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22 Giugno 2025 - 10:32
Moreno e Manolo Maugeri
A Settimo Torinese, la Lega prova a dare una scossa alla partecipazione giovanile con una proposta chiara e articolata: istituire formalmente una Consulta Giovanile Comunale aperta a ragazze e ragazzi tra i 15 e i 30 anni. La mozione, depositata il 20 giugno e firmata dal capogruppo Manolo Maugeri e dal consigliere Moreno Maugeri, si rivolge al sindaco e all’intero Consiglio comunale, chiedendo un impegno concreto per colmare un vuoto evidente nella rappresentanza dei giovani adulti nella vita pubblica della città.
Nella premessa, i consiglieri leghisti riconoscono che il Comune ha già attivato alcuni strumenti e servizi destinati ai giovani, come il Centro Informagiovani, il Servizio Politiche Giovanili, lo Spazio Giovani e alcune iniziative culturali.
Tuttavia, osservano come questi strumenti non siano pensati per offrire un vero spazio di rappresentanza formale e continuativa a quei ragazzi che, superata la scuola media, restano spesso ai margini del dibattito pubblico.
A Settimo, infatti, esiste un Consiglio Comunale dei Ragazzi, ma si rivolge agli studenti fino alla scuola secondaria di primo grado. E dopo? Dopo, il nulla. Nessun ponte, nessun percorso strutturato verso una cittadinanza adulta e consapevole. Un’intera fascia d’età – quella tra i 15 e i 30 anni – rischia così di rimanere esclusa, spettatrice passiva invece che protagonista delle decisioni che riguardano il presente e il futuro della città.
La mozione della Lega cerca di colmare proprio questo vuoto, proponendo l’istituzione di un organismo consultivo e propositivo che dia voce a chi troppo spesso resta inascoltato. Un luogo di confronto, dialogo e proposta, in cui i giovani possano esercitare davvero il loro diritto alla partecipazione.
“La Consulta Giovanile rappresenta uno strumento fondamentale per creare continuità dal percorso educativo del Consiglio Comunale dei Ragazzi verso una partecipazione adulta, responsabile e propositiva”, si legge nella mozione, che sottolinea come in molti Comuni italiani strumenti simili abbiano già dimostrato di funzionare, rafforzando il legame tra le istituzioni e le nuove generazioni.
La partecipazione giovanile viene definita una “leva strategica per lo sviluppo di una comunità dinamica, inclusiva ed innovativa”.
Offrire ai giovani strumenti di rappresentanza non significa solo dare spazio alle loro idee, ma anche contribuire a contrastare quel senso di disinteresse e marginalizzazione che troppo spesso accompagna le nuove generazioni nei confronti della politica e delle istituzioni.
La Consulta, sottolineano Manolo e Moreno Maugeri, non è un doppione del Consiglio dei Ragazzi: è un organo autonomo, con una progettualità propria, pensato per garantire continuità e concretezza alla partecipazione dei giovani adulti.
Nel documento viene chiesto al sindaco e alla giunta di impegnarsi a istituire formalmente questo nuovo organismo, a redigere un apposito regolamento che ne definisca composizione e modalità di funzionamento, a garantire un supporto logistico e tecnico – spazi comunali inclusi – e a valutare, compatibilmente con il bilancio, la possibilità di prevedere un piccolo contributo annuale per sostenerne le attività. Una proposta pragmatica, senza retorica, che punta a creare le condizioni minime per dare gambe e dignità istituzionale alla voce dei giovani.
Non c’è alcun tono polemico nella mozione, nessun attacco diretto all’amministrazione in carica. C’è piuttosto la volontà di costruire, di aprire un confronto serio e concreto, di dire finalmente: “Ecco uno strumento. Usiamolo”.
La palla passa ora alla maggioranza guidata dalla sindaca Elena Piastra. Accoglierà la proposta? Riconoscerà l’importanza di creare un luogo autonomo e strutturato per il protagonismo giovanile? O tutto si fermerà al solito muro di gomma fatto di buone intenzioni, promesse rimandate e scuse legate al bilancio?
Una cosa è certa: a Settimo Torinese la questione giovanile è tornata al centro del dibattito. E questa volta, la spinta arriva da destra. Un segnale politico interessante, che obbliga tutti a interrogarsi. Perché se anche la Lega sente l’urgenza di dare voce ai giovani, vuol dire che il vuoto è reale. E che forse, per una volta, non è il colore politico che conta. Ma la voglia di ascoltare. E, magari, di cambiare.
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