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11 Giugno 2025 - 10:10
Nico Primavera
In un’epoca segnata dal post-pandemia, dalla perdita di concentrazione, dall’isolamento crescente e da una dipendenza ormai patologica dagli strumenti digitali, lo sport si riafferma come un bisogno fondamentale. L’attività fisica non è solo un toccasana per il corpo: è una bussola che aiuta a ritrovare lo spirito di comunità, l’unione degli intenti e una più profonda consapevolezza di sé.
Numerosi studi dimostrano come la pratica sportiva, soprattutto in età evolutiva, possa sostenere anche chi affronta difficoltà nel linguaggio e nello sviluppo emotivo. Tra tutte, il Karate si distingue come disciplina antica e nobile, fondata su tre pilastri solidi: disciplina, rispetto e crescita personale.
La disciplina, attraverso la ripetizione dei movimenti e dei kata, insegna concentrazione, costanza e autocontrollo, offrendo strumenti concreti per gestire lo stress e sviluppare resilienza. Il rispetto, pilastro insostituibile, si apprende fin dal primo giorno: verso il maestro, i compagni, sé stessi. Un seme etico che germoglia in umiltà e responsabilità. E infine, il Karate è soprattutto un cammino di crescita personale, che va ben oltre la tecnica: accompagna alla scoperta di sé, al controllo delle emozioni, alla costruzione di una mente focalizzata, capace di fidarsi delle proprie scelte.
Proprio da questi valori nasce l’idea alla base di "Karate Kid: Legends", nuova produzione cinematografica targata Sony, che porta in scena un’inedita fusione tra le arti marziali e il racconto formativo. Pur ruotando attorno al Kung Fu – elemento centrale della nuova trama – il film omaggia anche il Karate delle origini, richiamando lo spirito del fortunato reboot del 2010.
La presenza di Jackie Chan e Ralph Macchio, icone di due generazioni diverse, simboleggia il passaggio di testimone tra maestri, ma anche la trasmissione di un sapere che va oltre le tecniche: è una lezione di disciplina, resilienza e forza interiore.
Nel progetto è coinvolta anche l’UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) e, con essa, tre scuole piemontesi. Tra queste, il Budokan Karate Caluso, guidato dal maestro Nico Primavera, ha risposto con entusiasmo. I bambini dai 5 agli 11 anni, previo consenso dei genitori, hanno partecipato alle riprese per alcune scene che saranno visibili esclusivamente nelle proiezioni piemontesi del film. Le riprese si sono svolte presso il Dojo Shotokan di Sangano, coinvolgendo anche le altre realtà selezionate.
“Per chi ha partecipato è stato un momento divertente, tra gadget del film, bandane, magliette e il cartonato dietro,”racconta Primavera, sottolineando però anche l’attenzione verso gli aspetti normativi. “Non è nostra abitudine mettere i nostri allievi davanti alla telecamera. Le arti marziali sono sdoganate, ma la tutela dell’immagine dei minori è prioritaria. Serve sempre un’autorizzazione chiara, per evitare utilizzi impropri.”
La collaborazione diretta tra Sony e UISP ha offerto ai genitori tutte le garanzie richieste: nessun accesso alle riprese, nessuna clip condivisibile prima della distribuzione ufficiale, ma massima trasparenza e serietà.
Alla fine, da due ore di girato resteranno soltanto dieci secondi nel film. Ma il Budokan Karate Caluso potrà comunque raccontare l’esperienza attraverso reel e materiali condivisi post-uscita, mostrando con orgoglio il proprio contributo. E alla prima, gli studenti indosseranno i gadget ufficiali, portando sul petto e nella mente il ricordo di un momento unico.
Nico Primavera, del resto, ha fatto dello spirito del Karate una guida di vita. Ha iniziato da bambino, quando in paese le alternative erano poche: calcio, pallavolo o basket. Le lezioni di allora erano dure, in piena tradizione orientale, tra esercizi ripetuti, silenzi rituali e disciplina ferrea. L’eco di Bruce Lee era ancora viva in palestra e nella cultura popolare.
Oggi le cose sono cambiate. “C’è più attenzione alla sicurezza, più spazio per la ricerca personale. Il Karate resta un’arte marziale, ma lo scopo non è mai ferire, bensì neutralizzare l’avversario con precisione e rispetto.”
Geometra di professione, Primavera ha scelto di non trasformare il Karate in un’attività agonistica ma di farne un hobby totalizzante, vissuto con passione. Il Dojo si è spostato più volte: dall’ex scuola media – oggi trasformata in parcheggio – al liceo Martinetti, poi all’Ubertini, alla Giacosa, all’Agraria, fino all’attuale sede temporanea presso l’asilo nido, in attesa del rifacimento dell’istituto Carlo Ubertini. Una storia di adattamento e resistenza.
Ecco perché "Karate Kid: Legends" per Caluso è qualcosa di più di una comparsata cinematografica. È un riconoscimento. È la prova che anche nei piccoli centri ci sono passioni vere, percorsi autentici, storie che meritano lo schermo. Legends non è solo un titolo: è un invito.
Un invito a cercare la nostra leggenda quotidiana. Non nei riflettori, ma nel cuore di ogni allenamento, nel sudore condiviso sul tatami, nei valori che fanno crescere. Lo sport – e il Karate in particolare – è un maestro silenzioso che forgia caratteri, rompe barriere, costruisce comunità.
Prepariamoci, dunque, a “mettere la cera e togliere la cera”: la prossima leggenda potremmo essere noi.
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