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14 Giugno 2025 - 19:09
Torino marcia per Gaza: “Tagliate i legami con Israele!”
Una città attraversata da un grido chiaro, potente, determinato: “Basta armi e accordi con Israele”. Oggi, sabato 14 giugno, Torino ha fatto sentire la propria voce in solidarietà al popolo palestinese. Un corteo popolare, colorato e deciso, ha sfilato per le vie del centro storico, partendo da piazza Castello e attraversando via Po, via Rossini, corso San Maurizio, corso Regina Margherita e via Milano, per concludersi in piazza Solferino.
Nel cuore del percorso, un momento simbolico forte: un breve ma significativo sit-in davanti a Palazzo Civico, sede del Comune. I manifestanti hanno chiesto a gran voce un gesto concreto da parte dell’amministrazione cittadina: “Interrompere le relazioni istituzionali con Israele”, sull’esempio di quanto già avvenuto in alcune città italiane, come Bologna, e in diverse Regioni. Un invito diretto alla giunta guidata da Stefano Lo Russo, affinché assuma una posizione chiara e netta nel segno della giustizia e dei diritti umani.
La manifestazione è stata organizzata dal coordinamento “Torino per Gaza” e ha visto la partecipazione di numerosi attivisti provenienti da diverse realtà politiche e sociali: Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Fronte della Gioventù Comunista (FGC) e diversi collettivi studenteschi di area autonoma. Giovani, famiglie, lavoratori, militanti: una composizione eterogenea, accomunata da un obiettivo condiviso. Fermare il massacro. Fermare il silenzio. “Il sangue che scorre a Gaza ci riguarda tutti”, si leggeva su uno degli striscioni più fotografati.
Non è mancata la solidarietà verso chi lotta anche al di là delle frontiere. Tra i partecipanti c’era Vittoria Antonioli Arduini, 21 anni, originaria del Trentino-Alto Adige, oggi studentessa alla Scuola Holden di Torino. Solo due giorni fa è stata fermata all’aeroporto del Cairo dalle autorità egiziane, mentre tentava di raggiungere la Marcia Internazionale per Gaza. Il suo volto era tra i più cercati e applauditi: “La mia è una piccola storia rispetto alla tragedia di un popolo intero. Ma continuerò a farmi ponte”, ha detto a chi le chiedeva il perché della sua presenza.
Il corteo si è svolto in modo pacifico, con momenti di forte impatto anche davanti alla sede della RAI in via Verdi, dove è stata denunciata – a gran voce – la narrazione parziale e squilibrata del conflitto da parte dell’informazione pubblica. “Raccontate tutto, non solo una parte”, gridavano dal megafono.
Durante la marcia è stato inoltre comunicato che una manifestazione analoga si stava svolgendo in contemporanea a Grugliasco, sempre in provincia di Torino. Un segnale che la mobilitazione è diffusa, trasversale, capillare. E non intende fermarsi.
In piazza Castello, dove da quasi un mese è attivo un presidio permanente per la Palestina, i cartelli, le bandiere, le tende e i volti raccontano di una presenza costante e di un impegno che non conosce tregua. Il presidio è diventato un punto di riferimento, un luogo di confronto e resistenza, in cui ogni giorno si costruiscono parole, gesti e iniziative per tenere alta l’attenzione su ciò che accade a Gaza e nei territori occupati.
Oggi, Torino ha scelto di non tacere. Ha scelto di camminare, insieme, per dire che non si può essere neutrali di fronte al massacro. Ha scelto di chiedere al proprio Comune di non essere complice, nemmeno con il silenzio. E il messaggio è partito forte e chiaro dalle sue strade: “Palestina libera, ora e sempre”.
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