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22 Giugno 2025 - 11:50
A Settimo la papera non galleggia... Elena Piastra "sì"
Due immagini. Due pugni nello stomaco. Due schiaffi. Non a caso portano la firma di Giorgio Chiarle, ex consigliere comunale, oggi cittadino indignato (e ben armato di macchina fotografica).
La prima: una pensilina GTT che sembra uscita da un documentario sulla giungla amazzonica. Solo che siamo a Settimo Torinese, non nel Mato Grosso. Dove dovrebbe esserci un sedile, c’è un cespuglio. Dove dovrebbe sedersi un disabile o anche solo un bambino con zaino e merenda, c’è una selva incolta.
“Privato, pubblico, GTT. Qualcuno faccia qualcosa per questa indecenza!”, commenta Chiarle con sarcasmo.
Un appello che suona come una condanna. E che fotografa perfettamente l’abbandono in cui versa la città.
La seconda immagine è quasi poetica, ma solo per chi ignora il contesto. Una papera – sì, una vera anatra selvatica – è lì, ferma in un rigagnolo melmoso. Una pozzanghera più che un corso d’acqua. Uno specchio d’acqua che riflette solo incuria.
“L’acqua è poca, anzi scarseggia e la papera non galleggia (cit.)”, commenta ancora Chiarle, evocando una filastrocca che fa ridere i bambini… ma non i cittadini.
Cartoline dalla frontiera del degrado settimese, un luogo in cui la manutenzione urbana è un concetto evanescente, una promessa dimenticata, una voce a bilancio rimasta lì, accanto alle chiacchiere della sindaca Elena Piastra e del suo "fido" assessore Alessandro Raso, quello che "non rasa".
Eppure basterebbe poco. Un decespugliatore, un addetto, un calendario degli interventi. E magari qualcuno che si prenda la briga di ascoltare. Invece nulla. Al Parco dell’Oasi della Speranza (ribattezzata Oasi del menefreghismo) – quello della papera – l’acqua sparisce, gli animali se ne vanno, i cittadini si lamentano… e l’Amministrazione? Tace, osserva, sorride perchè un sorriso non si nega a nessuno...
La verità è che Settimo Torinese si sta abituando al brutto. Al disservizio. Alla trascuratezza. Ma a forza di abituarsi, si rischia di perdere qualcosa di più grave: la dignità urbana.
E allora grazie a Giorgio Chiarle, perché serve qualcuno che alzi la voce, che scatti la foto giusta, che spinga il cittadino a indignarsi prima che il degrado diventi paesaggio.
Insomma: questa non è polemica. È solo la cronaca impietosa di un Comune che si è dimenticato come si fa manutenzione. Di un’Amministrazione che si fa bella con post celebrativi, inaugurazioni, post, video e tagli di nastri, raccontando una città che non c'è. E va tutto bene, e Settimo è bella da vivere ma solo per gli allocchi.
La verità è che Settimo sta smarrendo il senso del decoro. E lo sta facendo lentamente, giorno dopo giorno, angolo dopo angolo. Con la complicità dell’indifferenza.
A ricordarcelo ci pensa Chiarle. Non con comizi o proclami. Ma con due fotografie che parlano da sole. Due immagini che raccontano molto più di mille comunicati stampa. Due scatti che, senza bisogno di filtri, restituiscono la cruda verità: Settimo Torinese non è più quella di una volta. E non è certo quella che meriterebbe di essere.
Insomma, qui la papera non galleggia, la sindaca Elena Piastra "sì"
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