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18 Giugno 2025 - 19:30
A Robassomero nasce il "Giardino delle Api": un’oasi verde per salvare gli impollinatori
In un tempo in cui le emergenze ambientali si moltiplicano e la crisi climatica esige risposte immediate, c’è chi, invece di moltiplicare convegni e proclami, preferisce agire. È il caso di Suzuki, che a Robassomero, in provincia di Torino, ha inaugurato il secondo “Giardino delle Api”, un progetto dal valore simbolico, educativo e, soprattutto, ecologico.
L’iniziativa è parte integrante dell’ambiziosa rete “Autostrada delle Api”, una sorta di tracciato verde, spezzettato e diffuso, fatto di piccole aree attrezzate in contesti urbani e suburbani. Questi spazi sono pensati come vere e proprie “stazioni di servizio” per gli insetti impollinatori, sempre più in difficoltà a causa dell’inquinamento, del consumo di suolo, dell’agricoltura intensiva e della perdita di habitat naturali. A Robassomero, il Comune ha messo a disposizione un’area verde pubblica che è stata allestita con piante mellifere, scelte per garantire fioriture scalari dalla primavera all’autunno.
Qui ha trovato posto un “Bee Hotel”, una struttura in legno riempita di materiali naturali – canne, pigne, fori nel legno – progettata per offrire un riparo sicuro alle api solitarie, preziosissime ma spesso dimenticate protagoniste dell’impollinazione. A differenza delle api da miele, queste non vivono in colonie né producono miele, ma svolgono un ruolo altrettanto fondamentale per la riproduzione delle piante.
L’evento di inaugurazione, avvenuto il 18 giugno 2025, ha visto la partecipazione del sindaco di Robassomero, Antonio Massa, e del direttore della Divisione Moto e Marine di Suzuki, Paolo Ilariuzzi, a sottolineare l’impegno congiunto tra pubblico e privato in un percorso di sostenibilità condivisa. Non si tratta di greenwashing o marketing di facciata: l’azione si inserisce nel più ampio piano strategico “Suzuki Environmental Vision 2050”, con cui la casa giapponese punta a ridurre del 90% le emissioni di CO₂ dei propri veicoli entro il 2050, a promuovere l’economia circolare nei cicli produttivi e a sostenere iniziative ambientali e didattiche sul territorio.
Ma perché tutto questo impegno per le api? Perché senza di loro non ci sarebbe vita. Secondo la FAO, oltre il 75% delle colture alimentari mondiali dipende in qualche misura dall’impollinazione. Senza api, verrebbero meno frutta, verdura, legumi, caffè, cacao, ma anche la varietà e la salute delle piante spontanee. Le api sono tra gli organismi più efficienti nel trasporto del polline da un fiore all’altro, garantendo la riproduzione di migliaia di specie vegetali. Eppure, da anni il loro numero è in calo drastico: pesticidi, malattie, parassiti, cambiamenti climatici e urbanizzazione hanno reso il loro ambiente sempre più ostile.
Il progetto di Suzuki – realizzato in collaborazione con la Società di Mutuo Soccorso di Robassomero, da sempre attenta alla coesione sociale e al benessere collettivo – ha quindi anche un valore educativo. È un invito alla cittadinanza, alle scuole, alle famiglie a riscoprire il ruolo centrale che questi piccoli insetti svolgono per l’equilibrio della biosfera. L’aiuola per impollinatori realizzata accanto al Bee Hotel è un microcosmo pensato non solo per aiutare le api, ma anche per insegnare a osservare, comprendere e rispettare la natura.
E mentre le grandi metropoli annaspano tra traffico, polveri sottili e promesse ecologiche a lungo termine, c’è chi, come Robassomero, dimostra che anche un piccolo comune può fare la differenza. Basta un fazzoletto di terra ben curato, qualche pianta amica delle api, un rifugio in legno costruito con criterio e tanta volontà di guardare oltre il profitto immediato. Basta, in altre parole, voler cambiare le cose partendo dal basso, un fiore alla volta.
Il Giardino delle Api Suzuki #2 non è solo una bella immagine per un comunicato stampa, ma un gesto concreto, replicabile, utile. Un modello da osservare, copiare, diffondere. Perché il futuro si costruisce anche così: seminando biodiversità là dove prima c’era solo erba tagliata troppo spesso. E dove prima le api passavano indifferenti, oggi trovano ristoro, nutrimento e una nuova possibilità di sopravvivere.
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