A partire dal 24 giugno, volontari formati saranno presenti per tre martedì consecutivi in Sala Magaton, Chiostro Francescano, in piazza Mazzini a Caluso: il 24 giugno e il 1° luglio dalle 10 alle 12, l’8 luglio dalle 18 alle 20. Non è necessario prenotare, ma è possibile ricevere informazioni o fissare un appuntamento scrivendo a circolopdcalusiese@gmail.com o inviando un SMS al 377 5777638.
Sul sito www.stoplisteattesa.it è possibile trovare tutte le informazioni utili: come funziona il percorso, quali documenti compilare, dove presentare la richiesta, e anche condividere la propria esperienza personale per contribuire a migliorare il servizio.
Una salute più consapevole è la chiave per una società più giusta, capace di sostenere le sue diversità e proteggere chi è più fragile.
Il Partito Democratico lo dice chiaramente: non ci arrendiamo. E lo fa non solo nelle piazze e nei circoli, ma anche nelle istituzioni, dove continua a battersi per una sanità pubblica più forte, con più fondi, stipendi dignitosi per il personale e un piano straordinario di assunzioni. L’opposto di quanto stanno facendo il governo Meloni e la giunta Cirio, accusati di tagliare dove bisognerebbe invece investire.
Questo è un passo fatto da persone, non da slogan. Da militanti e volontari che hanno scelto di restare accanto ai cittadini, specialmente a chi si sente smarrito di fronte alla burocrazia o scoraggiato dai tempi infiniti. Perché la vera politica nasce sempre dal basso, dalle azioni concrete, e si misura su una cosa sola: la capacità di migliorare la vita delle persone. E la salute, in tutto questo, è il primo bene da difendere.
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