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Francesco Orrù torna a Torino: è lui il nuovo comandante dei Vigili del Fuoco

Dopo trent’anni di servizio in tutta Italia, l’ingegnere sassarese torna nella città dove tutto ebbe inizio. Subentra ad Alessandro Paola con una missione chiara: rafforzare la presenza del Corpo e affrontare le nuove sfide della sicurezza urbana e ambientale

Francesco Orrù: il ritorno a Torino del nuovo comandante dei vigili del fuoco

C’è un certo sapore di destino compiuto nel ritorno di Francesco Orrù a Torino, la città dove aveva mosso i primi passi da ufficiale del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. È proprio nel capoluogo piemontese che, nel 1994, l’ingegnere sassarese oggi sessantenne ricevette il primo incarico, fresco di laurea in Ingegneria Elettrotecnica. E oggi, trent’anni dopo, torna da comandante.

Una carriera lunga e articolata, quella di Orrù, fatta di incarichi prestigiosi e territori complessi: da Asti a Cuneo, da Alessandria a Cagliari, passando per Perugia fino all’ultimo, intenso periodo alla guida del Comando provinciale di Genova, dove ha operato per due anni e mezzo. Una città ferita dal crollo del Ponte Morandi, attraversata da un fitto tessuto urbano e portuale, che gli ha richiesto capacità organizzative, tempestività decisionale e profonda umanità. Doti che hanno fatto di lui una figura di riferimento tanto all’interno del Corpo quanto nelle istituzioni locali.

Francesco Orrù

Il suo insediamento a Torino, avvenuto il 9 giugno 2025, segna un passaggio simbolico e operativo di rilievo. Subentra ad Alessandro Paola, che negli ultimi mesi ha ricoperto l’incarico di comandante reggente pur mantenendo il ruolo di direttore regionale del Piemonte. Una staffetta nel segno della continuità, ma anche della visione.

“Sono felice di tornare a Torino, qui ho iniziato la mia carriera ed è un onore poter servire questa città da comandante”, avrebbe confidato Orrù ai colleghi nel suo primo giorno da titolare del Comando. Il ritorno non è solo un fatto personale, ma anche un segnale chiaro di quanto il Corpo nazionale tenga a valorizzare le esperienze, premiando chi ha saputo dimostrare competenza, dedizione e spirito di servizio.

Il Comando di Torino, con sede in corso Regina Margherita, rappresenta una delle realtà operative più importanti d’Italia, con competenza su un territorio vasto e articolato, che include numerosi distaccamenti provinciali (Chivasso, Ivrea, Pinerolo, Susa, solo per citarne alcuni), zone montane, realtà industriali e urbane, infrastrutture critiche e aree ad alto rischio idrogeologico. Una sfida tutt’altro che banale, che Orrù raccoglie forte dell’esperienza maturata nei contesti più disparati.

A Genova ha lasciato un ottimo ricordo. In molti lo descrivono come un comandante rigoroso ma umano, capace di gestire l’emergenza con lucidità e di mantenere un dialogo costante con il personale. Ha guidato interventi complessi – frane, incendi, soccorsi in mare – costruendo un rapporto solido con la protezione civile, le prefetture e i sindaci del territorio. Un approccio pragmatico e relazionale che ora porta con sé sotto la Mole.

Il ritorno di Orrù a Torino avviene in un momento di trasformazioni profonde nel campo della protezione civile e del contrasto agli eventi estremi, acuiti dalla crisi climatica. L’incendio dell’ex Thyssen, i rischi legati alle alluvioni e il monitoraggio di grandi eventi richiedono una presenza costante, un coordinamento efficiente e una struttura preparata a ogni scenario. È questo l’orizzonte su cui si staglia la nuova missione del comandante Orrù: garantire sicurezza, coordinare al meglio le risorse e potenziare la cultura della prevenzione.

Nel suo discorso di insediamento, davanti a una delegazione dei vigili del fuoco e dei rappresentanti delle istituzioni, avrebbe sottolineato: “Non esistono emergenze di serie A e di serie B. Esistono cittadini che hanno diritto alla nostra presenza, ovunque e comunque. Questo è lo spirito del Corpo, questa sarà la nostra linea guida”.

Con il ritorno a Torino, si chiude un cerchio e ne comincia un altro. Orrù non è soltanto un comandante che torna a casa: è un uomo che ha attraversato l’Italia con la divisa addosso, portando soccorso, coordinando, ascoltando. E che ora, sulle rive del Po, è pronto a mettersi nuovamente in gioco. Per Torino, per i torinesi, per il futuro.

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