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Ivrea in Azione
23 Giugno 2025 - 06:55
Ivrea
Ivrea è una città che ha tutto: storia industriale, capitale culturale, intelligenze civiche e vivacità associativa. Ma in questi anni sembra aver dimenticato di averlo. Invece di fare da laboratorio, di immaginare modelli alternativi, si è lasciata ingabbiare in un dibattito sterile, incastrato fra etichette ideologiche e dinamiche di potere che escludono, anziché includere. Non è solo questione di partiti. È questione di metodo, di cultura politica, di coraggio.
Durante il recente referendum, la tanto celebrata pluralità eporediese non si è vista. Un’uniformità preoccupante ha attraversato il dibattito cittadino, riflettendo più una logica di appartenenza che una reale voglia di confronto. Eppure Ivrea ha tutte le carte per essere diversa: per non scegliere mai la via più comoda, quella già tracciata, ma osare nuove sintesi. Il problema è che oggi le scelte sembrano già fatte in partenza. E chi la pensa diversamente si sente estraneo.
La sinistra – almeno quella oggi egemone – fatica a uscire da una dimensione identitaria che si crede inclusiva ma non lo è. L’epoca dei “cappelli” è finita da un pezzo, ma non tutti se ne sono accorti. Chi non si riconosce nel perimetro sempre più angusto della “sinistra giusta”, viene marginalizzato. Il paradosso? Più si predica il dialogo, meno lo si pratica davvero. E la tanto sbandierata “partecipazione” diventa una liturgia di auto-conferma.
Il centrodestra, dall’altra parte, continua a restare impantanato nelle sue contraddizioni. Ci sono voci, come Andrea Cantoni, che provano a lanciare proposte sensate. Ma tutto resta lì, in superficie, senza gambe e senza rete.
C’è però una fetta sempre più ampia di popolazione che non ci sta. È quella che non si riconosce né nella sinistra monolitica, né nella destra confusa. È quel 35-40% di cittadini eporediesi che vogliono risposte concrete, una città sicura e curata, non proclami ideologici. È chi si aspetta che i giardini siano curati, che le manutenzioni non arrivino solo dopo l’ennesima segnalazione, che gli assessori inadeguati vengano sostituiti senza aspettare l’ennesima polemica.
Chi vive Ivrea sa bene che ci sono zone che la sera diventano ostaggio dell’incuria. I cittadini chiedono solo di vivere in una città normale, dove non debbano preoccuparsi dei soliti quattro teppistelli e di chi magari li giustifica o li protegge. Non è repressione, è semplice tutela della convivenza.
Il punto è che il pragmatismo non è debolezza, ma la forma più seria di responsabilità. E invece viene spesso frainteso, deriso, liquidato come mancanza di visione. Ma la visione non serve a nulla se non passa per cose semplici: una panchina che non cade a pezzi, una strada illuminata, una politica che non si accontenta del consenso ma vuole incidere davvero.
Ivrea può e deve diventare un laboratorio politico nuovo. Non un laboratorio civico di facciata, che serve solo a rinsaldare vecchi equilibri sotto nuova veste. Ma un luogo dove le idee contano, e non il pedigree di chi le propone. Un luogo dove destra e sinistra non siano le uniche coordinate, ma si torni a parlare di buon governo.
Azione e Italia Viva intendono esserci. A partire da subito. Perché questa città merita molto di più della stanchezza che la attraversa. E chi oggi è moderato, non deve più restare a guardare. Ha il dovere di esserci, di esporsi, di proporre. Perché solo così Ivrea potrà tornare a essere davvero se stessa.
Ciao!!
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Commenti all'articolo
Sovietico Eporediese
23 Giugno 2025 - 14:28
Cantoni idee sensate? Forse troppo caldo gli ha dato alla testa definitivamente dato che si veste manco fosse ad una sfilata a Villa d'Este pure per andare da Mimmo Angurioteca. Sensato denigrare associazioni e cooperative sociali fondamentali e storiche Eporediesi?
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