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18 Giugno 2025 - 00:15
La sindaca Elena Piastra...
C’è stato un tempo in cui a Settimo bastava un post della sindaca Elena Piastra per zittire le polemiche. Bastava qualche faccina sorridente, un grazie a chi lavora anche col caldo, due cuoricini, tre punti esclamativi, e tutto finiva lì.
Ma oggi no. Oggi non gliene fanno passare più neanche mezza. Finito il tempo del “colpa del Covid”, archiviati gli alibi da emergenza, i cittadini vogliono risposte. E soprattutto, vogliono una città vivibile. A misura di piedi, di passeggiate, di carrozzine e pensionati. Vogliono strade asfaltate per davvero, non solo nei post. E vogliono marciapiedi che non somiglino a trappole per caviglie.
Succede sul profilo della sindaca. Annuncia che “da alcune settimane sono iniziati i lavori di asfaltatura in città, come sempre in questa stagione”. Specifica che “dopo aver concluso i marciapiedi di via Ceres e via Fantina” sono partiti i lavori in via Cremona e che proseguiranno fino a ottobre. Elenca anche strade già “terminate” come Borgata Paradiso, via Verdi e via Cavour. Aggiunge che “è iniziato anche il terzo taglio dell’erba”, secondo un cronoprogramma tanto preciso quanto invisibile. Poi la frase rituale: “so che i cantieri portano disagio, ma sono necessari e dopo qualche giorno di pazienza, avremo aree riqualificate”. E infine la standing ovation al contrario: “grazie a chi lavora per Settimo anche con questo caldo”.
Ma sotto a quel post, il pubblico non applaude. Anzi. La pazienza è finita, e i commenti dei cittadini sono un florilegio di rabbia, sarcasmo, esasperazione. Qualcuno fa notare che la ciclabile da via Castiglione alle case Fiat è in condizioni pietose e che forse non vale la pena sistemarla perché “non fa risonanza”. Un’altra voce segnala l’“invasione di erbacce in via dei Mille”, talmente cresciute da “arrivare nei garage di corso Agnelli”. C’è pure una betulla che cresce indisturbata “sopra un tetto”. Tutto già segnalato con raccolta firme, ma rimasto lettera morta.
Intanto il traffico è fuori controllo. In via Alfieri e via Mazzini, le auto si moltiplicano come cavallette. Secondo i cittadini, basterebbe “modificare la segnaletica della nuova rotonda” per evitare il caos. Ma nulla si muove. E mentre ci si interroga sul perché la segnaletica orizzontale venga rifatta su strade ancora devastate, nessuno risponde a una domanda che aleggia nell’aria come una cappa estiva: perché rifare le righe su un manto stradale che sembra un campo minato?
La lista delle strade dimenticate è lunga quanto la frustrazione dei residenti. Via Martiri di Belfiore? Promessa, ma ancora niente. Corso Agnelli? Neanche l’ombra di un intervento, mentre le auto viaggiano “come in un circuito di Formula 1”. E poi via Monginevro, via Cuglierero – dove non ci sono buche, ma vere e proprie “voragini” – via Giacomo Leopardi “piena di buchi”, via Pasteur che aspetta da mesi “un dosso”, via Don Gilardi ridotta a “cartina geografica” e via Pietro Micca che, secondo un commento ironico, “non esiste più nella cartina del Comune”.
Altro che cantieri: qui il disagio lo portano le promesse non mantenute. In via Fantina angolo via Cuorgnè, i lavori si sono conclusi… a metà. “Quel pezzo non era preventivato”, ha spiegato l’ufficio tecnico. C’è chi segnala di aver inviato una PEC per chiedere segnaletica per la ciclabile e di non aver mai ricevuto risposta. E chi ricorda che i lavori si fanno solo in campagna elettorale… salvo poi accorgersi che non ci sono elezioni. Allora, che scusa inventarsi adesso?
C’è chi domanda “cosa devo fare per parlare con l’assessore alla viabilità?”. Chi, con infinita pazienza, segnala da tempo che in via Ariosto “molti vanno contromano perché manca una segnalazione chiara”, e nonostante le mail inviate, “non è stato fatto nulla”. Un’altra richiesta riguarda le barriere acustiche del cavalcavia di corso Piemonte: promesse, attese, mai viste. Mentre nella zona industriale c’è un cartello con scritto “buche” da mesi. Cambiarlo? No, troppo complicato.
