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17 Giugno 2025 - 22:32
Marco Mancin
In un tempo segnato da guerre, violenze, paure collettive e una crescente sfiducia nel futuro, riscoprire il valore dell’inclusione e della consapevolezza diventa un gesto rivoluzionario. Non bastano slogan: serve una spinta concreta, autentica, condivisa. Ed è proprio quando le fragilità si trasformano in forza e la diversità diventa risorsa che la speranza può rinascere. Così è accaduto lunedì 16 giugno all’Oratorio Sant’Andrea di Caluso, dove è tornato in scena il Multiarteteatro insieme all’Istituto Carlo Ubertini, con l’evento “Trovarmi x essere”. Un titolo che è già una dichiarazione d’intenti.
Il progetto, finanziato con i fondi del PNRR, promuove il benessere scolastico e mette al centro il tema dell’inclusione. Ragazzi e ragazze di ogni età — compresi giovani con autismo e difficoltà cognitive — sono saliti sul palco per portare voce, corpo e cuore a uno spettacolo che fonde musica, danza e teatro. Non una semplice esibizione di fine anno, ma un inno alla libertà di esprimersi, al valore della comunità e al diritto di ciascuno di trovare il proprio spazio nel mondo.
Alla sua seconda edizione, la rassegna teatrale multidisciplinare ha voluto anche lanciare un forte messaggio sulla sicurezza sul lavoro, in un Paese che conta ancora troppe vittime nei cantieri, nei magazzini, nelle fabbriche. I linguaggi artistici si sono alternati sul palco come un abbraccio collettivo: canto, parole, ritmo e movimento si sono fusi in messaggi di unicità, resilienza e voglia di esserci, con tutta la propria autenticità.
Sul palco, da sinistra a destra: Giovanna Manna, consigliera comunale responsabile della Sanità, Mariella Settia, consigliera comunale dell'istruzione e cultura, insieme all'esperto di teatro Marco Mancin
Manuela Muzzolini, docente e tutor del progetto, insieme a Marco Mancini durante la lettura del discorso della Dirigente dell'Ubertini Eleonora Concetta Buscemi
Musica e danza
Flavio Rubatto, presidente dell'Associazione Pandorama di Bosconero, presenta un brano inedito fatto dagli studenti dell'Ubertini sul valore di emancipazione sociale
A coordinare l’intero percorso tre realtà cooperative locali che da anni operano nel territorio con competenze e passione. Marco Mancin, esperto di teatro e responsabile dell’associazione La Rosa dei 20 di Montanaro; Flavio Rubatto, musicista e presidente dell’associazione Pandorama di Bosconero; e Shone Burshteyn, ballerino e coordinatore della scuola Passion Dance di Chivasso. Tre anime artistiche che, insieme, hanno saputo trasformare un’idea in un’esperienza comunitaria.
Mancini ha aperto la serata con un ringraziamento sentito: “Ringraziamo il padrone di casa, il signor Don Loris, per l’accoglienza calorosa”, per poi citare Mariella Settia, consigliera comunale con delega a istruzione e cultura, presente in rappresentanza della sindaca Mariuccia Cena, e Giovanna Manna, responsabile della sanità. Due figure istituzionali che hanno voluto testimoniare, anche fisicamente, l’importanza di sostenere eventi come questo.
Proprio Mariella Settia ha raccontato l’emozione di essere nuovamente all’Oratorio, sottolineando quanto i ragazzi meritino un pubblico attento e partecipe: “Mi sento ancora ex docente dell’Ubertini. Qui l’inclusione non è una parola vuota: è vissuta ogni giorno, l’ho visto con i miei occhi.”
È poi intervenuta Manuela Muzzolini, docente e tutor del progetto, che ha ricordato l’impegno straordinario degli studenti, alle prese con un finale d’anno scolastico particolarmente complesso. Molti hanno affrontato gli esami di qualifica, altri si sono trovati a dover conciliare passioni e doveri. Come ha fatto uno studente che, pur sostenendo gli esami al Conservatorio di Aosta, ha raggiunto in serata Caluso per partecipare allo spettacolo. “Un esempio concreto di dedizione e senso di responsabilità”, ha detto Muzzolini, visibilmente emozionata.
Durante la serata è stato letto anche un messaggio di Eleonora Concetta Buscemi, dirigente dell’Istituto Ubertini, che ha espresso rammarico per non essere potuta intervenire ma ha voluto ribadire la sua piena fiducia negli studenti e nella forza educativa del progetto.
Il momento più inaspettato e coinvolgente è arrivato con l’intervento del consigliere regionale Roberto Ravello, presente nonostante gli impegni istituzionali. Il suo discorso, ironico e sincero, ha strappato applausi e sorrisi.
“Quel dialogo grottesco visto poco fa mi ha ricordato i dibattiti in Consiglio regionale. La differenza? Voi siete più divertenti! - ha detto ridendo, per poi aggiungere - Mettersi in gioco per fare del bene a sé stessi e agli altri è un messaggio potentissimo. Vi invito ufficialmente a mostrarlo anche in Regione.”
Non ha mancato di ringraziare la professoressa Muzzolini, definita “straordinaria”, e l’amministrazione comunale guidata da Mariuccia Cena, sottolineando come Caluso sia un territorio con grandi potenzialità.
Dalle sue parole è nato un nuovo senso di riconoscimento. “È bello sapere che qualcuno, da lassù in Regione, può parlare anche della nostra piccola realtà”, ha commentato una delle organizzatrici a fine serata.
I ringraziamenti finali hanno abbracciato tutto il gruppo: i tutor Franco Scarpa, Giuliana Ravalli e Manuela Muzzolini, le tre cooperative artistiche, e Michela Miscioscia, docente che ha gestito gli aspetti burocratici con rigore e precisione.
L’applauso conclusivo ha suggellato qualcosa che va oltre lo spettacolo. In un mondo che fatica a trovare punti fermi, il Multiarteteatro ha mostrato che la bellezza può nascere dalla collaborazione, dalla fiducia e dalla libertà di essere sé stessi. È stato un atto di coraggio, un’esperienza formativa, un seme di speranza.
Perché, quando l’inclusione si fa arte, e l’arte si fa comunità, allora sì, possiamo davvero cominciare a cambiare il mondo. Da Caluso. Insieme.
La recitazione comica
Il momento dedicato alle morti sul lavoro
Una lettera dedicata
L'intero gruppo insieme a Roberto Ravello, Consigliere regionale, e Manuela Muzzolini accompagnati da Marco Mancin
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