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22 Giugno 2025 - 11:13
A Settimo Torinese si continua a morire – metaforicamente, ma anche un po’ urbanisticamente – di “postite” acuta da Facebook, una malattia incurabile che ha contagiato tutta l’Amministrazione comunale, dalla sindaca Elena Piastra in giù.
Un virus subdolo, che trasforma ogni banalità in evento epocale, ogni ovvietà in notizia, ogni norma del codice della strada in breaking news. E così, ecco servito l’ultimo capolavoro comunicativo: è vietato parcheggiare in seconda fila.
Sì, proprio così. Lo hanno scoperto. Lo hanno scritto. E lo hanno pure postato.
Un comunicato secco, privo di immagini, senza una grafica, ma intriso di entusiasmo istituzionale per una rivelazione che dovrebbe essere insegnata in prima media.
Una nuova alba. L’ennesimo annuncio per informare la cittadinanza che il sole sorge a est, che l’acqua è bagnata e – udite udite – che la doppia fila è vietata.
Non è uno scherzo. È tutto vero, nero su bianco. Dopo anni di parcheggi selvaggi, ciclabili trasformate in rimesse per SUV e marciapiedi ridotti a slalom per passeggini, l’Amministrazione ha deciso di lanciarsi in un’epocale battaglia per la legalità. Con un avviso che, più che una notizia, sembra una minaccia.
Ma com’è venuto in mente di scrivere un comunicato per dire che la polizia locale sarà autorizzata a fare quello che dovrebbe fare sempre?
Leggiamo: “In seguito a numerose segnalazioni di malasosta, abitudine che in molti casi compromette la sicurezza stradale, a partire dal 23 giugno partirà un servizio di controllo delle violazioni ad opera della polizia locale.”
Un annuncio che, letto distrattamente, potrebbe sembrare la premessa di un’operazione antimafia. Invece no: è solo che i vigili faranno i vigili.
Ma attenzione, con un’aggiunta che fa molto Netflix distopico: l’utilizzo di apparecchiature elettroniche installate a bordo delle auto.
Come da prassi settimese, il comunicato non si limita a dire l’ovvio. Lo fa con tono grave, con lessico d’emergenza, usando espressioni come malasosta, compromette la sicurezza, significative richieste di intervento, manco si trattasse di un vertice NATO.
La ciliegina? L’azione scatterà solo perché ci sono state segnalazioni. In altre parole: se nessuno si fosse lamentato, tutto sarebbe continuato come prima. Viva la partecipazione civica.
Ma il vero colpo di scena arriva alla fine: “Il sistema elettronico non sarà utilizzato per rilevare il mancato pagamento della zona blu.”
Ah, meno male. Non si sa mai che qualcuno, leggendo “controlli” e “violazioni”, potesse pensare di dover pagare anche solo “per un attimo” di sosta. Tranquilli: l’attimo fuggente è ancora gratis.
A questo punto, la domanda è inevitabile: perché annunciarlo? Per avvisare i professionisti della doppia fila che stavolta si fa sul serio? O per riempire ancora una volta la pagina Facebook del Comune con un po’ di “attività amministrativa percepita”?
La verità, ormai, è chiara: non importa cosa si fa. L’importante è scriverlo. Trasformare la normalità in notizia, le regole in eccezioni, il codice della strada in linee guida innovative.
E allora aspettiamoci con ansia i prossimi post: “Dal 1° luglio sarà vietato attraversare con il rosso.”; “Dal 5 agosto non si potranno più lanciare mozziconi dai balconi.”; “Dal 12 settembre guai seri per i pedoni che non camminano sui marciapiedi.”
Tutto rigorosamente postato, magari con qualche emoji e una caption da influencer: “Raga, oggi si multa la doppia fila! Stay tuned”
La macchina della comunicazione funziona. Quella del traffico un po’ meno.
E se qualche cittadino volesse segnalare problemi veri – strade rotte, buche, semafori in tilt, incroci pericolosi – lo faccia in fretta. Magari tra due settimane uscirà un altro comunicato: “A Settimo ci sono le strisce pedonali. E vanno rispettate.”
Perché qui, a Settimo, le multe non sono strumenti per far rispettare la legge. Sono eventi culturali. Post da condividere. Atti di governo. E chissà che, un giorno, in un altro comunicato rivoluzionario, non ci dicano anche che per guidare serve la patente.
Nel frattempo, benvenuti nel futuro… anzi no, benvenuti al cinema.
Prendete posto, spegnete i cellulari (ma solo per un attimo, perché poi vi serviranno per commentare su Facebook) e godetevi lo spettacolo con questa sindaca, questi assessori, questi comunicatori. Una vera commedia all'italiana. Attenzione a non ridete troppo forte, che potrebbero scambiarvi per opposizione "fascista". E invece no: fan davvero tutto loro!
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