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12 Giugno 2025 - 15:14
Ivrea cambia volto: nuova identità visiva per la città patrimonio Unesco
C’è una linea che attraversa Ivrea. Non è solo quella tracciata dai binari del treno o dal corso della Dora, ma è la linea del tempo. Una traiettoria urbana fatta di mattoni rossi, vetri affacciati sul cielo, e visioni che ancora oggi sussurrano il nome di Adriano Olivetti. E oggi quella linea ha un volto nuovo.
A distanza di sette anni dal prestigioso riconoscimento UNESCO, “Ivrea città Industriale del XX secolo” si presenta con una nuova identità visiva. È più di un logo, più di un restyling grafico. È un gesto, quasi un atto di fiducia, rivolto a una città che ha il dovere – e il privilegio – di raccontare al mondo la propria storia, fatta di architettura, innovazione e utopia sociale.
A illustrare questo nuovo volto, in una conferenza stampa, sono stati il sindaco Matteo Chiantore, il site manager Filippo Ghisi e le due figure chiave dell’Ufficio Comunicazione, Alessandra Pistagna e Valentina Frate. Hanno guidato un percorso di aggiornamento che va ben oltre il maquillage estetico: si tratta di una strategia di comunicazione pensata per dare voce e riconoscibilità al patrimonio eporediese, ancorandolo alla modernità e alle sue sfide digitali.
La nuova immagine prende corpo attorno a una scelta forte e poetica: le vetrate di Via Jervis, simbolo tangibile e al tempo stesso evanescente del sogno olivettiano. Trasparenze che lasciano entrare la luce, che scompongono lo spazio in geometrie mobili, che parlano di apertura, flessibilità, dialogo tra industria e natura.
“È lì che risiede il nostro patrimonio materiale, nei diciannove edifici che scandiscono la trasformazione della città. Ma è lì che respira anche il patrimonio immateriale: il pensiero di Olivetti, la sua idea di fabbrica come luogo umano”, ha spiegato Alessandra Pistagna.
Per trasmettere questo doppio livello di eredità – tangibile e ideale – è stato coinvolto anche il fotografo di architettura Gianluca Giordano, le cui immagini hanno ispirato pattern dinamici, fatti di trame e sovrapposizioni, armonizzati con una palette cromatica inedita: due azzurri per evocare le vetrate, due grigi per le strutture, e un arancione che torna a brillare come richiamo alle origini della candidatura.
Ma non si tratta solo di grafica. Dietro questa operazione, c’è un lavoro sistematico di confronto con gli organismi nazionali e internazionali dell’UNESCO – da Parigi al Ministero della Cultura – per stabilire linee guida coerenti e rendere familiare una formula spesso trascurata, ma fondamentale: Ivrea città Industriale del XX secolo. Un nome da interiorizzare, da pronunciare con consapevolezza, perché è con questo nome che Ivrea entra nella mappa mondiale dei luoghi che hanno lasciato un segno nella storia dell’umanità.
E se le parole sono importanti, lo sono anche i luoghi. Le vele colorate installate alla stazione, all’ingresso del sito e lungo via Miniere sono già lì a segnalare la nuova rotta. E presto arriveranno altri strumenti: una mappa aggiornata, un sito web ripensato per l’accessibilità e la fruizione rapida – con font più leggibili, fotografie più luminose, e un layout intuitivo che invita a scoprire, esplorare, appartenere.
Il sindaco Chiantore non ha dubbi: “Questa nuova identità visiva è un passo fondamentale nel rafforzare l'immagine di Ivrea come città proiettata verso il futuro, capace di crescere con coerenza, senza dimenticare ciò che l'ha resa unica.” È un tassello del più ampio mosaico di city branding, pensato per attrarre, emozionare, coinvolgere. Per far sì che i cittadini si riconoscano in ciò che vedono e in ciò che vivono, e che i visitatori possano sentirsi parte di un racconto che è ancora in cammino.
In chiusura, Filippo Ghisi ha ricordato l’importanza del lavoro in corso sul nuovo Piano di Gestione, atteso dopo l’estate. “Comunicare i valori universali riconosciuti dall’Unesco non è un compito accessorio. È parte integrante della nostra missione.”
Ivrea, dunque, torna a parlare con parole nuove. Ma lo fa a partire dalle sue radici. Lo fa come avrebbe voluto Adriano Olivetti: non per nostalgia, ma per visione. Non per celebrare un passato, ma per disegnare un presente capace di essere ancora rivoluzionario.
La presentazione completa è scaricabile qui link
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