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14 Giugno 2025 - 16:14
C’erano bandiere a stelle e strisce, cartelli ironici e tanta voglia di farsi sentire oggi in piazza Carignano, a Torino, dove un gruppo di cittadini statunitensi residenti in Piemonte ha manifestato contro le derive autoritarie dell’amministrazione Trump. Un presidio compatto e colorato, organizzato dal gruppo torinese di Democrats Abroad, che si inserisce nell’ambito del “No Tyrants, No Kings Day”, una giornata internazionale di mobilitazione che ha coinvolto migliaia di persone in tutti i cinquanta Stati americani e in numerose città del mondo.
A pochi metri dal palazzo che fu il primo Parlamento del Regno d’Italia, nel cuore politico e simbolico della città, i manifestanti hanno preso posizione contro chi – secondo loro – sta piegando la democrazia americana. "Trump ama l’America come gli italiani amano la pizza con l’ananas", si leggeva su un cartello. Un altro era ancora più diretto: "No tyrants, no dictators, no kings, no military parades, no Trump."
L’ironia si è fatta veicolo di un dissenso profondo, di una critica rivolta a chi, a detta dei partecipanti, ha sistematicamente minacciato la libertà di stampa, attaccato l’autonomia universitaria e tentato di reprimere con la forza militare proteste pacifiche. Un volantino distribuito durante il presidio accusa Trump di voler delegittimare ogni forma di dissenso e di utilizzare il potere per rafforzare il controllo politico, anche a costo di stravolgere le istituzioni.
Molti manifestanti hanno raccontato di sentirsi frustrati e preoccupati per il clima che si respira oggi negli Stati Uniti, ma anche determinati a non rimanere in silenzio. “Essere lontani non significa essere indifferenti. La democrazia si difende ovunque”, ha detto una partecipante americana che vive da anni a Torino.
La manifestazione torinese è stata solo una delle oltre duemila iniziative che, da Washington a Tokyo, da Parigi a Città del Capo, hanno voluto lanciare un messaggio globale: non c’è spazio per tiranni o nostalgici di monarchie assolute nella democrazia americana. Non è una battaglia di partito – hanno precisato gli organizzatori – ma una mobilitazione civile per difendere i valori fondamentali della Costituzione.
In un’epoca in cui la propaganda autoritaria si insinua nei social, nelle istituzioni e nei palazzi del potere, piazza Carignano ha dato voce a chi non ci sta. “Nessun presidente dovrebbe temere la stampa libera. Nessun governo dovrebbe minacciare le università. Nessun popolo dovrebbe essere costretto a scegliere tra sicurezza e libertà”, ha detto uno degli oratori dal megafono.
Il presidio si è concluso con un appello all’impegno civile e alla vigilanza democratica. Una chiamata alla responsabilità, non solo per gli americani all’estero, ma per chiunque creda che i diritti conquistati non siano garantiti per sempre.
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