Non mancano le proteste da parte di chi vive nelle frazioni, da Mezzi Po a Fornacino, dove l’unico investimento percepito sembra essere quello della presa per in fondelli. E nel parco Ossola, tra erba alta e degrado, i genitori si domandano “ma almeno nei giardini dei bambini, una disinfestazione dalle zanzare si può fare?”. La risposta è sempre la stessa: il cronoprogramma. Misterioso, inviolabile, forse scritto sulle tavole della legge di Mosè, dopo i 10 comandamenti.
C’è poi l’aspetto sicurezza. Non solo strade, ma anche convivenza civile. Qualcuno segnala che “i cani pericolosi girano senza museruola”, altri che “i padroni dicono che sono bravi”. E intanto i bambini giocano nei parchi in cui i divieti non valgono nulla. Un’altra cittadina scrive: “prima dell’asfalto e del taglio dell’erba, ci sarebbe una cosa più importante: rendere Settimo sicura”. E racconta un episodio drammatico: “un ragazzino di 15 anni ha minacciato mio marito. Io ho cercato di fermarlo e sono finita in ospedale con un ginocchio rotto”.
Ci sono intanto segnalazioni “minori” – si fa per dire. Come quella di chi chiede di finire la segnaletica in via Ceres. Di chi invoca cartelli stradali mancanti, o almeno una risposta alle mail. E ancora, l’ennesima lamentela: “via Trieste, via Trento, via Montenero: i parcheggi vengono occupati da gente che non è residente. Mentre in via Schiapparelli i posti a pagamento restano vuoti”. C’è chi suggerisce di intervenire, ma resta inascoltato.
E intanto, tra chi ringrazia per la sistemazione delle siepi e chi ribatte che “le sporcizie vengono lasciate lì”, una cosa è ormai più che certa i post della sindaca non fanno più l'effetto di una volta ma l’effetto è l’opposto. Forse perchè le città non si amministrano con le emoticon e nemmeno con le dirette Facebook. Forse perchè la città si deve ascoltare, si deve percorrere, si deve pulire e si deve si curare?
Un cittadino scrive sarcastico: “Il disagio a Settimo non lo portano i cantieri…”. E un altro chiosa: “Vediamo quanto dura tutto questo”.
Ma c’è un finale a tutto questo. Ed era un po’ che volevamo scriverlo. Ai tempi del sindaco Fabrizio Puppo, quando Elena Piastra era assessore – quindi complice – ma giocava un ruolo da serpe in seno, ogni giorno andava in giro a dire che “la città era piena di buche ed erbacce”. E oggi? È arrivata lei e non ha modificato neanche una virgola dell’appalto del verde. Non ha dato più risorse alla Patrimonio per la gestione delle strade. Ha continuato ad amministrare esattamente come prima. Peggio di prima.
Infine l’appalto del verde… la madre di tutte le vergogne. Circa 500.000 metri quadri di verde a 800.000 euro all’anno. Una cifra che fa tremare i polsi, ma che viene giustificata con lo “scopo sociale”. Dicono loro: lo affidiamo per includere, per aiutare, per generare impatti positivi sulla comunità. E quindi sì, si fanno meno tagli. E costa di più. È per questo che partecipa una sola cordata: La Nuova Cooperativa e Stranaidea. Nessuna concorrenza, nessuna alternativa. Lo “scopo sociale” fa lievitare i costi. E così, a Settimo si fanno 3, 4, forse 6 tagli all’anno. In altre città, con lo stesso numero di metri quadri e la metà dei soldi, si fanno il doppio dei tagli. Insomma, la musica cambia… ma il disco è sempre lo stesso.
Prima domanda: esiste un progetto?
Seconda domanda, che è anche un’affermazione: ma proprio sulla manutenzione del verde dovevate impuntarvi a fare beneficenza sociale?
La morale? Chi di buche ed erba alta ferisce di buche ed erba alta perisce....
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