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Un gattino bloccato sui tetti da 9 giorni. L’appello dei residenti: “Aiutatelo prima che sia troppo tardi”

Il micio, tigrato con una coda cortissima, è fermo sul tetto di un capannone inaccessibile alle spalle della caserma dei Carabinieri di Settimo. I cittadini gli portano acqua e cibo, ma serve un intervento esperto

Un gattino bloccato sui tetti da 9 giorni. L’appello dei residenti: “Aiutatelo prima che sia troppo tardi”

Da nove giorni un gattino è bloccato sul tetto in lamiera di un vecchio capannone dismesso, proprio dietro la caserma dei Carabinieri di Settimo Torinese. È visibilmente spaventato, si muove poco, e miagola giorno e notte come se chiedesse aiuto. Ha il manto tigrato sul marroncino, il dorso bianco, e una coda insolitamente corta che lo rende riconoscibile anche da lontano.

I residenti del condominio vicino, dopo aver notato la sua presenza costante, hanno lanciato un appello attraverso i social. Raccontano di aver tentato tutto il possibile: sono riusciti, non senza fatica, a raggiungere la parte più accessibile del tetto per lasciargli una ciotola d’acqua e un piattino di cibo. Hanno costruito persino uno scivolo con delle assi di legno cosparso di carne in scatola per invogliarlo a scendere. Ma il gattino resta fermo, come bloccato dalla paura. Secondo chi lo osserva da giorni, potrebbe trattarsi di un micio domestico, poco abituato alla vita all’aperto, incapace di muoversi con agilità sui tetti come farebbe un randagio.

I Vigili del Fuoco sono già intervenuti appena contattati, ma non hanno potuto agire: il capannone è recintato, chiuso e inaccessibile. Parte del tetto è in lamiera inclinata e non calpestabile, e le finestre superiori danno su un vuoto interno, privo di livelli intermedi. La struttura — si apprende — sarebbe di proprietà di una banca, forse sotto sequestro.

eccolo

Intanto il tempo passa, e la preoccupazione cresce. Il caldo, la pioggia, l’isolamento: nessuno sa quanto ancora potrà resistere lì sopra. I cittadini chiedono un aiuto concreto, invitano chiunque riconosca il gatto a farsi avanti, e sperano nell’intervento di associazioni specializzate — come Liberigatti ODV, In Punta di Coda o ALAA — che possano posizionare gabbie-trappola o intervenire in modo mirato.

Non si tratta di una polemica. Nessuna accusa, solo una richiesta accorata. Chi può aiutare, lo faccia adesso. Ogni giorno in più rischia di essere fatale.

L’appello si sta diffondendo in rete, rilanciato da decine di utenti e commentato da centinaia di persone. Alcuni suggeriscono di insistere con i canali ufficiali, altri propongono soluzioni alternative. Ma il punto resta uno solo: un piccolo animale è in difficoltà, e ha bisogno di una mano.

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