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Torino si ferma per la processione della Madonna della Consolata

Fede, memoria e identità: il 20 giugno la città si veste di devozione e accoglienza

Torino si ferma per la processione della Madonna della Consolata

Torino si ferma per la processione della Madonna della Consolata

C’è un giorno, ogni anno, in cui Torino smette di essere una semplice città e torna ad essere cuore pulsante di una tradizione secolare. È il 20 giugno, data in cui si celebra la Festa della Madonna della Consolata, un evento che non è solo religioso, ma profondamente culturale e identitario. In questa giornata speciale, la città si trasforma: le strade si riempiono di preghiere, le campane suonano a festa, migliaia di persone arrivano da ogni angolo del Piemonte e non solo. Si tratta di un vero e proprio rito collettivo che unisce passato e presente, spiritualità e civiltà urbana, rito e sentimento.

Il segreto del fascino intramontabile di questa festa è forse proprio questo: un misto di fede, partecipazione popolare e senso di appartenenza. Una tradizione che affonda le radici nell’anno 1104, quando, secondo la leggenda, un cieco di Briançon fu miracolosamente guarito dopo aver ritrovato, guidato in sogno dalla Madonna, un’antica icona nascosta presso la cripta dell’attuale santuario. Fu quello l’inizio di un culto che si sarebbe consolidato nei secoli, diventando uno dei simboli più amati della religiosità popolare piemontese.

Nel tempo, la Madonna della Consolata è diventata più di una figura sacra: è stata rifugio nei momenti di dolore, protettrice durante le guerre, conforto nelle epidemie, riferimento sicuro in ogni tempo di crisi. È da secoli il volto della speranza per il popolo torinese. La sua immagine è stata oggetto di restauri, traslazioni, incoronazioni solenni, fino ad essere incoronata regina della città nel 1904. La Consolata è da sempre colei che consola, ma è anche, nella tradizione piemontese, colei che è stata consolata, una madre che conosce il dolore e lo trasforma in abbraccio.

Fin dalle prime luci dell’alba, la città si anima attorno al Santuario della Consolata, autentico fulcro della giornata. Il quadro della Vergine viene collocato vicino all’ingresso principale del santuario, come se fosse la stessa Madonna ad accogliere, una per una, le persone che arrivano. È un gesto semplice ma potente, che dice accoglienza, protezione, intimità. Il santuario, costruito su strutture paleocristiane e rimaneggiato nel Settecento da Guarino Guarini, si trasforma per un giorno in cuore spirituale della città.

All’interno si alternano celebrazioni liturgiche e momenti di riflessione, con una sequenza serrata di Messe: alle 6.30, 8, 9.30, 11, 12.30, 16 e 18. Ma è la Messa delle 11, presieduta dall’arcivescovo di Torino, il cardinale Roberto Repole, a rappresentare il vertice della mattinata. Poco dopo, alle 12, la comunità si raccoglie per la Supplica alla Madonna Consolata, un momento carico di spiritualità e pathos, in cui le preghiere personali si fondono in una voce corale. Il pomeriggio, poi, si colora del silenzio meditativo del Rosario delle 17.15, che prepara i fedeli al grande momento serale: la Processione.

Alle 20.30 il cuore di Torino batte al passo della devozione. Parte da via della Consolata il corteo guidato ancora una volta da monsignor Repole, che accompagna la statua della Madonna in un lungo e suggestivo percorso nel centro storico: piazza Savoia, piazza Arbarello, corso Siccardi, via Santa Maria, via San Francesco d’Assisi, piazza Palazzo di Città, via Milano, Porta Palazzo, piazza Emanuele Filiberto, via Giulio. Tutto questo fino a tornare in piazza della Consolata, dove la folla si raccoglie per la benedizione finale. È un itinerario non solo urbano ma spirituale, in cui le strade della città diventano vie della fede.

La processione non è solo un atto devozionale: è spettacolo di popolo e di sentimento. Le confraternite con i loro stendardi, i canti, i ceri votivi, la banda, i bambini, gli anziani, i turisti incuriositi, tutti raccolti in un’unica atmosfera che profuma di incenso e memoria. Il suono delle campane accompagna la statua, adornata di ex-voto, ori, lacrime e speranze.

Anche chi non può essere fisicamente presente può seguire le celebrazioni: il santuario trasmette in diretta streamingle Messe sul proprio sito ufficiale (www.laconsolata.org), segno di una devozione che si rinnova anche attraverso i mezzi moderni. L’organizzazione, infine, non lascia nulla al caso: il GTT predispone modifiche ai trasporti pubblici per garantire un accesso sicuro e ordinato alle celebrazioni. Torino, per un giorno, cambia volto e ritmo.

La Festa della Consolata non è solo un evento religioso, ma una dichiarazione d’amore collettiva, un modo per dire che nonostante tutto—il caos, la frenesia, i cambiamenti—ci sono riti, gesti e immagini che resistono, che parlano ancora al cuore. E in quel cuore, Torino ritrova sé stessa.

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